Come si rimette subito in piedi un corridore, dottor Zaccaria?

20.05.2022
4 min
Salva

Cadere in bici non è mai bello. Cadere durante una corsa a tappe oltre che non bello complica notevolmente le cose. Non solo bisogna cercare di portare a termine la frazione (e se si è uomini di classifica bisogna farlo anche stando davanti) ma bisogna farsi trovare pronti. Ed è questo uno dei ruoli di Daniele Zaccaria, medico della Bahrain Victorious.

Partendo dallo spunto della caduta di Mikel Landa la scorsa domenica nella Isernia-Blockhaus, con Zaccaria cerchiamo di capire come si rimette “in piedi” un corridore in poche ore.

Daniele Zaccaria è il medico della Bahrain Victorious in questo Giro
Daniele Zaccaria è il medico della Bahrain Victorious in questo Giro
Dottor Zaccaria, cade un suo corridore: cosa fa? Com’è la procedura?

Quando cade un corridore, tanto più se è un capitano, è sempre un bel problema. La prima cosa da fare è sincerarsi che non ci siano fratture o danni permanenti. Danni che possono impedire o mettere a rischio il proseguire della della corsa. Una prima valutazione pertanto viene fatta subito all’arrivo. Nel giorno del Blockhaus, pensando a Landa, dopo il podio e anche dopo il controllo antidoping. E qui comincia il lavoro.

Che consiste in…?

Una volta accertato che non ci siano fratture, si analizzano le ferite. Ci si prende cura delle abrasioni perché il nostro compito è quello di rimetterli in bici il prima possibile, in questo caso il giorno successivo, altrimenti non si ripartirebbe nelle condizioni migliori. Dobbiamo accelerare la guarigione di queste abrasioni o, restando nel caso di Landa, di contusioni. Vista la botta sapevo che il giorno dopo ne avrebbe avute diverse.

Prima, dottore, ha detto che vengono fatte delle valutazioni per verificare la presenza o meno di fratture, intende delle radiografie?

Le valutazioni le faccio io. Sono io dottore che dico se c’è bisogno o meno della radiografia. Nel caso ce ne fosse bisogno, il Giro d’Italia offre la possibilità di farle direttamente sulla finish line. C’è un “camion” apposito messo a disposizione dell’organizzazione. E questo avviene solamente al Giro d’Italia e al Tour de France. Ed è ottimo perché facilita molto il processo diagnostico in caso di fratture anche non visibili, non valutabili in prima istanza.

I detergenti Betadine che usano i corridori del team. In blu quello vaginale, ancora più delicato per le ferite più profonde
I detergenti Betadine che usano i corridori del team. In blu quello vaginale, ancora più delicato per le ferite più profonde
E può succedere che non si vedano subito?

E’ quel che è accaduto proprio al nostro Tratnik con la frattura dello scafoide. Frattura che difficilmente si vede anche con la radiografia semplice. Serve una Tac. Fare una diagnosi corretta è fondamentale per permettergli di proseguire la corsa.

Quindi dicevamo della cura delle ferite: come funziona?

Il medico passa alla pulizia delle ferite: disinfezione e pulizia… sono la prima cosa. Tra l’altro anche i ragazzi sono istruiti in tal senso. Nella doccia del bus, in caso di abrasione, hanno a disposizione dei detergenti specifici per fare una bella pulizia. Tante volte, infatti, rimangono tracce di asfalto, di erba, di sporcizia… Una buona pulizia agevola il recupero.

Il passo successivo?

Vengono messi i classici medicamenti, garze, cerotti (che però Zaccaria non vuol svelare del tutto. Anche qui ci sono piccoli segreti, ndr). Nel caso di Landa abbiamo avuto la fortuna di avere il giorno di riposo dopo la caduta. E questo ci ha permesso di gestire al meglio tutte queste procedure. 

Landa verso il Blockhaus con i segni sulla spalla. Mikel è caduto due volte. Per Zaccaria è stato bravo anche sul piano psicologico
Landa verso il Blockhaus con i segni sulla spalla. Mikel è caduto due volte. Per Zaccaria è stato bravo anche sul piano psicologico
E poi immaginiamo subentri anche l’osteopata o il fisioterapista… 

Certo, la squadra è ben organizzate anche sotto questo punto di vista. L’osteopata pensa più a rimettere in sesto “l’assetto” dell’atleta, cioè tutti quei piccoli scompensi che vengono fuori dopo una caduta. Poi c’è anche il massaggiatore che tratta l’atleta dopo ogni tappa, ma in questo caso ha più un ruolo fisioterapico. In realtà dal giorno di riposo, ne abbiamo addirittura uno in più di massaggiatore. Comunque non è una cosa semplice. Stiamo parlando di “macchine di Formula 1”, ragazzi per i quali un piccolo dettaglio può fare la differenza.

Si dice che spesso il problema più grande dopo una caduta sia il riuscire a dormire bene… Ci sono dei “segreti”, degli accorgimenti per ovviare a questo problema?

Diciamo che dopo una caduta c’è anche la parte psicologica da curare. Il corridore va rassicurato e rasserenato prima di dormire. E non è solo dopo una caduta… Riposare durante una corsa tappe non è così scontato: c’è la stanchezza, si deve cambiare l’hotel ogni volta. Ogni notte un materasso e un cuscino diversi. E poi non sempre gli alberghi, sono in location protette dal punto di vista dei rumori: magari si è vicini a zone con del traffico, c’è un evento nello stesso hotel, un bar appena sotto le stanze… Un Giro è una lunga challenge e noi dobbiamo tentare di salvaguardare l’habitat degli atleti il più possibile, renderlo sereno.