Finalmente Viviani: «Si riparte da Cholet»

30.03.2021
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Una vittoria che ci voleva proprio. Il mattino dopo Cholet, per Elia Viviani, ha un sapore che non sentiva da tempo, troppo tempo. La Cholet Pays de Loire non sarà certo una classica, ma gli ha permesso di chiudere la più lunga parentesi senza successi, apertasi addirittura nel 2019 e gli ha dato nuovo slancio per questa fondamentale stagione.

Non serve neanche entrare nei dettagli, la voce di Viviani ha già un tono ben diverso rispetto agli ultimi mesi: «E’ stato un periodo troppo lungo senza soddisfazioni, ma sapevo che la condizione c’era e avevo già visto che l’anno era partito bene, al di là dei problemi fisici. Questo successo serviva a tutti, a me e alla squadra, ma questo deve essere un punto di partenza».

L’ultima vittoria risaliva alla quarta tappa del Giro di Slovacchia il 21 settembre 2019
L’ultima vittoria al Giro di Slovacchia, il 21 settembre 2019

Si riparte da qui

Avevano ragione quindi i dirigenti della Cofidis a pensare a te per la prova francese e non per la Gand-Wevelgem?

Alla fine sì, è stata la scelta corretta, ma per questo dico che deve essere un punto di partenza. L’obiettivo deve essere vincere ben altre gare. Questa serve al team come esempio di come dobbiamo lavorare e mi fa piacere soprattutto per la squadra.

Che non ha mai smesso di credere in te, no?

Vero, ma dopo oltre 500 giorni che non vinci, dopo che quella maglia non è mai sfrecciata per prima sul traguardo le domande te le fai. La condizione c’era, ma non è che questa basti automaticamente per vincere. A Cholet al di là della volata ci siamo mossi bene nella gestione della corsa, nella costruzione del treno, questo mi dà fiducia.

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Raccontaci un po’ la corsa…

Erano 204 chilometri con 2.000 metri di dislivello, 150 di pianura e un circuito da ripetere 6 volte con all’interno uno strappo di 800 metri e altri tratti molto tecnici. Una corsa vinta anche con la testa, nella gestione della volata (Viviani vincente nella foto d’apertura di B.Bade/LNC, ndr): ho scelto la mia traiettoria e ho tirato dritto, un successo netto, con valori già molto alti.

Come ti sei trovato sullo strappo?

Bene, quando a 2 giri dalla fine sono scappati in tre potevo agganciarmi, ma ho pensato che non sarebbero arrivati al traguardo e ho avuto ragione. Anche quando ha provato il colpo Benoit Cosnefroy, poi ripreso all’ultimo chilometro.

Riparliamo della Sanremo

A proposito di strappi, alla Sanremo tutti hanno visto che ti sei praticamente fermato all’inizio del Poggio: che cosa era successo?

Ho imboccato il Poggio troppo indietro nel gruppo e le gambe erano già al limite, ho preso una frustata già al primo tornante. A quel punto la corsa era finita. Solitamente all’inizio il Poggio si affrontava con andatura più regolare, invece gli Ineos hanno dato subito tutto gas e infatti nessuno sopra ha fatto la differenza.

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Belgio e poi… pista

Ora si torna in Belgio?

Sì, mercoledì si corre la Attraverso le Fiandre e poi il mercoledì dopo la Scheldeprijs. Potrebbe anche essere la mia ultima corsa prima del Giro, a meno che non decida all’ultimo di andare al Romandia.

Al ritorno dal Belgio, spazio alla pista?

Sicuramente, ci sono da testare i materiali e lavorare duro per Tokyo. Il pensiero è sempre lì…