Liberazione, torna il “Mondiale di primavera”

19.02.2021
4 min
Salva

Torna il Gran Premio Liberazione e questa è già una notizia. Assente dal calendario dal 2018 (vittoria di Fedeli, foto di apertura), la classica romana riservata agli under 23 ritrova il suo posto in calendario grazie al Team Bike Terenzi, che ha raccolto l’eredità della Primavera Ciclistica del mitico Eugenio Bomboni. Nell’immediato dopoguerra, lo storico giornalista de L’Unità costruì un evento ciclistico per dilettanti nel centro di Roma, divenuto presto l’appuntamento principe della stagione per la categoria, mondiali o Olimpiadi a parte. Attraverso le sue strade e soprattutto il suo circuito disegnato intorno alle Terme di Caracalla sono passati tantissimi campioni del pedale. Alcuni hanno vinto, altri hanno incassato le prime delusioni, altri ancora si sono approcciati con quello che sarebbe diventato il loro mondo.

A riportare in vita il Gran Premio è Claudio Terenzi, 51enne titolare di una delle società ciclistiche più grandi e più attive della Capitale, con un’esperienza organizzativa mutuata soprattutto dalle Gran Fondo non solo in regione. La gara romana sarà il primo approccio con il ciclismo su strada di vertice ed è frutto soprattutto dei ricordi dello stesso Terenzi.

Claudio Terenzi, il nuovo organizzatore del Gp Liberazione, con Nibali
Claudio Terenzi, organizzatore del Gp Liberazione, con Nibali

«Due in particolare – racconta – il primo risale al 1977, l’edizione vinta dal britannico Alex Downs e io ero un bambino completamente affascinato dai diversi colori e le diverse lingue di corridori che arrivavano da ogni parte del mondo. Il secondo è datato 1985, quando il Liberazione lo corsi in aiuto a Luigi Orlandi, che venne battuto di pochissimo da un certo Gianni Bugno, con il quale nel tempo siamo diventati grandi amici, tanto che sarà il testimonial dell’edizione della rinascita. Quando gliel’ho proposto mi ha detto: “Che onore!”. Era davvero contento e per uno che ha vinto due mondiali “veri” è la dimostrazione di quanto quella gara conti davvero nella vita di un ciclista».

Ripartire in un anno così organizzativamente difficile segna un po’ una controtendenza…

Effettivamente l’impegno è grande e ci costringe a tenere sotto controllo ogni aspetto, ma siamo fiduciosi, tanto che abbiamo pensato di abbinare anche un appuntamento per allievi e junior, in modo da dare incentivo anche ai più giovani a partecipare prima della prova più importante, restando poi ad assistere alle gesta dei più grandi. Chiaramente dovremo commisurare il tutto alla situazione sanitaria esistente al momento.

Il percorso di Caracalla per quest’anno rimane, con il giro di boa alla Piramide Cestia
Il percorso di Caracalla con il giro di boa alla Piramide Cestia
Sarà un evento in linea con la tradizione del Liberazione, che portava sulle strade romane sia le società italiane che le nazionali estere?

L’obiettivo è quello, riportare il Gran Premio ai fasti che lo avevano contraddistinto, non per niente era chiamato il “Mondiale di primavera”. Il problema è legato agli spostamenti e ai collegamenti fra le varie Nazioni. Abbiamo finora ricevuto richieste di partecipazione da parte di società straniere e forse per quest’anno manterremo la formula di partecipazione legata ai club, ma appena la situazione sarà più tranquilla, torneremo alla tradizione.

Che ricordi ha di Bomboni?

L’ho conosciuto nei suoi ultimi anni di attività, aveva ancora uno spirito battagliero a dispetto degli anni. Bomboni ha avuto il merito di alimentare nel tempo un appuntamento che non smetteva mai di crescere, divenendo un appuntamento irrinunciabile per Roma. Sicuramente era un personaggio molto originale che viveva di ciclismo.

Eugenio Bomboni è stato l’ideatore e l’anima della corsa
Eugenio Bomboni è stato l’ideatore e l’anima della corsa
E’ difficile organizzare un evento come il Liberazione?

Tutti mi dicono di sì, ci stiamo già accorgendo che una simile macchina organizzativa richiede un impegno quasi quotidiano a due mesi dalla sua organizzazione, che va crescendo in maniera esponenziale. Devo dire però che la nostra esperienza mutuata dalle Gran Fondo ci aiuta. Faccio un esempio per spiegarmi: nel 2018 abbiamo allestito a Peschiera del Garda la Gran Fondo Zenato. Passavamo per 18 Comuni e 2 Province, dovevamo coordinarci quindi con una marea di Enti Locali e di responsabili per la gestione del percorso. Qui dobbiamo gestire un circuito di 6 chilometri, sempre lo stesso, e abbiamo a che fare con pochi referenti che sanno già di che cosa si tratta.

Il percorso quindi resta uguale al passato?

Sì, in quest’occasione e considerando che solo da gennaio abbiamo iniziato a metter mano all’organizzazione. Ma per il futuro abbiamo molte idee e pensiamo a un allargamento, considerando dove ci troviamo, per valorizzare ancora di più il contesto scenografico, il più bello al mondo.

Quanto tempo ci vorrà per riportare il Gran Premio Liberazione a essere il Mondiale di primavera?

Io conto di farlo in 3 anni.