Philippe Gilbert, Lussemburgo 2020

Il vecchio Gilbert, fra dolori, giovani e sicurezza

21.12.2020
6 min
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Gilbert passa tutte le mattine sul lungomare e poi si avventura verso l’interno. Monaco in questi giorni è un crocevia di campioni che approfittano delle temperature ancora miti per portarsi avanti con il lavoro. La maggior parte delle squadre ha rinviato il ritiro di dicembre e quelle che l’hanno mantenuto hanno rigorosamente tenuto le porte chiuse e chiesto ai corridori di stoppare l’attività social per evitare polemiche su eventuali mancanze di distanziamento sociale. Così tanti si sono arrangiati da soli. Anche la Lotto Soudal ha rimandato tutto a gennaio: un problema per i corridori che sono rimasti ad allenarsi a casa, un po’ meno per chi, come Philippe, vive al tiepido sole della Costa Azzurra. I suoi due figli, Alan e Alexandre, gli dicono che è tempo per lui di vincere di nuovo, il terzo arriverà invece a fine febbraio.

Philippe Gilbert, Binck Ban Tour 2020
Nel 2020 purtroppo il sorriso di Gilbert si è visto soltanto a sprazzi
Philippe Gilbert, Binck Ban Tour 2020
Nel 2020 per Gilbert pochi motivi per sorridere
Come sta il ginocchio?

Mi sto allenando di nuovo da quattro settimane. Il ginocchio fa ancora male, ma meno di pochi mesi fa.

Il dolore c’è ancora?

Si fa sentire. Spero di poter correre senza dolore entro giugno, nella migliore delle ipotesi ad aprile. Questo almeno è il normale corso degli eventi. Quando ho avuto lo stesso infortunio due anni fa, sentivo ancora dolore dopo sette mesi e ce ne sono voluti molti altri prima che fossi a posto al 100 per cento. Per cui sette mesi sono un periodo ragionevole.

Hai sbagliato a voler riprendere al Lussemburgo?

Non lo definirei un errore. Ho provato a tornare rapidamente, due settimane dopo la caduta, per concedermi un’altra possibilità alle Classiche di ottobre, ma non ha funzionato (la foto di apertura si riferisce proprio alla corsa che si è svolta alla metà di settembre, ndr). Non mi pento di quella scelta, anche perché il mio infortunio non è peggiorato. Il ginocchio ha dimostrato di non essere ancora pronto per correre, ma io non avrei potuto accettarlo se non ci avessi provato.

Che voto ti daresti per la scorsa stagione?

Cinque. Se invece dovessi basarmi sui risultati, direi uno. Nonostante in Algarve mi sia ammalato, ho comunque concluso 8° nell’Het Nieuwsblad. Al Tour de Wallonie sono stato boicottato da un commissario di gara, che mi ha penalizzato per essere passato su una ciclabile. Però mi rendo conto che gli infortuni sono stati la causa principale della mancanza di risultati. Non è che non abbia lavorato sodo o che io stesso abbia commesso degli errori. A Nizza, sono caduto con altri venti, quel giorno c’era poco da fare al riguardo.

Philippe Gilbert, Tour de Wallonie 2020
Per il primo anno in maglia Lotto Soudal si poteva sperare in meglio
Philippe Gilbert, Tour de Wallonie 2020
Gilbert sperava debutto migliore con la Lotto
Nel 2020 hai corso appena per 34 giorni…

Sì, non credo di aver così poco neanche quando ero dilettante. Perciò da un lato si potrebbe pensare che avrò più energie, dall’altro che niente fa stare meglio del ritmo gara. Di sicuro ho grande voglia di vincere.

Tornerai al Tour?

In Francia sono stato sfortunato per tre anni. Sono caduto nel 2018 e nel 2020 e non sono stato selezionato nel 2019. Sarebbe un peccato se la mia storia con la Grande Boucle finisse così. Voglio tornarci. Voglio salutarvi con stile e preferibilmente con un buon risultato. Il Tour 2021 inizia in Bretagna su percorsi adatti a me.

Per sedici anni consecutivi hai vinto almeno una gara a stagione. Per la prima volta, questo non è successo…

Non ho nemmeno avuto il tempo di esprimermi, non sono mai stato al 100 per cento. E’ stato un peccato. Non sono mai andato dietro alle vittorie, ma aver vinto almeno ogni anno fino al 2019 è motivo di orgoglio. Perché ho sempre privilegiato la qualità alla quantità. Ho ottenuto l’85 per cento dei miei successi nelle gare del World Tour.

Philippe Gilbert, Strade Bianche 2020
Alla Strade Bianche, per il belga un 25° posto sulla via per la Sanremo
Philippe Gilbert, Strade Bianche 2020
Alla Strade Bianche, 25° in un giorno torrido
Ultimamente si è parlato molto della sicurezza dei corridori. E’ questa la prossima sfida per l’Uci?

Forse, ma penso che l’abbiano capito, che tutti abbiano capito che ci sono cose che non si possono più vedere. Come la prima tappa del Tour a Nizza, dove il gruppo ha dovuto correre su una vera pista di pattinaggio. Non è accettabile, perché quella tempesta di ghiaccio estiva era annunciata da giorni. Come alla Milano-Sanremo, quando ci viene chiesto di passare dentro gallerie non illuminate.

Ci sono state polemiche anche per la caduta di Evenepoel al Lombardia

La colpa non dovrebbe essere sistematicamente imputata agli organizzatori. Sappiamo che il ciclismo rimarrà uno sport molto pericoloso. Per vincere, i corridori rischiano, a volte troppo. Remco è il principale responsabile della sua caduta. Ha commesso un errore. Se la curva è molto difficile, devi accettare di rallentare. E’ meglio perdere qualche secondo che avere un incidente.

E’ stato utile partecipare alla riunione Uci sulla sicurezza?

Solo due corridori hanno pensato che valesse la pena: Trentin e il sottoscritto, peccato! Il sindacato dei ciclisti Cpa chiede regolarmente ai corridori di partecipare, ma di solito nessuno si presenta.

Hai 38 anni. Potresti anche farne a meno…

Infatti non è per me che ho partecipato. In linea di principio, i corridori ventenni dovrebbero impegnarsi, ma a quanto pare non hanno tempo. Si lamentano per un anno intero sui media, ma non serve a niente. Se vuoi cambiare qualcosa, devi anche avere il coraggio di aprire bocca nei momenti dedicati a tale scopo, come l’incontro con l’Uci.

Philippe Gilbert, Het Nieuwsblad 2020
All’Het Nieuwsblad di febbraio un 8° posto che faceva ben sperare in vista delle Classiche
Philippe Gilbert, Het Nieuwsblad 2020
Het Nieuwsblad, febbraio: 8° al traguardo
A proposito di ventenni, Evenepoel fa parte della generazione che ha dato un segno al 2020.

Remco, è il signor 100 per cento. E’ molto teatrale nella sua comunicazione e lo capisco, anche se sta iniziando a far innervosire molte persone. Ha bisogno di questo riconoscimento, per far parlare di sé. Anche Pogacar è eccezionale, ma sta nel suo spazio. Sono la faccia di un ciclismo pieno di brio. E’ bello vederli. Nel complesso, raramente le corse sono state belle come quest’anno.

Anche Van Aert ha brillato. Alcuni dicono che dovrebbe puntare alla classifica in un grande Giro …

Per questo, dovrebbe buttare giù qualche chilo. Quindi rischierebbe di perdere esplosività. Al suo posto proverei a vincere prima tutte le classiche, perché, a parte forse il Giro di Lombardia, può vincere ovunque.

La Lotto Soudal si è molto ringiovanita. Pensi che dovrai fare il baby sitter?

Tanti davvero non li conosco, ma non è necessariamente un disastro. Guarda il Team Sunweb. Anche quella era una squadra molto giovane, ma hanno ottenuto risultati magnifici. La tendenza è che giovani come Pogacar, Hirschi ed Evenepoel raggiungano rapidamente i migliori risultati. Sono fenomeni, magari ne abbiamo uno anche noi. Per questo sarà importante condividere con loro la mia esperienza.

Un’ultima cosa, la Milano-Sanremo…

Non voglio parlarne adesso, non voglio parlarne più. Porta male, anche se ce l’ho conficcata in un angolo della testa…