Luca Gregorio e Riccardo Magrini, a voi la linea…

08.10.2021
6 min
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Telecronache. Si pensa che basti infilarsi un paio di cuffie, avere in mano un microfono, e sia fatta. Beh, non è proprio così. Almeno per Luca Gregorio, un po’ di più per Riccardo Magrini… come vedremo!

Ad Eurosport il ciclismo è di casa. E lo è diventato anche grazie a questo duetto che si completa alla grande. Gregorio conduttore-giornalista, Magrini commentatore tecnico. I due si sono anche sciroppati le dirette da casa nel periodo del Covid e partiamo proprio da qui.

Magrini (a sinistra) e Gregorio (a destra): nelle loro telecronache non manca il divertimento
Magrini (a sinistra) e Gregorio (a destra): nelle loro telecronache non manca il divertimento

Le cronache da casa

Magrini: «Da casa ormai è un po’ che non le facciamo più. Prima dovevamo rispettare le policy di Discovery per cui non potevamo essere in studio. In quei casi ci fornivano una scheda audio, un computer per essere collegati alla regia e la telecronaca da remoto era pronta. Era quasi come essere in studio». 

Gregorio: «L’anno scorso abbiamo fatto una grandissima parte del Giro da casa. Non c’è una grossa differenza tecnica, ma manca un po’ quella comunicazione non verbale fatta di sguardi, di gomito a gomito, d’intesa… che poi è il nostro divertimento. Da casa, quando andiamo in bagno ce lo scriviamo su WhatsApp!».

Prima del via delle gare e delle dirette i due s’informano moltissimo
Prima del via delle gare e delle dirette i due s’informano moltissimo

Cuffie, microfono e…

Magrini: «Non abbiamo una scaletta. Soprattutto io… La corsa non ha mai un andamento predefinito quindi cosa prepari? Seguo quello che succede ed è tutto improvvisato. Mi procuro sempre un elenco partenti, quello sì. Semmai dò un occhio al computer se non ricordo qualche palmares o qualche dato di un corridore. Sento dire: devi studiare, devi studiare… Ma cosa devo studiare? Sono 50 anni che sono nel ciclismo: da appassionato, da corridore, da direttore sportivo, certo devo essere aggiornato e infatti faccio le mie telefonate ai diesse, ai corridori».

Gregorio: «Non abbiamo una scaletta vera e propria. Ci piace andare “a braccio”, a volte sembra di fare intrattenimento radiofonico. Prima del “Papi”, così chiamo Riccardo che per me è stato come un padre che mi ha preso sotto la sua ala, preparavo molto di più le dirette. Adesso mi tengo informato fino all’ultimo, leggo giornali, siti come il vostro e qualcosa mi appunto, anche se il più delle volte poi me lo ricordo a memoria».

Il mondiale di Alaphilippe nonostante le 7 ore di diretta è “volato” vista l’intensità della corsa
Il mondiale di Alaphilippe nonostante le 7 ore di diretta è “volato” vista l’intensità della corsa

Le maxi dirette

Magrini: «Molto dipende dall’andamento della corsa, ma se ti capita un mondiale come l’ultimo in cui hai sette ore di diretta è facile. Non c’è mai stato un momento di pausa. E’ un bel ciclismo da commentare quello attuale, semmai è più difficile quando non accade nulla. Lì ti devi inventare qualcosa. In quel caso Luca lancia un argomento e si chiacchiera. Un argomento di attualità che magari neanche è inerente alla cronaca della corsa. E va avanti fin quando la gara non entra nel vivo. Da quel momento ti concentri sulle immagini».

Gregorio: «La cosa simpatica è che ogni volta che ci sono queste dirette parto spaventato. Mi chiedo: ma cosa dico per 5-6 ore? Poi invece va bene ed è un piccolo miracolo che si realizza ogni volta. Va detto però che tanto dipende dalla corsa. Per esempio europei, mondiale e Roubaix sono stati così intensi che abbiamo divagato pochissimo. Semmai è più difficile in quelle tappe piatte del Giro o del Tour in cui succede poco o la fuga ha 5′ e resta lì. In quel caso l’argomento di giornata è importante e lo svisceriamo insieme.

«Un altra cosa è l’extra ciclismo – riprende Gregorio – Per esempio, l’Italia è tutta bella e quando magari inquadrano una chiesa mi limito a dire di cosa si tratta e non approfondisco. A Riccardo non interessa e anche il pubblico tutto sommato preferisce la corsa».

L’intervento dei social in trasmissione non sempre è facile
L’intervento dei social in trasmissione non sempre è facile

Il pubblico

Magrini: «Avevamo l’interazione con il pubblico ma l’abbiamo tolta. Stava prendendo un andazzo che non andava bene. Diciamo così…».

Gregorio: «Ci appoggiavamo soprattutto a Twitter. All’inizio era un aiuto ma abbiamo deciso di “segarlo”. Mettevi sul piatto degli argomenti e spesso qualcuno esagerava. A volte qualche risposta faceva arrabbiare Riccardo che partiva in quarta e in quel caso era comodo perché passavano 20′-30’».

Alberto Bettiol, Giro delle Fiandre 2020
Alberto Bettiol, re del Giro delle Fiandre 2020
Alberto Bettiol, Giro delle Fiandre 2020
Alberto Bettiol, re del Giro delle Fiandre 2020

Le telecronache più belle

Magrini: «Il Fiandre di Bettiol – risponde secco Riccardo – perché lo vedevo che pedalava bene e in diretta era un po’ che lo spronavo e gli “dicevo”: parti. E lo dissi quando mancavano 100 chilometri all’arrivo. Fu entusiasmante tutta la sua gara, incerta fino alla fine e io ci avevo azzeccato. In più quel giorno fu una telecronaca a tre, visto che c’era anche Wladimir Belli. Poi mi hanno appassionato gli scatti di Contador, le frullate di Froome, il Tour di Nibali. Ma devo dire che ultime telecronache sono state molto belle. Pensiamo alla Roubaix di Colbrelli e Moscon l’altro giorno o il mondiale di Alaphilippe, c’è stata tensione per tutta la gara».

Gregorio: «La Sanremo di Alaphilippe, un po’ perché lui è uno dei miei idoli e un po’ perché eravamo sul posto, affianco alle cabine della Rai per capirci. Sul posto abbiamo fatto quella Sanremo e due Lombardia, altrimenti sempre da studio. Poi direi il mondiale di Valverde, altro campione che mi piace, e la Roubaix di Colbrelli. Mentre fu difficile commentare la tappa dopo la morte di Bjorg Lambrecht al Giro di Polonia 2019. E anche il Giro di Croazia di qualche anno fa: la corsa era piatta, il livello bassissimo e si era a fine stagione. Magro quasi si addormentava!».

Magrini, ex corridore e ds, è il commentatore tecnico. Gregorio è il telecronista. Fa telecronache da 20 anni: basket, calcio e ora ciclismo
Magrini, ex corridore e ds, è il commentatore tecnico. Gregorio è il telecronista. Fa telecronache da 20 anni: basket, calcio e ora ciclismo

Il duetto

Magrini: «Con Luca ci intendiamo bene. Lui lancia gli argomenti, descrive la corsa e io integro con spunti tecnici, aneddoti… Poi lui a volte va a cercare cose del passato e io attacco a raccontare. Luca è giovane, va in bici quasi tutti i giorni è appassionato… Gli dò anche dei consigli ma fa come gli pare: gli piacciono le salite e va sempre in salita!».

Gregorio: «Come detto, lui è un “Papi”. Arriviamo in studio un’ora prima per fare la prova audio, che dura pochissimo. Successivamente stampiamo la starting list, prendiamo un caffè, diamo uno sguardo alle ultime news e cantiamo. Celentano, De Gregori, i Nomadi… i grandi classici, perché Riccardo non conosce molto la musica moderna!».