Romele per Natale si regala uno stage con la UAE

20.12.2022
5 min
Salva

Nella settimana che ci porta lentamente, ma freneticamente, verso Natale siamo tutti alla ricerca degli ultimi regali. Alessandro Romele, però, ha già aperto il suo: uno stage di una settimana con la UAE Emirates. Una nuova esperienza, tanto divertimento e molti consigli da chi ha vissuto gli stessi passaggi del corridore del Team Colpack-Ballan

«Dal caldo di Benidorm sono tornato al freddo italiano – racconta il corridore di Iseo – si stava meglio là, ma tornare a casa è sempre bello. L’aria si fa pungente e il clima non perdona, per fortuna i materiali si sono evoluti e non si soffre più di tanto».

Per Romele tanti chilometri al caldo della Costa Blanca
Per Romele tanti chilometri al caldo della Costa Blanca
Come è nata l’idea di fare questo stage?

Un mix di volontà comuni, tra la Colpack e la UAE Emirates. Loro visionano tanti ragazzi e noi ci godiamo una settimana con i grandi. 

Quanto è durata la tua esperienza?

Una settimana, dal 10 al 17 dicembre. Si tratta di un progetto che permette di arricchire il corridore e la persona. Dal primo punto di vista acquisisci un metodo nuovo e ti confronti con persone di grande esperienza. Dal secondo, invece, lo stesso confronto passa dalle storie e dalle esperienze che questi corridori hanno già fatto e sulle quali ti possono consigliare e suggerire. 

In che modo si è svolta la tua settimana?

Sono arrivato sabato abbastanza tardi, così domenica per non pesare troppo sul fisico ho fatto una prima sgambata. Nei giorni a seguire si è fatta la tripletta con un bel carico di ore e di chilometri. Avevo molta libertà dalla Colpack, si erano solo raccomandati di non spingere troppo. 

Per Covi un passato nella Colpack Ballan da under 23, un triennio fondamentale per maturare
Per Covi un passato nella Colpack Ballan da under 23, un triennio fondamentale per maturare
Come si svolgeva la giornata tipo?

Si partiva abbastanza presto, intorno alle 9, così da avere più tempo per altre attività nel pomeriggio: massaggi, presentazione dei materiali e interviste. 

Eravate divisi in gruppi di lavoro?

Sì, non ero l’unico stagista presente, c’era anche un altro ragazzo e quindi noi due eravamo sempre insieme. Generalmente venivano formati quattro gruppi da 6 corridori. Ho avuto la fortuna di pedalare con un po’ tutti. 

Il giorno più particolare?

Uno degli ultimi, venerdì, quando mi sono allenato con Pogacar. Sono finito in gruppo con lui e abbiamo fatto ben quattro ore con tanti chilometri. Eravamo di più rispetto ai soliti sei, anche perché con tanti chilometri da affrontare era necessario. Ci si dava un po’ di cambi in più. 

Romele è al secondo anno con la Colpack Ballan, il 2022 è stato ricco di sfortuna, ora cerca un riscatto (foto Facebook Colpack Ballan)
Romele è al secondo anno con la Colpack Ballan (foto Facebook Colpack Ballan)
Che sensazione dà pedalare accanto a un plurivincitore del Tour de France. 

E’ bellissimo! Ed è stato anche molto, ma molto divertente. Nel fare il nostro giro la squadra ha deciso di farci fare la classica pausa bar. Majka continuava a dirmi: «Mangia, mangia che sei giovane, non devi fare diete». Una volta ripartiti, per gli ultimi quaranta chilometri, hanno deciso di simulare la gara. Ragazzi che spettacolo, si scattavano in faccia l’uno con l’altro senza risparmiarsi nulla. 

Com’è stato resistere ad uno scatto di Pogacar?

Eh, ripartire così forte dopo la pausa bar è tosta. Non so come le mie gambe abbiano resistito – dice ridendo di gusto – direi che mi sono difeso bene. Non ho sfigurato, anche se non saprei dire a che percentuale di impegno fossero.

In questi giorni con chi hai parlato di più?

Con Ulissi, Covi e Trentin

Cosa ti hanno detto?

Ulissi mi ha dato l’impressione di essere molto serio e professionale, un corridore che ha fatto le cose per bene. Altrimenti non rimani per così tanto tempo a quel livello. Mi ha raccontato del suo primo anno da under 23, anche lui ha avuto delle difficoltà, ma la stagione successiva è riuscito a trovare il ritmo e andare forte. Ecco, direi che mi ha rincuorato vista la sfortuna che ho avuto nel 2022. 

Trentin è uno dei punti di riferimento per i giovani della UAE, qui con Ayuso al ritiro di Benidorm
Trentin è uno dei punti di riferimento per i giovani della UAE, qui con Ayuso al ritiro di Benidorm
Con Covi, anche lui in Colpack quando era under, di cosa hai parlato?

Abbiamo scoperto di avere molto in comune, il suo allenatore da junior è lo stesso che mi ha seguito quando ero al secondo anno della categoria. Anche lui mi ha raccomandato di non avere fretta. Mi ha spiegato che i primi due anni da under sono stati difficili e che il vero salto di qualità lo ha fatto al terzo. Meglio prendersi un anno in più da under 23 piuttosto che arrivare acerbo e faticare il triplo da professionista

E Trentin? Uno che con i giovani parla molto…

Anche con lui ho scoperto di avere una conoscenza in comune. Uno dei tanti osteopati che lo segue lavora anche con me. Siamo partiti da questo dettaglio per legare un po’ e parlare di tanti aspetti, anche tecnici. Lui, come Ulissi, mi ha dato l’impressione di essere un corridore davvero scrupoloso, che ha dato tanto per raggiungere tutti questi traguardi. 

Dal punto di vista dei materiali, della bici, ti han dato qualche consiglio?

Ho scambiato qualche battuta anche su questo argomento ovviamente. Dalla mia parte ho la fortuna di essere un “maniaco” della bici e quindi mi seguo molti tutorial e imparo di mio, sono uno curioso. Quando c’è stata la presentazione di Colnago, infatti, ero in prima fila, con le antenne dritte. 

La stessa opportunità che ha avuto Romele l’ha avuto anche Ayuso in precedenza
La stessa opportunità che ha avuto Romele l’ha avuto anche Ayuso in precedenza

Esperienze simili

L’interessante opportunità data da parte del team UAE a Romele è la stessa che fu data ad Ayuso quando lo spagnolo era in maglia Colpack. 

«Si tratta dello stesso progetto – racconta Gianluca Valoti – tra me e Matxin, Giannetti ed Agostini c’è un bel rapporto di amicizia e così ai ragazzi viene data questa occasione. Non è nulla di concreto o di certo, si tratta di un’esperienza per vedere come funziona il WorldTour. Lo stesso rapporto c’è anche con Bramati, infatti lo stesso Romele l’anno scorso, sempre a dicembre era andato a fare la stessa esperienza in QuickStep».