Piazza del Campo è vuota come le mani quando potevi stringere la vittoria e ti resta un secondo posto, anche se Elisa Longo Borghini in apparenza non pensa questo e forse ha ragione lei. Ha attaccato. Anzi, ha risposto all’attacco di Chantal Van den Broek-Blaak e quando l’ha raggiunta, l’altra si è accovacciata a ruota e non c’è stato verso di farla passare. Elisa si è voltata almeno quattro volte, ma l’olandese non le ha dato spago, né la stessa Elisa ha rischiato di rialzarsi rimettendo in gioco il finale. Un po’ come la storia dello scorpione sul guscio della tartaruga, con il finale già scritto per questa Strade Bianche.
«Anche se a cose normali – dice Elisa ormai rinfrancata – su questo tipo di arrivo riesco a staccarla. Per questo non ha dato cambi, posso capirla. Oggi aveva davvero delle ottime gambe, l’ho vista bene. Complimenti alla Sd Worx. Sapevamo che era la squadra da battere e infatti ci ha battuto».
Le energie spese
Purtroppo la sensazione di qualcosa già visto ci si è attaccata addosso proprio nel momento in cui, nel tratto in asfalto in lieve discesa verso l’ultimo chilometro, il lungo rapporto pesava più sulle sue gambe che su quelle della rivale. La gestione tattica del finale continuava ad essere condizionata dalla sua grande generosità. Non c’era in corsa la miglior Longo Borghini, tuttavia, ma un’atleta in forte crescita, tuttavia lontana dal top. Il recupero fatto per rientrare sulle prime doveva esserle costato certamente qualcosa.
«Su Colle Pinzuto – dice – sono rimasta un po’ indietro, perché la mia gara doveva essere su Van der Breggen e anche lei è rimasta attardata. Ho dovuto un po’ ricucire il gap fra i meno 10 e i meno 8, quando poi mi sono ritrovata davanti e ho dovuto tirare un po’ il fiato».
In forte crescita
Le sensazioni sono in crescita. Il percorso della Strade Bianche è più duro di quello dell’Omloop Het Nieuwsblad e se là il suo scatto è stato incisivo, ma alla lunga ha offerto il fianco al contrattacco della Van der Breggen, oggi il suo attacco e la capacità di portarlo avanti, ha tagliato le gambe a tutte, tranne che alla scomoda compagna di viaggio.
«Sapete – sorride – perché sono soddisfatta? Perché rispetto all’Het Nieuwsblad mi sono sentita in crescita. Non al top, però meglio. Sono in tabella per le classiche di aprile, anche se nel ciclismo tutto deve andare bene e con un po’ do fortuna. Adesso torno a casa per allenarmi, la stagione è appena cominciata».