«Io lo dico, la Valcar è una favola. E’ la nostra favola. Ci sono ragazze che sono con me da quando avevano 12 anni. Nella prima stagione tra le pro’ andavamo alle gare con il timore di staccarci sugli strappetti e la speranza di finire le corse. Adesso partiamo per la Vuelta dicendo un mese prima che vinciamo quella tappa».
Davide Arzeni è il direttore sportivo della Valcar – Travel & Service e quando parla del suo mestiere, delle sue ragazze e della sua squadra la sua voce trasmette ottimismo ed orgoglio.
Questo giovane team professional, tutto italiano, è la rivelazione degli ultimi anni, ma in particolar modo di questa stagione. E’ qui che corrono Elisa Balsamo, Marta Cavalli, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini, Elena Pirrone… Il quartetto olimpico è quasi monocolore, il loro colore, il fucsia.
Un crescita importante, Davide, e pure nell’elenco UCI delle squadre 2021 la Valcar – Travel & Service ancora non figura: perché?
Perché stiamo definendo la rosa. Essendo il prossimo un anno olimpico e avendo noi 3-4 atlete coinvolte nel progetto della pista rischiamo che 12 atlete non bastano, quindi presto ne arriveranno altre due. Non chiedermi chi sono perché tanto non te lo dico! Quindi in tutto saranno 16. E tutte di spessore.
Ma Valcar continua? Vi ha assicurato lo sponsor?
Sì, sì andiamo avanti e come. Anche Travel & Service, che è partner di Ryanair, nonostante la crisi del turismo, ci ha assicurato il budget. Noi siamo contenti perché i nostri grandi sponsor non ci hanno fatto mancare un centesimo. E da giugno abbiamo speso tra i 10 e i 15 mila euro al mese di tamponi per atlete e staff, tanto per far capire quanto fosse costoso andare avanti.
Non ci dici chi arriva, ma puoi dirci qualcosa su Marta Cavalli che parte. Vi siete lasciati in buoni rapporti?
Marta era alla Valcar da 11 anni. E’ stata una figlia, ma nella vita possono esserci percorsi che si dividono. Lei voleva provare un’esperienza all’estero (Fdj – Nouvelle Aquitaine, ndr). Ha avuto questa possibilità e l’ha colta. Che dire: se non vinciamo noi, siamo contenti se lo fa lei! Partirà anche la Campbell. Teniel aveva firmato il rinnovo, ma anche per lei è arrivata una chiamata dal WT e perché tenerla controvoglia? Abbiamo trovato un accordo e passerà alla Mitchelton.
Elisa Balsamo è il faro?
Parlare di Elisa è anche difficile a volte, si rischia di finire nell’autocelebrazione. Io credo che atlete come lei in giro ce ne siano davvero ben poche, almeno per quel che ho visto io. Non la scambierei con la Van Vleuten… Vabbé facciamo la Niewiadoma! Elisa ha solo 22 anni ed è già competitiva a livello mondiale. E’ la fuoriclasse del futuro: è veloce, tiene in salita, va forte sul passo. Potrà vincere un Fiandre così come la volata di gruppo alla Vuelta.
In cosa è cresciuta e in cosa deve migliorare?
E’ maturata come ragazza ed è consapevole dei suoi mezzi. Che avrebbe vinto alla Vuelta l’abbiamo detto un mese prima. Su pista aver battuto la Trott, la più forte al mondo, la dice lunga. Deve invece migliorare in generale su strada, ma questo avverrà nel 2022 dopo le Olimpiadi, quando si dedicherà di meno alla pista. Non che debba abbandonarla, anche perché per come la fanno loro fa bene anche alla strada, però se siamo in Belgio non deve andare via a metà settimana per gli Europei. Non credo vincerà un Giro, ma non perché non vada forte in salita, ma perché le scalate che durano 30-40′ le danno fastidio. Però è anche vero che non ci abbiamo mai lavorato, proprio perché di mezzo c’è la pista.
Poi c’è Chiara Consonni, altra rivelazione e che ci dicono essere la mattatrice del gruppo…
Per me è più forte del fratello! Almeno come velocista pura. E’ “cattiva”, non ha nessun timore di corsa e avversarie. Nelle vittorie di Elisa c’è quasi sempre Chiara che ormai è il suo “ultimo uomo”. Però quando ha carta bianca non ha mai deluso. Ha già vinto nel WorldTour battendo le più forti al mondo e ha 20 anni… Il suo futuro è luminoso.
Vittoria Guazzini…
Ecco un’altra predestinata. Lei 20 anni ancora non li ha compiuti. Su pista abbiamo visto come è andata nel Madison e nel quartetto. Vittoria è arrivata alla Valcar due anni fa, ma è come se ci fosse sempre stata. Ha un motore pazzesco. Quando trova continuità è tra le più forti soprattutto nelle crono e nelle classiche del Nord tipo la Roubaix.
Hai un grande gruppo insomma. Ma quando andate in giro per il mondo emerge questo aspetto?
Si nota?! Quando siamo all’estero più di qualche volta è successo che ci hanno fatto notare, appunto, la nostra “allegria”. Alcuni team stranieri non amano troppo questo approccio, che invece credo sia la nostra arma segreta. Una Silvia Persico che è con noi da quando è una bambina è quello che definisco la nostra favola. E il merito è di Valentino Villa (patron Valcar, ndr) che ci crede ed investe.
E in corsa si aiutano? Si cercano?
Si, si parlano. Si aiutano. A volte addirittura anticipano anche me in ammiraglia e quello che sto per dirgli. In alcuni casi le richiamo proprio perché anticipano troppo.
Tu le segui da anni: sono cresciute anche come carattere?
Siamo stati a Livigno tre settimane a giugno. Una volta con il freddo sarebbe stato tutto più complicato (e forse anche lo stesso Arzeni sarebbe stato più accorto, ndr). La lacrimuccia era più facile, adesso sono più toste. Proprio Elisa era caduta alla Gand, subendo un taglio per colpa di un freno a disco che la ha fatto mettere 18 punti su una gamba. Qualcuno ha subito parlato di stagione finita: dopo una settimana era in corsa a De Panne.
Lo spirito c’è, gli sponsor sembrano solidi e la squadra è forte: pensate al salto nel WorldTour?
Eh ci pensiamo, ci pensiamo… Ma bisogna vedere come si evolverà il WorlTour stesso, tanto più dopo questo periodo. Secondo le “tabelle di marcia” dell’UCI sullo sviluppo del ciclismo femminile, quest’anno ci sarebbero dovute essere 12 squadre WT. Invece ce ne sono 9 e alcune non sono in ottime condizioni. Noi abbiamo atlete che corrono in pista e che fanno parte dei gruppi sportivi militari. Per ora nel WT ancora le fanno correre, ma in futuro? Andiamo avanti così… tanto siamo talmente forti che gli inviti arrivano!