Sette vittorie e altri 21 piazzamenti nella top 10 in 66 giorni di gara, con un argento europeo, la maglia a punti del Giro d’Italia e la vittoria alla Parigi-Tours come ultimo fiore all’occhiello. Il 2022 di Arnaud Demare è racchiuso in questi numeri per certi versi sontuosi, eppure c’è chi l’ha criticato, imputandogli soprattutto la mancata presenza al Tour. La Groupama FDJ è salita nel ranking anche e forse grazie alle sue volate, ma spesso sembra che qualsiasi cosa si faccia non basti mai…
Arnaud ha avuto bisogno di tempo per ricaricarsi e pensare, staccando ogni contatto dal mondo delle due ruote prima di rimettersi all’opera e soprattutto di riguardare quanto fatto con la giusta ottica: «Io sono stato presente tutto l’anno, dall’inizio della stagione. Di sicuro mi sarebbe piaciuto vincere al Tour o fare qualcosa di più nelle classiche, ma bisogna anche prendere quello che viene. Tanti piazzamenti tra i primi 10 saranno pure una buona cosa. E’ vero che ho fatto un grande Giro d’Italia, dove ho avuto il supporto di una grande squadra, ma anche dopo le cose non sono poi andate male…».
Da inizio agosto hai avuto un rendimento clamoroso con 3 vittorie, 7 piazze d’onore eppure si parla sempre di Pogacar ed Evenepoel: non pensi che ci sia stata poca attenzione verso di te?
Spesso ci si dimentica quali sono le circostanze della gara. Ci sono gare dove stai meglio tu e altre dove emergono altri, ci sono corse più adatte a te e altre dove devi stare a guardare. Il computo si fa alla fine e il bilancio è positivo, poco m’interessa degli altri. E’ vero che si parla tanto di Pogacar e Evenepoel, sono stati i più vittoriosi nel 2022, è normale con le prestazioni che hanno fatto, magari facendo altre scelte di calendario avrei potuto vincere di più e quantomeno avvicinare i loro limiti. Ma avrebbe avuto senso? A me va bene così.
Il prossimo anno non avrai più al tuo fianco Jacopo Guarnieri: quanto è stato importante il corridore italiano per le tue vittorie?
Non averlo più in squadra è una grande perdita perché è un maestro in quel ruolo, ma non solo tecnicamente, porta la sua esperienza, infonde serenità. Abbiamo perso qualcosa d’importante e dobbiamo rimboccarci le maniche per supplire alla sua assenza. Qualcuno dovrà svolgere il suo compito e forse abbiamo anche scoperto chi ha il potenziale per poterlo fare ma tutti noi dovremo impegnarci per metterlo nelle condizioni di farlo, anch’io che dovrò finalizzare il lavoro. Bisogna dare ai ragazzi il tempo di sostituire Jacopo, penso che abbiamo il potenziale nella squadra per fare comunque bene.
Jakobsen ha detto che un’eventuale presenza di Evenepoel al Tour avrebbe reso impossibile la sua partecipazione non avendo compagni per impostare le volate. Per te è possibile avere nello stesso team uno sprinter e un uomo da classifica in un grande giro?
Questa è una bella domanda. Dipende da quel che si vuole fare. So bene che avere in squadra un corridore che punta alla classifica sposta gli equilibri: non puoi pensare di avere il team tutto a disposizione nelle volate. Bisogna sapersi adattare, ma c’è modo per gestire entrambe le esigenze. Ci sono altre squadre che lo fanno molto bene. Molto conta anche la propria ispirazione e lo spirito di adattamento. Per me non sarebbe certo un problema, quel che conta è sempre la squadra.
Considerando anche le nuove leve dello sprint, su che cosa punti per la prossima stagione?
Innanzitutto spero che venga costruito un calendario che mi dia la possibilità di fare ciò che più mi piace, ossia alzare le braccia al cielo. Dovendo scegliere, vorrei poter lavorare con calma puntando fortemente alla Milano-Sanremo, arrivandoci in condizione e con una corsa che mi consenta di giocarmi le mie carte, anche se so che è sempre più difficile che la Classicissima si giochi allo sprint. E’ una gara che mi sta a cuore, non posso negarlo. Poi spero di poter affrontare al meglio le corse che sono alla mia portata e che sono davvero molto belle.
I mondiali saranno a Glasgow, su un percorso veloce e in agosto: la maglia iridata è un sogno o potresti anche puntare alla vittoria?
Quando hanno fatto gli Europei nel 2018 io non c’ero, ma la squadra era comunque impostata su un velocista: Bouhanni. Da quel che vidi era un percorso piuttosto impegnativo, se ricordo bene il tempo fu inclemente. A giudicare da allora non è proprio un percorso nelle mie corde, ma bisogna vedere che cosa hanno pensato per quest’anno e soprattutto che squadra verrà impostata. In ogni caso, è chiaro che è da tanto che non ci sono occasioni per il velocista, se sarà questa io voglio farne parte e giocarmi le mie chance.