Nell’ultima edizione del Gran Premio Liberazione tornato anche al femminile, scorrendo la starting list sembrava di ritrovarsi davanti ai campionati italiani di ciclocross: Silvia Persico che poi ha vinto, ma anche Francesca Baroni e Sara Casasola, finite fra le ritirate. Non è un caso: anche per quest’ultima, ormai l’attività su strada ha un peso notevole nella sua evoluzione e, parlando con lei, si coglie soprattutto il fatto che i valori delle varie specialità sono agli occhi suoi cambiati.
Il risultato di Roma non le ha fatto piacere e poco importa se il numero delle ritirate è stato molto alto (36 arrivate al traguardo a fronte di 63 che hanno abbandonato). Ma è un esito che non l’ha colta impreparata: «La stagione era partita bene, ero cresciuta e mi aspettavo di cominciare a raccogliere i frutti dopo il Trofeo Binda, invece ho preso una bronchite che mi ha fermato per un paio di settimane e dalla quale mi sto riprendendo solo ora. Sapevo di non essere in condizione per il Liberazione e mi dispiace perché ci tenevo».
E ora?
Si ricomincia da capo. Mi fermo per un po’ per riprendermi bene, quindi salto la trasferta in Repubblica Ceka che era in programma, peccato perché era dove avevo pensato di portare a casa qualcosa. Devo rimettermi in sesto fisicamente, andare avanti così è inutile. Vorrà dire che sposterò i miei obiettivi più avanti, intanto però voglio esserci a Bolzano il 15 e nella settimana successiva al Giro di Campania, sperando di star meglio che a Roma. Poi penseremo ai campionati italiani cercando di fare bene.
Siamo abituati a vederti correre in inverno. In estate come ti trovi?
Nel complesso bene, non ho problemi. Spero anzi di avere maggiori occasioni per poter gareggiare proprio perché finora non ne ho avute così tante.
Proviamo ad andare oltre: la sensazione è che tu stia interpretando questa stagione in maniera diversa dalle precedenti, non più come propedeutica per il ciclocross ma come una stradista al 100 per cento…
E’ una sensazione giusta. Mi sento come un “work in progress”. Nelle occasioni in cui mi sono sentita bene, mi sentivo anche a mio agio in gruppo, sempre più reattiva e attenta anche in tutte quelle situazioni nelle quali tecnicamente mi sentivo in difficoltà fino allo scorso anno. Per questo il mio rammarico è forte: avevo cominciato meglio che nel 2021, quando mi potei limitare solo al Binda e altre 4-5 gare prima del Giro d’Italia, dove corsi fino alla terz’ultima tappa. Quest’anno la mia intenzione è fare più gare e più ravvicinate.
Da che cosa nasce questa scelta?
E’ un cammino di maturazione. Non sono più una ciclocrossista prestata alla strada, ma una stradista a tutti gli effetti, o meglio voglio esserlo sempre di più perché mi accorgo che c’è ancora tanto da imparare e da fare. Fino allo scorso anno lavoravo in prospettiva di quello che sarebbe stato in inverno, ora invece penso alla strada, il ciclocross arriverà a tempo debito. Ciò significa che sono molto più concentrata e carica in quello che faccio.
Il cittì Pontoni ha detto che conta di tirare un po’ le fila a fine agosto. Ti sei sentita con lui?
Non ultimamente, ma so che mi segue come anche tutte le altre. Ci sarà tempo per pensarci e programmare al meglio la stagione, so che per allora ci sarà da pensare anche a un necessario periodo di stacco per preparare la campagna invernale e interpretare le gare su strada con un occhio anche al futuro, ma non è un problema che mi pongo ora.
Alla Born to Win G20 Ambedo che cosa dicono di questa tua attività doppia, storcono un po’ il naso?
Al contrario, ho trovato massima disponibilità e proprio questo mi invoglia a fare sempre di più e meglio. Già mi hanno detto che quando sarà il momento mi lasceranno staccare la spina. E’ un ambiente tranquillo e sereno, oltretutto finora ho avuto occasione di correre quasi sempre con le altre ragazze italiane e abbiamo formato un bel gruppo anche fuori dalle gare. In questo modo ti viene voglia di andare a gareggiare e impegnarti di più. Per questo sono ancora arrabbiata per come sono andate finora le cose, è il momento che la fortuna dia una decisa sterzata.