Woods non molla, anzi rilancia e pensa al Giro

24.11.2023
6 min
Salva

Per un certo periodo, nel corso del ciclomercato, sono girate voci su una possibile fuoriuscita di Michael Woods dalla Israel Premier Tech. Il che sembrava strano considerando che il canadese è come il vino buono, migliora invecchiando. Anche nel 2023 è riuscito a mettere la sua firma risultando tra i più brillanti del suo team, conosciuto per essere quello che, fra WorldTour ed ex WT, ha l’età media più alta, in controtendenza rispetto al ciclismo attuale.

Le voci poi sono svanite nel tempo, la realtà è che Woods resta parte integrante del team, sicuramente scosso dagli ultimi accadimenti che hanno coinvolto il Paese come raccontava il nuovo acquisto Sheehan. Woods ora è in famiglia, dall’altra parte dell’Atlantico ad affrontare la primissima parte della preparazione in attesa del ritiro prestagionale di dicembre, prestandosi così a una chiacchierata a bocce ferme su quel che è stato e quel che verrà.

Il trionfo sul Puy de Dome al Tour de France, staccando Latour di 28″. Al Tour ha chiuso 48°
Il trionfo sul Puy de Dome al Tour de France, staccando Latour di 28″. Al Tour ha chiuso 48°
Come giudichi la tua ultima stagione?

Certamente è stato un successo. Ho ottenuto il risultato più importante della mia carriera vincendo una tappa al Tour de France. Non sarà stata la mia stagione migliore in quanto a costanza di risultati, ma sono rimasto piuttosto soddisfatto e questo mi ha dato la motivazione per la stagione a venire.

Che cosa ti ha lasciato la vittoria nella tappa del Puy de Dome?

Molta soddisfazione, anche sollievo. Dopo aver detto che volevo vincere una tappa del Tour da così tanto tempo, temevo che quel momento non sarebbe più arrivato. E alla fine mi ha lasciato molta motivazione. Ora ho un nuovo obiettivo, ovvero cercare di ottenere un’altra vittoria di tappa al Giro e completare la collezione di vittorie in tutti e tre i grandi Giri. Penso che sarebbe davvero speciale.

Michael Woods, Vuelta 2020
La vittoria a Villanueva alla Vuelta 2020. Ora Woods punta a completare la collezione di tappe nei grandi Giri
Michael Woods, Vuelta 2020
La vittoria a Villanueva alla Vuelta 2020. Ora Woods punta a completare la collezione di tappe nei grandi Giri
In questo periodo ti senti più competitivo nelle classiche in linea o nelle brevi corse a tappe?

Penso che il livello si sia alzato. Ci sono molti corridori ora nel World Tour che sono semplicemente incredibili. All’epoca di Valverde c’erano solo uno o due corridori dominanti, io sono arrivato vicino quando era alla fine della sua carriera. Quando ho iniziato a emergere, mi sentivo come se fossi un po’ più competitivo rispetto ai migliori. Oggi la situazione è diversa, ma ciò non significa che non ho ancora la possibilità di fare bene in queste gare e sono ancora piuttosto entusiasta per lottare con i più giovani negli anni a venire.

Hai chiuso con buoni risultati nelle corse italiane di fine stagione: ti aspettavi di più fra Emilia, Tre Valli Varesine e Lombardia?

Sono rimasto abbastanza soddisfatto dalle prime due prove, ma un po’ deluso dal Lombardia. Mi sono sentito davvero bene in queste classiche, come se fossi tornato al mio vecchio livello. Ma sfortunatamente al Lombardia ho sbagliato dal punto di vista dell’esecuzione sulla salita finale ed ero troppo indietro quando l’attacco ha iniziato a partire. Ho notato davvero come negli ultimi due, tre anni se non sei nella posizione perfetta, è quasi impossibile competere contro i migliori ciclisti del mondo. In passato potevi commettere un errore ed essere un po’ troppo indietro, ma rimediare. Il ritmo delle gare adesso è così inesorabile, così alto che se commetti un errore, finisci per pagarlo. E così ho finito per non far parte di quel primo gruppo, anche se sentivo di avere davvero le gambe per esserci.

Woods al Lombardia, chiuso al 12° posto perdendo sull’ultima salita il treno dei migliori
Woods al Lombardia, chiuso al 12° posto perdendo sull’ultima salita il treno dei migliori
Le corse delle Ardenne continuano ad essere un tuo obiettivo?

Sì, sicuramente. Sono davvero concentrato su di loro. Tuttavia, il grande obiettivo per me l’anno prossimo è il Giro d’Italia, dovrò essere al massimo della forma per l’avvio della corsa rosa.

Affronterai il quarto anno alla Israel: come ti trovi nel team e cosa rispondi a chi dice che ha un’età media troppo avanzata?

Sono davvero entusiasta di far parte di questa squadra per il quarto anno, per me è una famiglia che si prende cura di me e mi sento davvero privilegiato. Detto questo, la nostra età media è sicuramente una delle più alte nel gruppo e io con i miei 37 anni contribuisco sicuramente a questo. Ma penso di essere davvero fortunato a far parte di una squadra che non guarda a questo aspetto. Geraint Thomas ha dimostrato la scorsa stagione, come ho dimostrato anch’io al Tour, che puoi ancora essere al meglio nella tua carriera. Anche Alejandro Valverde ne è un ottimo esempio. E sono entusiasta di continuare a esplorare le mie capacità fino alla fine dei trent’anni. E chissà, forse anche oltre.

Per il canadese il 2024 sarà il quarto anno all’Israel. Team fra i più anziani, con 10 elementi sopra i 30 anni
Per il canadese il 2024 sarà il quarto anno all’Israel. Team fra i più anziani, con 10 elementi sopra i 30 anni
Hai 37 anni: sei d’accordo con chi dice che il ciclismo attuale renderà impossibile nel futuro continuare a correre a un’età simile?

No. Penso che sicuramente la tendenza stia andando verso i ciclisti più giovani. Penso che ora, con l’accesso alle informazioni migliori come tecnologia, coaching, nutrizione, diventare un giovane corridore di vertice stia diventando molto più semplice. Non è necessario passare anni di esperienza per raggiungere un livello superiore. Puoi semplicemente seguire qualcuno su Strava o farti seguire da un buon allenatore nei picchi di allenamento, puoi guardare tutte le gare online e imparare molto più velocemente di quanto potevi prima.

Al Giro d’Italia Woods manca dal 2018, quando sfiorò la vittoria a Caltagirone
Al Giro d’Italia Woods manca dal 2018, quando sfiorò la vittoria a Caltagirone
Tempi duri quindi per chi viene da un’altra cultura ciclistica…

Mah, penso che l’età abbia ancora un ruolo nello sport. Io stesso sto ancora imparando. Questo è uno sport in cui impari costantemente e, man mano che migliori, diventa più facile esibirsi a questo livello. Per quanto mi riguarda, fisiologicamente mi sto avvicinando al massimo delle mie capacità, ma sento ancora che sto migliorando mentalmente. Avere quell’esperienza che l’età porta con sé aiuta. È ancora uno sport di squadra e avere ragazzi che hanno solo anni di esperienza aiuta molto all’interno del team.

Se ti guardi indietro, hai qualche rammarico per un’occasione perduta?

Anche se ho avuto dei fallimenti nella mia carriera, ho avuto anche dei grandi successi. E certamente quei fallimenti, quegli errori che ho commesso, mi hanno reso un pilota e una persona migliore.