Martin Marcellusi

«Firenze-Empoli e GiroU23». Parla Marcellusi

01.12.2020
4 min
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Martin Marcellusi è uno dei rari corridori di talento che vengono dal Lazio. Una regione in cui la passione dei ragazzi troppo spesso è soffocata dalla carenza di squadre e dal forte traffico che ruota inevitabilmente intorno alla Capitale.

E Martin è proprio un romano Doc. Viene dalla periferia est della città, quella a cavallo tra la pianura e le prime colline che man mano diventano vere e proprie montagne procedendo in direzione dell’Abruzzo.

La coppa del fratello

E’ su queste strade di collina che Marcellusi ha visto il papà prima e il fratello poi andare in bici. Proprio uno spirito di sana invidia verso il fratello Daniel, lo ha fatto salire in sella.

«Un giorno – dice il romano – Daniel che correva in bici è tornato a casa con una coppa. Rimasi colpito. Anche io la volevo. Da lì è nato tutto».

Ma quelle sono anche colline dove si allena: San Polo dei Cavalieri, Saracinesco, Monteflavio. «E da questa estate anche lo Scalambra. L’ho scoperto da poco ma è davvero duro: 10 chilometri al 10 per cento di pendenza media. A volte, ma molto raramente, esco anche con Valerio Conti, più spesso con Luca Taschin (della Calzaturieri Montegranaro) e con il gruppo di Blokko Racing Team. Ma non è facile perché di ragazzi della mia età in tutto il Lazio ce ne saranno 5 o 6».

Martin Marcellusi
Martin Marcellusi, da quest’anno alla Mastromarco
Martin Marcellusi
Martin Marcellusi, da quest’anno alla Mastromarco

Quella coppa poi Martin l’ha vinta e adesso il sogno si fa più grande: si chiama WorldTour. E magari diventare come il suo idolo, Peter Sagan.

«Mi piace il suo modo d’interpretare il ciclismo, anche se per caratteristiche forse sono più un Valverde… fatte le debite proporzioni, sia chiaro!».

E in effetti quando ci dice che preferisce la salita di San Polo, che tra quelle nominate è quella più pedalabile, capiamo meglio che tipo di corridore possa essere. Lo scatto e la velocità prevalgono sull’essere scalatore puro. Nonostante i suoi numeri (1,72 metri per 62 chili) potrebbero indurre a pensare di avere di fronte un grimpeur.

Con Martin si parla in generale dei giovani che passano pro’ sempre più presto e soprattutto che sono vincenti subito ad alti livelli. I nomi sono ormai noti. Hindley è solo l’ultimo della lista. Ma per chi è ancora dilettante, tutto ciò è uno stimolo o una pressione in più?

«Non ci penso, altrimenti mi demoralizzo. Se penso che c’è gente appena più più grande di me (Martin ha 20 anni, ndr) che vince il Tour o sfiora il Giro, mentre io sono tra i dilettanti, mi sembra di essere in ritardo. Non so se sia giusto però. Io preferisco avere una carriera longeva. E allora mi concentro sul mio sogno di passare professionista»

Il sigillo di Extragiro

Marcellusi è stato colui che ha vinto la prima gara post lockdown. Era la prima delle gare di Extragiro.

«Quando sono ripartito avevo il morale alto. Rispetto ad altri io ho vissuto bene la quarantena. Su Zwift avevamo creato un bel gruppo, mi divertivo sui rulli e infatti quando ho ripreso stavo bene, ma non immaginavo così tanto da vincere. Mentre mi aspettavo qualcosa di più dal Giro. Ho avuto un po’ di problemi fisici a ridosso del via e la caduta nella seconda tappa ha condizionato un po’ tutto il resto della corsa. E infatti far bene al Giro è uno dei miei obiettivi 2021. Prima però vorrei vincere la Firenze-Empoli. L’ho conquistata al primo anno, tengo molto a questa gara. E non scordo il mondiale e prima ancora le classiche. Vorrei provare il Fiandre».

Martin Marcellusi
Marcellusi ha indossato l’azzurro al Gran Piemonte
Martin Marcellusi
Marcellusi ha indossato l’azzurro al Gran Piemonte

Mastromarco seconda casa

Non capita spesso vedere passare un dilettante da una squadra importante ad un altra. Marcellusi infatti era alla Palazzago e da lì è finito alla Mastromarco Sensi Nibali di Gabriele Balducci.

«In Toscana ho trovato un ambiente molto più familiare e con Balducci ho un rapporto speciale. Un rapporto però che si è costruito nel tempo. Lui riesce a farti capire le cose e non ad importele. Ti mette davanti alla realtà. Per esempio, tornavamo da una corsa nella quale ero sempre stato in fuga, continuavo a scattare, quando si sapeva che sarebbe finita in volata. Io ero convinto che quel che avevo fatto era giusto e non cedevo. Balducci non mi ha rimproverato. Mi ha fatto ragionare, mi ha spiegato alcune cose e alla fine… aveva ragione lui. E vi assicuro che non è facile trattare con me: sono testardo e faccio fatica ad accettare consigli!».

Si dice che quando Marcellusi ha bussato alla porta della Mastromarco non fosse molto attento a molti aspetti della vita del corridore, a cominciare dall’alimentazione.

«Vero, ero piuttosto sovrappeso, ma è stato proprio questo che mi ha fatto stringere il rapporto con Balducci. E’ stato lui che mi ha portato al peso giusto e mi ha insegnato a mangiare bene».