A fine novembre, l’ultima volta che lo avevamo sentito, l’umore di Umberto Marengo non era dei migliori. La Drone Hopper si stava ridimensionando drasticamente e lui, come altri suoi compagni, era ancora senza squadra. Tuttavia sul finire della telefonata, prima di salutarci, la sua voce aveva avuto un barlume di speranza.
«Non ho ancora il piano B ma valuterei anche un ingaggio in MTB», ci aveva confidato il 30enne torinese. Detto, fatto e accordo raggiunto sotto Natale con il Boscaro Racing Team. Così abbiamo richiamato Marengo per chiedergli come stia affrontando questa nuova fase della sua carriera. Piedi per terra, ma anche un piccolo desiderio forse non troppo impossibile da realizzare. Sentiamolo.


Umberto come sei arrivato a questo ingaggio?
Mi hanno contattato i titolari della Cicli Boscaro. Hanno il negozio a Pianezza, a pochissimi chilometri da Collegno dove abito io. Loro sapevano della mia volontà di fare fuoristrada e così mi hanno proposto un progetto comprendente anche la loro attività commerciale. Per la verità avevano questa idea per il 2024, ma hanno anticipato di un anno. Spero che possa andare bene sia a loro che a me.
Cosa prevede questo progetto nel complesso?
Naturalmente farò la stagione da elite grazie alla affiliazione con la FCI. Mi hanno detto di pensare principalmente a fare il corridore, però nel nostro accordo c’è anche un lavoro in negozio. Per alcune situazioni potrei portare la mia esperienza, ma per tante altre dovrei apprendere tutto. Come i lavori meccanici ad esempio. Non sono un grande “smanettone” accanto alla bici, giusto l’indispensabile. Sono però sempre stato molto curioso e quindi potrei imparare quasi un mestiere.


E’ già un pensiero per il futuro per quando smetterai di correre?
No assolutamente. O meglio, mai dire mai. Quello che mi insegneranno sono certo che mi tornerà utile. In realtà non mi è mai piaciuto guardare troppo avanti, specialmente dopo questo 2022 che è stato ricco di batoste, anche sul piano personale. Ogni mattina mi svegliavo e mi ritrovavo a ricominciare tutto daccapo. Adesso vivo alla giornata pensando ad allenarmi e preparare una stagione in una disciplina che mi piace, ma nella quale incontrerò delle difficoltà.
C’è qualcosa che ti spaventa di questa nuova avventura?
Da molto giovane praticavo ciclocross e la Mtb l’ho sempre seguita. Sarà tutta una scoperta in cui mi tuffo con curiosità ed entusiasmo. So che troverò atleti molto più forti di me e pagherò l’inesperienza. Dovrò dimostrare di essere all’altezza. Spero di imparare in fretta e divertirmi, ma vorrei soprattutto ripagare la fiducia che Cicli Boscaro hanno riposto in me. Non è stato facile per me trovare una squadra e trovare una società di Mtb che scommette su uno stradista è stata una bella occasione, piuttosto insolita.




Che calendario farai?
Farò tutte le corse del fuoristrada, soprattutto le marathon. Per esempio, avrei sempre voluto partecipare alla Assietta Legend che si disputa al Sestriere, ma mi era impossibile vista l’attività su strada. Adesso potrò finalmente correrla. Cercherò di fare anche le gare di gravel. Nel 2022 ho fatto la Serenissima e quest’anno vorrei qualificarmi per il mondiale. Infine, per quanto possibile, cercherò di correre anche su strada. Al momento il calendario mi permette solo di partecipare al campionato italiano, ma avrei anche un sogno…
Quale?
Quello di poter correre qualche classica italiana con la nazionale. Nel 2022 i ragazzi della ex Gazprom hanno avuto questa giusta possibilità e mi piacerebbe poterla vivere a mia volta. Non conosco chiaramente i programmi del cittì Bennati e non ho la confidenza per chiamarlo e proporgli una cosa del genere, però se lo vedessi ad una gara non avrei timore ad accennarglielo. Magari potrei mettermi a disposizione degli azzurri più giovani. Ovvio che per entrare nei radar del cittì dovrò andare forte e continuare ad allenarmi seriamente anche su strada.
In questo ultimo periodo ti ha chiamato qualcuno della Drone Hopper per sapere se avevi trovato una squadra?
A parte qualche video-call per questioni solo burocratiche, l’unico con cui sono rimasto in contatto con una certa regolarità è Giovanni Ellena. Con lui mi sono sempre sentito e quasi sempre per parlare di altro, non di ciclismo. Comunque alla nostra ultima chiamata mi ha detto che ho fatto bene a scegliere la Mtb.


All’orizzonte, tipo a metà stagione, potrebbe esserci uno spiraglio per Umberto Marengo di tornare su strada?
In questi mesi nessuna squadra mi ha tenuta aperta mezza finestra. Tutti erano a posto. E dubito fortemente di poter ripetere il caso più unico che raro di Jacopo Mosca. Nel 2019 lui corse l’italiano con la D’Amico, una continental, ed un mese dopo era alla Trek-Segafredo nel WorldTour. Lui è stato bravo a meritarselo. Non voglio fantasticare però è ovvio che spererei di potervi dire il contrario magari quando ci sentiremo fra sei mesi. Mi mancano gli amici che ho avuto in gruppo e vi confesso che se una professional mi chiamasse domattina firmerei subito. Ma ripeto, resto con i piedi per terra. Mi voglio godere ed impegnare al massimo in ciò che mi aspetta.