Primo gennaio, inizia il viaggio di Realini alla Trek

01.01.2023
6 min
Salva

Oggi è il giorno da cui si può indossare la nuova divisa e usare le nuove bici, senza il rischio che una foto di nascosto o per errore possa rovinarti le vacanze. Oggi è il giorno che Gaia Realini ha atteso silenziosamente per mesi e noi per contro potremo pubblicare le foto che le scattammo in Spagna durante il primo ritiro con la Trek-Segafredo, quando ci siamo fatti raccontare le sensazioni connesse al nuovo viaggio. Cominciando da cosa provi avendo saltato completamente la stagione del cross che per lei è stato a lungo il senso stesso dell’andare in bicicletta.

«Mi manca l’adrenalina delle partenze a tutta – dice – mi manca la gara, perché comunque è breve ma intensa. Però diciamo, essendo entrata in questa grandissima realtà, che ho trovato il modo per distogliermi da questa nostalgia, guardando da tutt’altra parte. Ecco…».

La vittoria di tappa al Giro di Campania di maggio e classifica generale per Gaia Realini (foto Ossola)
La vittoria di tappa al Giro di Campania di maggio e classifica generale per Gaia Realini (foto Ossola)

Da buona abruzzese, ha tenuto la bocca chiusa. E quando proprio non ha potuto sottrarsi alle domande, ha iniziato a dire che avrebbe corso in una squadra WorldTour. Ma l’ambiente è piccolo, le voci circolano, eppure anche di fronte alla comune consapevolezza, Gaia ha continuato a negare, sia pure con sorrisi sempre più evidenti, tenendo fede al suo impegno con la Isolmant-Premac e Giovanni Fidanza. Finalmente però, con 21 anni compiuti a giugno e dopo due sole stagioni su strada, la ragazza di Pescara sale lo scalino più alto.

Ti aspettavi un’accelerazione così violenta della tua carriera?

Beh, sinceramente no. Però ci speravo come ogni ciclista. Anche se sono molto giovane, un punto di svolta bisogna cercarlo sempre e io ci speravo. E ora che ci sono riuscita, adesso tocca solo a me dare il meglio, farmi notare ancora di più e guadagnarmi la fiducia che la Trek mi ha concesso, continuare per questa strada.

Nella prima intervista – bici.PRO era appena nato – dicesti che la bici da strada era il mezzo per preparare la stagione del cross. Che cosa è cambiato?

Proprio due anni fa, col mio vecchio allenatore ci siamo chiesti se non fosse il caso di concentrarsi un po’ di più sulla strada. Così sono passata con la squadra di Giovanni Fidanza, che mi ha dato la possibilità di fare il Giro d’Italia e gare di alto livello. Per questo con il mio allenatore, che poi era Francesco Masciarelli, abbiamo cambiato e stravolto tutto, a partire dagli allenamenti e l’alimentazione. E’ cambiato anche il mio modo di vedere le cose e da lì ho capito che la strada poteva salire al primo posto fra i miei interessi. E infatti adesso è il mio primo pensiero

Assieme a Ilaria Sanguineti, Realini si prepara per l’allenamento del mattino
Assieme a Ilaria Sanguineti, Realini si prepara per l’allenamento del mattino
Qual è la differenza tra la squadra di Fidanza e la Trek-Segafredo?

Sicuramente a primo impatto – Realini sorride – dico che non mi è mai capitato al primo ritiro di avere 1.000 riunioni, 1.000 impegni, meeting con direttori sportivi, allenatori e con tutto lo staff. E’ una cosa mai fatta prima. Questa ovviamente è una banalità, però basta guardare anche tutto l’abbigliamento che ci è stato dato. Mi hanno consegnato dei borsoni che non so nemmeno come li riporterò a casa. E poi parliamo di attenzione anche nei minimi dettagli. Quando vai per allenarti trovi 3-4 camion con tutti i modelli di bici da provare, mentre prima avevamo un camper, un piccolo camper. Non ci mancava niente, ma qui è tanto di più…

Che cosa ti resta degli ultimi due anni?

Sicuramente alla Isolmant mi hanno fatto fare un grande salto di qualità, perché, come ripeto, mi hanno dato la possibilità di iniziare a competere nelle gare che più contano. Dal Giro d’Italia al campionato italiano, che sono le due gare più grandi che ho fatto. Però sono bastate per capire che c’è un altro mondo rispetto a quello delle gare open in cui si corre con le junior e in cui ognuno pensa un pochetto per sé. Qui invece bisogna lavorare tutte insieme per un solo scopo.

Qual è stato il giorno in cui hai visto la Gaia migliore degli ultimi due anni su strada?

Sicuramente l’exploit più bello è stato al Giro d’Italia 2021. Anche quest’anno non era iniziato male, poi con il colpo di calore della terza tappa, quella di Cesena dopo il trasferimento dalla Sardegna, ho accusato un ritardo pazzesco (11’10” dalla vincitrice Van Vleuten, ndr). A livello psicologico è pesato parecchio. Però nella nona tappa ho provato a giocarmi le mie carte e anche quel giorno è stato una bella esperienza, un bel successo per me (a San Lorenzo Dorsino, Gaia si è piazzata quinta, subito dietro il duo Van Vleuten-Longo Borghini, ndr).

Settima sul traguardo del Maniva: il Giro di Gaia Realini cambia marcia dopo il colpo di calore di Cesena
Settima sul traguardo del Maniva: il Giro di Gaia Realini cambia marcia dopo il colpo di calore di Cesena
L’obiettivo sarà provare a fare classifica?

Sinceramente non ho aspettative. Voglio prima inserirmi completamente in questa squadra. Devo imparare meglio la lingua, perciò andrò alle gare e farò quello che mi diranno di fare. Sarò a completa disposizione, quindi mi aspetto tutto e non mi aspetto niente. 

Che effetto fa avere come compagne le due Elise, la Deignan e tutte le altre?

Mi sento molto piccola! Già lo sono di mio (sorride, ndr), però diciamo mi sento molto piccola perché correre per loro, per grandi nomi del ciclismo, non è da tutti. E’ un mix di emozioni che non so nemmeno spiegare e forse non ci crederò fino a che non attaccherò per la prima volta il numero dietro la schiena con la maglia Trek-Segafredo. Ecco, mi sembra ancora un sogno, una cosa irreale.

La notizia era uscita già da un po’, quanto è stato difficile tenersela dentro?

Sinceramente non è stato molto difficile, perché non sono una ragazza che si esalta molto. Le cose preferisco tenermele dentro, lavorarci piano piano, giorno per giorno, senza farmi prendere dalla fretta. Insomma, non è stato molto difficile…

La Trek di Gaia pronta per l’allenamento
La Trek di Gaia pronta per l’allenamento
Quale proposito facciamo per il prossimo anno?

Sicuramente a cronometro ci sarà da fare passi da gigante, ma bisogna crescere dovunque. Salita, discesa e pianura. Questa è la scuola che mi permetterà farlo. Prenderò l’insegnamento di tutte le cose nei minimi dettagli e ne farò tesoro.

La Trek è anche l’unica squadra WorldTour con tre abruzzesi. Ti capita mai di allenarti con loro?

Prima di venire qui in ritiro, qualche volta è capitato di allenarmi con Giulio (Ciccone, ndr), mentre con Dario (Cataldo, ndr) capita meno, perché siamo lontani e poi è spesso in Svizzera. Vediamo se capiterà di incontrarsi durante le feste.

Da dove cominci?

Me lo diranno, non lo so ancora. E se mi manderanno in Australia, andrò in Australia. Mi adatterò, farò tutto quello che mi dicono