All’orizzonte, è proprio il caso di dirlo, c’è una formazione che vuole continuare a crescere. La campagna acquisti dell’Horizons Cycling Club per il 2025 non è passata inosservata con un paio di colpi mirati e ben assestati, tenendo conto del suo status.
La formazione trentina, con forte vocazione vicentina, non è affiliata all’UCI, però sta mostrando anima e mentalità da “continental”. Gli importanti ingaggi di Martina Testa e Anita Baima proiettano la Horizons verso quella direzione, anche se nella prossima stagione la volontà è quella di portare avanti il proprio progetto. Lo farà diffondendo messaggi sociali fondamentali per il movimento femminile, come è stata Scarpetta Rossa con Giro Women. Attraverso le parole del presidente Marino Ongarato abbiamo approfondito la conoscenza della sua società.
Partiamo facendo un passo indietro. Come nasce la vostra realtà?
Prima ero presidente del Team 1971, formazione che è arrivata fino alle juniores poi l’abbiamo chiusa nel 2022. L’anno scorso ho conosciuto alcuni dirigenti della Acca Due O Manhattan ed è iniziata una collaborazione grazie alla quale siamo comparsi sulla loro divisa. Alla fine questa è stata la nostra prima vera stagione, in cui avevamo deciso di dare un nome diverso, con un senso.
Parlacene pure.
Qualche anno fa avevo conosciuto Alessandro Tegner (responsabile marketing e comunicazione della Soudal-Quick-Step, ndr) che ora ci cura la comunicazione, che mi raccontava aneddoti della sua vita lavorativa e da lì avevamo ragionato per il nostro attuale progetto femminile. Ci piace coniugare le storie delle nostre aziende a quelle delle ragazze. Ovvero pensare che le nostre ragazze hanno un orizzonte da raggiungere, un sogno da realizzare. Infatti il nome Horizons è nato proprio così, parlando con una nostra collaboratrice che ci intravedeva questo significato. Ed anche la nostra maglia l’abbiamo pensata con i colori di un ipotetico orizzonte che ammiri. In gruppo siamo ben riconoscibili e non è un aspetto secondario. Anzi, ci facciamo portavoce di messaggi importanti.
Quali?
Quando abbiamo iniziato questa avventura ci sono stati fatti gravissimi di violenze nei confronti di giovani donne. Così visto che avevamo una squadra di ragazze attorno ai vent’anni, abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto. Abbiamo contattato i gestori del 1522, il Numero Antiviolenza e Stalking, dicendogli che volevamo metterlo al centro della nostra maglia per sensibilizzare questo importante tema. Ci ha ringraziato Elisa Ercoli, presidentessa di Differenza Donna, l’associazione che gestisce il 1522 per conto del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Siamo l’unica squadra in Italia ad averlo fatto e questo simbolo ci riempie d’orgoglio.
Com’è andato il 2024?
Come dicevo prima è stato il nostro primo vero anno di vita. Non avevamo particolari aspettative. Ovviamente abbiamo incontrato alcune difficoltà perché non avevamo storia e quindi anche nella composizione del nostro organico inizialmente non trovavamo le atlete perché non ci conoscevano. Siamo andati per conoscenze dirette delle ragazze e per stima. E allo stesso modo abbiamo fatto per ricevere inviti a certe gare. Tuttavia, dopo un inizio contratto abbiamo avuto un forte crescendo. Con Sara Luccon siamo stati protagonisti al Giro di Lunigiana. Ha vinto la prima tappa a crono, ha fatto seconda il giorno successivo e seconda nella generale. Pertanto il bilancio è decisamente buono.
E’ stata questa la molla che vi ha spinto a prendere ragazze di spicco?
Abbiamo un po’ rivoluzionato la nostra squadra ed abbiamo colto alcune occasioni che si sono evolute. Tenete conto che a fine ottobre arrivano le telefonate dei team continental italiani che rilasciano le atlete in esubero. E contestualmente abbiamo cercato certi profili tra le juniores. Nel complesso, tra l’anno scorso e quest’anno, abbiamo pensato a quelle ragazze che per motivi di studio o intoppi fisici non sono riuscite ad esprimersi a dovere.
Fatto sta che avete messo sotto contratto una plurimedagliata della pista come Anita Baima. Com’è nato il suo ingaggio?
Conosco la famiglia di Anita e ci siamo consultati. Si è creata una determinata situazione per cui valeva pena sfruttarla. Anita è una delle migliori atlete del suo anno, che ha fatto benissimo con la BFT Burzoni, oltre che essere un vero talento. Il suo arrivo ci permetterà di andare a fare esperienze all’estero e sperare in qualche invito supplementare. Devo dire che sono estremamente contento perché abbiamo vinto la concorrenza, a sorpresa dirà giustamente la gente. Il problema è che tutte le continental sono sempre in cerca del talento o che le stesse ragazze vogliono farsi vedere per andare nei team più importanti, però non si capisce mai fino in fondo l’aspetto dell’esame di maturità per le ragazze al primo anno elite. Così poi nascono le scelte sbagliate oppure le ragazze si perdono o demoralizzano.
Che squadra sarà quella della Horizons nel 2025?
Avremo sette U23, una elite e tre juniores. Tra le “grandi” abbiamo riconfermato Ongarato e Trussardo, che per me è uno dei migliori prospetti tra le giovani scalatrici, ma che quest’anno è stata fortemente rallentata dalla mononucleosi. Sono arrivate Semoli dal Vaiano, Miotto dalla Mendelspeck e Testa dalla BePink. Quest’ultima è quella che ha fatto più esperienza internazionale col suo team ed è una ragazza forte su gare dure. Dalle juniores del Racconigi abbiamo preso Rabbia, ragazza tenace che ama andare all’attacco su ogni percorso. In uscita ci tengo a dire che Luccon e Foligno passeranno con la Top Girls Fassa Bortolo, che è una formazione molto importante e per noi è motivo di vanto avergli dato due nostre juniores.
Al presidente Marino Ongarato è mai venuta voglia di diventare un team continental?
E’ un’idea che avevamo e che abbiamo tuttora. Chiaramente non si può improvvisare e vanno ricercati più sponsor e comunque vanno coinvolti con uno sforzo economico maggiore. Tuttavia avevamo già deciso di restare così come siamo perché aspettiamo di capire come si evolverà la situazione delle professional. C’è in atto una riforma che non è ancora chiara e siamo curiosi di capire cosa sarà delle continental, specialmente quelle italiane. Al momento siamo piccolini, pensiamo a fare una bella stagione come ci auspichiamo, poi vedremo cosa fare fra qualche anno.