L’ultimo round, il momento in cui si tirano le somme, insomma, le battute finali. I conti da fare non sono molti, i tempi della generale sono stretti. Tra Emiel Verstrynge (Alpecin-Deceuninck Development Team) e Nicolò Buratti (Cycling Team Friuli), ci sono appena due secondi di distacco. E tra il leader belga e il terzo classificato, Davide Toneatti (nazionale italiana ciclocross, ma atleta della Astana Development), alla partenza dell’ultima tappa del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, i secondi che intercorrono sono tre. Sembra il finale ideale di un grande Giro, dove tutti i giochi sono ancora aperti e si lotta non solo per la tappa, ma anche per l’intera corsa.
Il via da Trieste
E’ una domenica di vero ciclismo: a Trieste fa caldo, ma il panorama è mozzafiato. Il gruppo parte forte di 136 unità e si dirige alla volta di Udine, attraversando prima le colline friulane. Il gruppo è nervoso, le squadre sanno che ci sono chiari interessi e non si muovono, se non alle spalle di coloro che hanno intenzione di fare la corsa.
Devono passare oltre 60 chilometri perché la prima vera fuga prenda il largo: sono 9 le unità, che non riusciranno però a guadagnare più di mezzo minuto sul gruppo. Sono in tanti a crederci, fino all’ultimo, sia tra gli uomini di classifica che tra i velocisti.
Un solo secondo
A Udine il gruppo arriva dopo appena tre ore e un quarto di corsa, con una media di oltre 47 km/h. E’ Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers) che rompe gli indugi nella città friulana e tenta l’allungo, tanto che per un attimo sembrava fatta. Ma al gruppo alle sue spalle non va bene. Arriva come un fulmine da dietro Nicolò Buratti, che sorpassa Bertazzo guadagnando metro dopo metro un discreto vantaggio. Al terzo posto si piazza Filippo Fortin (in apertura il podio di Udine).
E’ lui a vincere l’ultima del Giro del Friuli, ma non esulta, si guarda le spalle: saranno passati due secondi? Forse sì, lo credono tutti, anche la maglia gialla che sembra ormai accettare la sconfitta. I tempi per l’ordine d’arrivo ufficiale sembrano infiniti, ma il verdetto arriva: il friulano CTF è riuscito a guadagnare solo un secondo sul belga. E non prende la maglia gialla.
Da qui, uno schermo diviso in due: a sinistra, Verstrynge e tutta la Alpecin che esplodono in un grido di felicità, a destra il CTF che cerca di metabolizzare il secondo (un solo secondo!) che li divide dalla maglia gialla.
Seconda vittoria
Fermiamo Nicolò prima che arrivi il verdetto della giuria e analizziamo insieme le cose, cercando di capire se ci sono o no questi due secondi.
«Conoscevamo il percorso – dice – abbiamo provato a far saltare il banco più volte, ma non è stato facile. Sapevamo dove avremmo dovuto attaccare e non avevamo alcun margine d’errore, considerato anche che non ci sono gli abbuoni».
Del resto però le cose oramai sono fatte, si cerca il lato positivo: per Nicolò Buratti e tutto il Cycling Team Friuli arriva la seconda vittoria al Giro di casa, dopo la cronosquadre iniziale e per il classe 2001 arriva anche la maglia azzurra, come leader della classifica a punti.
La gialla e la bianca
Per Emiel Verstrynge invece maglia gialla e maglia bianca (riservata ai giovani): insomma, il migliore del Giro del Friuli, è lui. E’ contento, in fondo un po’ stenta a crederci.
«Sono molto contento di come sia andata la corsa – commenta – è una vittoria importante. Sono molto soddisfatto anche perché il livello di preparazione degli atleti belgi è molto alto, così come quello delle corse a cui partecipiamo come under 23. Questa vittoria mi dà molto morale, sono contento di esser riuscito a portare a casa la maglia gialla assieme a tutti i miei compagni, a cui devo molto».
Il sorriso di Bruno
Vi ricordate di Andrea Alfio Bruno, che avevamo lasciato sullo Zoncolan con un po’ di rammarico per la sua maglia verde? Ebbene, a Udine, torna a sorridere, perché grazie ai punti conquistati oggi, il leader dei GPM è nuovamente lui.
E’ stato un Giro friulano interessante. Osservare gli under 23, i giovani del ciclismo, è sempre una grande fortuna: hanno sì molto da imparare, ma anche e soprattutto tanto da insegnare. A Udine il sole sta tramontando dietro il castello, la giornata, l’ultima di corsa, sta finendo… e sapete ora che si fa? Si festeggia!