Il vuoto dentro, i tentativi e il ritiro: Benedetti racconta…

15.02.2023
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Basta guardare gli occhi nella foto di apertura, da lui pubblicata su Instagram il 7 gennaio, per capire che il cammino di Gabriele Benedetti nel ciclismo fosse al capolinea. Per contro basta guardarlo nella foto con la sua ragazza (che pubblichiamo in conclusione di questo articolo) per rendersi conto della differenza. E così ieri, anticipando la telefonata con un messaggio e un post su Instagram, il campione italiano U23 del 2021 (22 anni) ha annunciato la fine della carriera.

Non è l’addio di Dumoulin e Pinot, non fa rumore come il ritiro di Aru. Però fa capire quanto debbano essere forti le motivazioni per fare il professionista. E come basti qualcosa che si inceppa nella vita di tutti i giorni, per trasformare anche le strade di pianura in salite insormontabili.

L’ultima corsa di Benedetti è stato il Tour du Limousin, chiuso con un ritiro il 18 agosto scorso
L’ultima corsa di Benedetti è stato il Tour du Limousin, chiuso con un ritiro il 18 agosto scorso

Sfortuna cronica

Inizialmente il pensiero è andato alle mille sfortune, a causa delle quali il suo primo anno da professionista si è concluso con 16 giorni di corsa. L’ultimo in cui ha attaccato il numero sulla schiena fu il 18 agosto al Tour du Limousin. Poi la Drone Hopper si è sciolta e la prospettiva di ripartire dalla Colombia ha congelato un entusiasmo già freddo.

«E’ un po’ che ci pensavo – racconta con mezzo sorriso – già dalle vacanze di Natale. Ho parlato con Massimiliano (Mori, il suo procuratore, ndr), ero un po’ in crisi. Avete presente quando proprio non riesci a partire per l’allenamento? Ci ho provato e riprovato, mi era già capitato di avere certi pensieri. Mi sono convinto a ritentare. Ho provato anche a cambiare vita. Sono andato via di casa per vedere se avevo più stimolo. Però, niente. Facevo una settimana o due e poi mi ritrovavo al solito punto…».

Benidorm, dicembre 2021: la maglia tricolore di Benedetti al primo ritiro della Drone Hopper, con Grosu e il preparatore Borja Martinez
Benidorm, dicembre 2021: il tricolore di Benedetti al ritiro della Drone Hopper, con Grosu e il preparatore Borja Martinez
Da U23 ti piaceva la vita del corridore? 

Mi era già successo di avere dubbi nell’ultimo anno, quando ero campione italiano. Non ottenevo più quello che volevo e mi ero un po’ demoralizzato. Ho fatto il campionato italiano, poi ho avuto un incidente e mi sono rotto le costole. L’anno dopo ho iniziato da professionista ed ero contento di partire. Stavo anche bene. Nella prima gara (il Trofeo Alcudia a Mallorca, ndr) ho fatto 30 chilometri e poi mi sono sfasciato un ginocchio. Mi sono risollevato e ho preso il Covid. Un’altra gara e ho preso le placche in gola, con tanto di antibiotici. Sfortuna su sfortuna. Ho cercato di trovare la rabbia per farmi valere, però niente…

Chi era al corrente della tua situazione?

Massimiliano Mori, di queste cose parlavo con lui. I miei genitori e la mia fidanzata. Massimiliano mi diceva che ero uno che valeva, insomma di provarci. Di non preoccuparmi della squadra e la squadra infatti non c’entra niente. All’inizio, quando la Drone Hopper è diventata continental, ci sono rimasto un po’ male, come tutti. Però alla fine mi hanno sempre sostenuto. Solo non avevo più la testa per andare avanti. 

Nel 2018 Benedetti corre i mondiali juniores a Innsbruck: è al secondo anno e arriva 6° a 3’20” da Evenepoel. Con lui c’è Tiberi
Nel 2018 Benedetti corre i mondiali juniores a Innsbruck e arriva sesto a 3’20” da Evenepoel
Eppure l’anno scorso a Benidorm eri sembrato motivato…

Era la prima stagione da professionista, volevo far vedere quello che valevo. Stavo bene, il periodo nero doveva cominciare. 

Quanto è stato difficile prendere questa decisione?

Parecchio, perché poi ho sempre paura di deludere gli altri. Tanti credono in me, la gente quando esco di casa mi parla solo di ciclismo. Quindi ho guardato tanto a questo aspetto. Poi però ho capito che dovevo pensare a stare bene io. In più ci sono state anche delle vicende personali un po’ pesanti, riguardo persone del ciclismo che mi hanno fatto del male. E anche quelle hanno avuto un bell’impatto, succede quando ti fidi di qualcuno che invece ti tradisce.

Vuoi dire di cosa si tratta?

No, ma posso dire che c’è un direttore sportivo che sin dagli juniores era molto vicino a me, che non si è comportato bene. Mi sono fatto prendere, sapeva parlare bene. Insomma, da lì in poi è andato tutto male (altro Benedetti non dice, ma lascia capire che si tratta di vicende personali non legate direttamente al ciclismo, ndr).

Il 19 giugno del 2021, Benedetti diventa tricolore U23 a Bacchereto, in Toscana (photors.it)
Il 19 giugno del 2021, Benedetti diventa tricolore U23 a Bacchereto, in Toscana (photors.it)
E’ tanto che vai masticando questo malumore?

Tanto, sì. Andare in bicicletta mi piace. In queste giornate, un giretto si potrebbe fare, ma non ce la faccio. Una volta sarei partito senza pensarci due volte, invece ora ci penso anche tre.

Come immagini la tua vita?

Non ho avuto tempo di pensarci. Ho preso la decisione senza sapere cosa farò, quindi è tutto in evoluzione. Di sicuro avrò più tempo per la famiglia, mi troverò un lavoro, diventerò una persona normale. Mi impegnerò a fare altro.

Mori dice che ti sei tenuto tutto dentro perché sei molto chiuso.

Sono uno che sta zitto, che non dice niente e questo un po’ mi penalizza. Insomma, nessuno capisce come stai, quello che hai. Sono così, ci provo, ma è il mio carattere. Sono timido, forse per fare il corridore ci vuole più cattiveria.

Giro dell’Emilia 2020, nell’anno del Covid si corre il 18 agosto: Benedetti in azzurro, avrebbe dovuto correre nel Team Monti
Giro dell’Emilia 2020, nell’anno del Covid: Benedetti in azzurro, avrebbe dovuto correre nel Team Monti
Quante volte dovrai ripetere questi concetti?

Purtroppo mi aspetto anche delle critiche, oppure delle chiamate. Però ci ho pensato tanto, è la mia decisione. Quindi chiunque può pensare a quel che vuole, io faccio quel che mi sento.

Chi lo aveva capito anche prima di te?

Sara, la mia ragazza. Siamo insieme da sei anni e parliamo tanto. Lei mi ha tirato su anche nell’anno da campione italiano, perché anche lì ero giù.

Sei uno di quelli che prende le decisioni e poi non torna indietro oppure ti lasci mezza porta aperta?

Non lo so, sinceramente non lo so. Però col tempo si vedrà (Benedetti ha 22 anni, ndr). Insomma se mi ritorna un po’ di voglia, se avrò qualche possibilità. Devo solo vedere se mi passa questo momento o se non passerà mai.

L’unica ad aver capito tutto era già da un po’ la sua compagna Sara, qui in una foto della scorsa estate
L’unica ad aver capito tutto era già da un po’ la sua compagna Sara, qui in una foto della scorsa estate
A casa come l’hanno presa?

Montemarciano, il mio paese, è super appassionato di ciclismo (è lo stesso borgo dell’aretino che ha dato i natali a Rinaldo Nocentini, Francesco Failli e Marco Madrucci, ndr). Mio babbo ha corso in bicicletta e ci è rimasto un po’ così. Anche per lui era una soddisfazione, però purtroppo se ne faranno una ragione.

Averlo annunciato ti ha tolto un peso?

Ho fatto capire quel che provavo, mi sono tolto un peso perché lo tenevo dentro da tanto. Non avevo mai detto niente a nessuno. Insomma finalmente mi sento più libero.