Ganna a cuore aperto a due giorni dalla crono

10.08.2023
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STIRLING – Traduci cosa intendi per dover sopportare le pressioni dei media? Ganna ci pensa un istante e a guardarlo da qua sotto sembra ancora più alto.

«Sai, quando comunque dici sempre – spiega – che Ganna deve dimostrare, fare, aspettiamo lui. L’ho detto un paio di anni fa, non la sento più così tanto, però ovviamente cerchi sempre di non deludere, perché deludere qualcuno è la parte forse più brutta. Però lo ripeto, non sempre si può fare la performance della vita e magari quel giorno c’è qualcuno più forte. Forse questo non tutti lo capiscono e sono quelli che poi puntano il dito. Ed è la parte peggiore, perché dici: “Caspita, non è che sono andato piano perché volevo andare piano, perché chiunque vuole andar forte!”. Quindi a volte è questo che la gente non capisce».

Thomas con il 64

Ganna e Cattaneo sono appena rientrati da un doppio giro sul percorso della crono che correranno venerdì, lungo un anello di quasi 48 chilometri che dai prati alla base del castello li condurrà fra le mura della fortezza più grande e importante di Scozia, costruita a partire dal quindicesimo secolo. Per il piemontese in maglia azzurra, si tratta del secondo assalto al terzo titolo mondiale, dopo quello andato a vuoto dello scorso anno. E’ mercoledì 9 agosto, il giorno in cui Milesi conquisterà la maglia iridata degli U23.

«La voglia – dice – viene forte ogni anno, non è legata a episodi particolari. La maglia iridata è una delle più belle da indossare, quindi voglio sempre provarci, sperando che vada bene. Nel primo giro abbiamo dato le indicazioni a Velo, il secondo l’ho fatto dietro Thomas che faceva i suoi lavori con il 64. Gli ho chiesto se non avrà problemi a spingerlo sulla salita finale, mi ha detto che non c’è problema…

«E’ una crono abbastanza lunga, ci saranno parecchi avversari. Nella parte centrale c’era un tratto con delle curve in discesa che al primo passaggio mi aveva un po’ preoccupato, invece dopo averla vista un paio di volte, già non è più un problema, ma le mani bisognerà comunque metterle sotto. Per il resto si fa tutto con le appendici».

Il finale preoccupa

La scelta dei rapporti è il nodo da sciogliere. Sulla nuova Bolide F azzurra, abbiamo visto montato un monocorona Dura Ace con 58 denti e dietro il pacco pignoni 11-30. La cosa stava bene a Pippo, finché ha visto Thomas e altri corridori Ineos usare la monocorona a disco della squadra, che gli ha fatto venire voglia di montarla a sua volta. Quanto al pacco pignoni, il tratto finale in salita non è affatto banale. In effetti, avendolo fatto a piedi, proprio nel finale propone pendenze superiori al 6 per cento della media. Per questo Ganna ha chiesto al meccanico un pacco pignoni con il 32 perché ha avuto la sensazione che sulla rampa finale con il 58×30 si perda troppa velocità.

«La bici è nuova solo per i colori – conferma Matteo Cornacchione – ma due novità ci sono. In primis le protesi sul manubrio, ugualmente stampate in 3D, fatte in settimana dopo l’ultimo test in galleria del vento a Milano 10 giorni fa. Hanno la parte terminale diversa. Gli appoggi sono uguali a quelli usati al Giro, la parte terminale ha cercato di ottimizzarla per riuscire a stare con le mani unite. E poi c’è il monocorona Shimano, che è arrivato».

Pronto per la Vuelta

Pippo annuisce, mentre Cattaneo viene giù dal pullman e presto torneranno verso l’hotel di Glasgow. Il cielo è grigio, il vento durante la prova si è sentito, ma era pià a favore che contro.

«L’altro giorno ho detto di non aver preparato l’inseguimento – dice Ganna – perché in realtà ho preparato la Vuelta. Ho fatto tanti metri di dislivello con Thomas e diciamo che le appendici le ho usate poco. Prima in prova abbiamo cercato di prendere le curve un po’ più forte, come si pensava di fare in gara. Quindi sono andato tranquillo nella parte diciamo dove dovrei spegnere normalmente e un po’ più aggressivo nelle curve. C’era anche Joshua Tarling, che è giovane, non ha paura, non ha bisogno di dimostrare niente e può andare alla garibaldina».

Cattaneo è stato secondo al campionato italiano della crono e ha appena vinto quella del Polonia: la forma c’è
Cattaneo è stato secondo al campionato italiano della crono e ha appena vinto quella del Polonia: la forma c’è

Una crono dura

Cattaneo invece punta tutto sulla leggerezza d’animo, anche se ha appena vinto la crono del Polonia e non potrà passare inosservato. Sembra che sia qui in vacanza, con niente da perdere, ma conoscendolo da quando era un ragazzino, siamo certi che dentro abbia il cuore pieno d’orgoglio. Dice che firmerebbe per un posto fra i dieci e che le sue crono migliori le ha fatte nelle corse a tappe, quindi la prova secca è un punto di domanda.

«E’ un percorso veloce – dice – però credo che dipenderà tanto dal vento. Dal punto di vista delle energie è molto dispendioso, perché comunque tratti di recupero ce ne sono veramente pochi. Sono 48 chilometri tutti da spingere. Quando si comincia a tornare indietro, ci sono degli strappetti che si sentono. Hai già fatto 25 chilometri di cronometro, per cui sarà molto più esigente di quello che sembra su carta, anche se la media sarà altissima.

«La strada è buonina, in alcuni pezzi è nuova, quindi super scorrevole, in altri non è super scorrevole (ride, ndr). Però tutto sommato non è malissimo. Io avrò il 60, non monocorona perché non me l’hanno dato, ma bloccherò la catena sul 60. Quanto alla ruota anteriore, dipenderà dal vento, finora però nel 90 per cento delle crono ho usato quella da 110».

Il furgone che li porta in hotel è pieno delle loro bici, si può partire. Il mondiale va avanti qui con la crono U23 e in serata nel velodromo di Glasgow con Letizia Paternoster nell’omnium e Scartezzini (davvero in difficoltà ieri della madison) nella corsa a punti.