Nelle file della Q36.5 arriva Bozzola che non si accontenta

31.01.2024
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E’ passato molto tempo dall’aprile 2022, quando Mirko Bozzola sorprese tutti facendo suo il GP Liberazione juniores sulle strade romane. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e il corridore che faceva parte dell’Aspiratori Otelli ha continuato a evolversi, si è anche aggiudicato una tappa al Giro della Lunigiana per poi cambiare categoria e andare in crescendo, con una vittoria a metà giugno prima di chiudere la stagione già a metà luglio. Tempo comunque sufficiente per trovare l’ingaggio con la Q36.5.

Un’evoluzione che apre la porta a tanti spunti, a cominciare dal fatto che è una scelta a metà fra Italia e estero: «Ad agosto ho avuto il primo contatto. Ho parlato a lungo con Daniele Nieri che mi ha spiegato non solo le aspettative del team nei miei confronti e il programma, ma anche la filosofia di squadra. Non c’è voluto molto a convincermi, era chiaro che la squadra sia molto ambiziosa e io mi ci rispecchio perfettamente».

Pur avendo chiuso già a luglio la sua stagione, il 19enne aveva già trovato un approdo alla Q36.5 (photors.it)
Pur avendo chiuso già a luglio la sua stagione, il 19enne aveva già trovato un approdo alla Q36.5 (photors.it)
Come prima impressione la senti più vicina alle tue esperienze passate, alle nostre radici?

Ci sono sicuramente molti italiani, ma resta pur sempre un team internazionale e per me questo è stato preminente. Una formazione simile ti fa crescere perché fa un calendario molto prestigioso. Io la vedo come una via di mezzo, ma la corsa che mi piace di più è che prende il meglio di ognuna delle due eventualità.

Tu hai fatto già un anno nella categoria con la Zalf. Che cosa ti ha spinto a cambiare?

Non rinnego assolutamente la mia scelta, mi ha dato tante soddisfazioni, ma mi sono anche reso conto che per arrivare dove voglio arrivare serve qualcosa in più. In questo molto pesa il calendario: fare gare più importanti significa affrontare corridori più forti e questo è un passo fondamentale per crescere. Per questo ritengo questo un anno decisivo per la mia carriera.

Una sola stagione per Bozzola alla Zalf, con solo 16 giorni di gara, ma un bilancio positivo (photors.it)
Una sola stagione per Bozzola alla Zalf, con solo 16 giorni di gara, ma un bilancio positivo (photors.it)
Tu finora sei stato identificato soprattutto come un velocista, ma questa definizione la senti stretta?

Sì, al punto che ormai non mi ci identifico più. Io voglio essere visto come un corridore che ha a disposizione più frecce al proprio arco. Non dimentichiamo che il Liberazione l’ho vinto al termine di una fuga lunghissima. Anche per questo è importante la scelta che ho fatto: effettuare gare sempre diverse, su percorsi il più possibile separati l’uno dall’altro, servirà per capire che tipo di corridore sono.

Perché guardi tanto al tipo di avversari?

Perché conta molto per me affrontare gente che ha maggiore esperienza della mia. Credo che sia questa la strada per imparare di più e me ne sono già accorto al primo ritiro, con il nostro gruppo affiancato a quello della prima squadra. Avere al mio fianco uno come Gianluca Brambilla che ha vissuto così tanti anni nel ciclismo che conta è una fortuna enorme, posso imparare tante cose, ma devo dire che in tutto il gruppo ho trovato grande disponibilità e si è instaurato subito un ottimo feeling.

Per Bozzola ritiro senza allenamento a Calpe. Il team gli ha inviato comunque una divisa per i suoi allenamenti
Per Bozzola ritiro senza allenamento a Calpe. Il team gli ha inviato comunque una divisa per i suoi allenamenti
Come giudichi l’ultimo anno?

Nel complesso buono pur essendo stata una stagione breve, da marzo a metà luglio con uno stop prolungato per un problema a un tendine. Ma aver vinto due gare più una cronosquadre è un bottino già importante. Aver finito prima mi ha anche permesso d’iniziare per tempo la preparazione. La cosa che mi ha scocciato di più è stata che al ritiro di Calpe mi sono ammalato quasi subito, tornando a casa dopo appena qualche giorno. Dal punto di vista fisico è stata un’esperienza sfortunata, da quello intersociale molto istruttiva.

Hai avuto modo di capire che calendario avrai?

Purtroppo essendo tornato prima no, ne dovremo riparlare e questo aspetto per me è importante. Spero tanto di avere quante più occasioni possibili per correre con gente più grande, più attrezzata da ogni punto di vista e, non lo nascondo, spero anche di mettere la mia firma in corse di peso. Ho ancora tempo per capire tante cose, essere in una squadra che ha al suo interno un team maggiore, professional ma alle porte del WorldTour, è un’opportunità straordinaria e voglio sfruttarla.

L’ultimo successo, al Trofeo Bottecchia, staccando il gruppo di 10″ (photors.it)
L’ultimo successo, al Trofeo Bottecchia, staccando il gruppo di 10″ (photors.it)
Tu d’altronde il contraccolpo del cambio di categoria lo hai già assorbito…

Sì, i primissimi mesi sono sempre di assestamento e al di là dei piazzamenti ottenuti è stato così anche per me. Cambia tutto, bisogna essere svelti ad ambientarsi, ad abituarsi ai diversi carichi di allenamento. Il primo anno il mio obiettivo era imparare il più possibile e quello che ha influito tantissimo è stato l’aspetto dell’alimentazione in corsa. Prima quasi non sapevo che cosa fare e non credevo che fosse un aspetto così importante, il 2023 è stato fondamentale in tal senso. Ora però so anche come muovermi in gruppo in ogni situazione, quindi voglio di più.