Con la chiusura del Giro d’Italia Women, e la conseguente vittoria di Elisa Longo Borghini su Lotte Kopecky, si apre il sipario verso la prova su strada di Parigi. Le due, che sulle strade del Giro si sono date battaglia fino all’ultimo giorno e hanno terminato la prova a 21 secondi di distanza, saranno anche tra le protagoniste della prova olimpica. Al fianco di Elisa Longo Borghini ci sarà Elena Cecchini, che Sangalli ha nominato come regista in corsa. L’atleta friulana ha corso accanto a Lotte Kopecky questo Giro d’Italia Women, ma tra pochi giorni la belga diventerà avversaria. Mentre Elisa Longo Borghini sarà una delle punte del team azzurro.
«In SD Worx – dice scherzando – ce n’è più di una. Oltre a Kopecky ci sarà anche la Vollering, ad esempio. E’ strano perché ci corri insieme tutto l’anno, ma quando indosso la maglia azzurra esiste solo quella. Rappresentare il proprio Paese alle Olimpiadi è un’occasione unica e immensa».


La condizione
Per Elena Cecchini questo Giro d’Italia è la seconda corsa a tappe in quest’ultima parte di stagione. Prima lei e le compagne del team azzurro sono state in ritiro sul San Pellegrino a lavorare per arrivare pronte e in condizione in vista di Parigi.
«La prima metà di stagione – racconta ancora – si è chiusa con la Vuelta, poi ho riposato e ricaricato le batterie. Proprio in quel periodo di stacco, inizio maggio, siamo andate a vedere il percorso della prova olimpica con Sangalli. E’ stato un ritiro, se così vogliamo definirlo, molto utile, perché pedalare su quelle strade ti dà una sensazione migliore. Sai come allenarti e cosa aspettarti il giorno della gara».


Hai messo nelle gambe tanti chilometri.
Sì, con Guazzini siamo andate in ritiro, meteo a parte (dice ancora ridendo, ndr) ci siamo allenate bene. Il rientro in corsa è stato al Tour of Britain, insomma il periodo di allenamento e di preparazione è stato intenso.
Al termine del quale è arrivata la convocazione olimpica.
Fa sempre piacere e per me era anche un obiettivo di stagione. Sono molto felice di esserci e di avere al mio fianco queste tre compagne (Persico, Balsamo e Longo Borghini, ndr). Penso che potremo fare molto bene in qualsiasi modo si svolgerà poi la gara.
E cosa ci possiamo aspettare dalla gara olimpica?
Penso che la riunione pre gara, quella della sera prima, possa durare anche tre ore. E’ un percorso bellissimo e apertissimo a tutte le possibilità. Ho fatto anche Rio nel 2016 ma lì sapevo che sarebbe stata una questione tra scalatrici. A Parigi potranno giocarsela le ragazze che fanno bene alle Ardenne, oppure se la gara verrà meno dura, ci saranno davanti le atlete votate alle Classiche.


Con un parterre ridotto, anzi ridottissimo.
Partiremo in 65, di cui 50 potranno tranquillamente puntare al podio. Dal mio punto di vista sono super motivata, perché penso verrà fuori una corsa molto tattica. Con un finale da brividi visto che si passa accanto al Musée d’Orsay e alla Torre Eiffel.
Percorso diviso in due parti?
Praticamente sì. All’inizio ci sarà il tratto che porta fino al circuito di Parigi. Dicono che sia pianeggiante ma non è così, scaleremo diverse cote e non sarà facile. La parte più semplice dal punto di vista altimetrico non aveva nemmeno un albero intorno, se sarà una giornata calda il rischio è di soffrirla parecchio.


Poi si arriva al circuito.
Che non sarà come quello del mondiale di Glasgow dello scorso anno, ma molto diverso. Meno curve però esigente con la salita di Montmartre in pavé. Uno sforzo da due minuti, quindi da atlete da Classiche.
Difficile controllare la corsa però, anche se voi sarete nel numero massimo consentito: quattro.
Infatti non puoi sapere cosa verrà fuori nel circuito finale. Ci saranno poche nazioni con una leader unica, una sarà il Belgio. L’Olanda non sapremo se avrà una capitana designata. Noi dovremo prendere vantaggio da queste situazioni e comportarci da squadra, come al solito.


Nella prima parte di gara pensi potrà andare via un gruppo numeroso?
Penso proprio di sì, soprattutto dopo Tokyo. La vittoria della Kiesenhofer ha dato speranza a tante. Di contro direi che molte squadre alzeranno l’attenzione e controlleranno bene la gara. Nazioni come Danimarca o Australia, che non hanno nulla da perdere, attaccheranno fin da subito. Starà a noi, Persico e me, entrare nelle fughe e non collaborare se c’è un gruppo che non va bene. Rincorrere porterebbe a dimezzare la squadra e non è detto che si riesca a chiudere. Quindi bisogna anticipare le mosse.
Tu e Persico in anticipo, la Balsamo che ruolo potrà avere?
L’infortunio che ha avuto le ha condizionato l’approccio a questa parte di stagione. Ma il pronto recupero e la convocazione da parte di Sangalli sono dati significativi. Lei sarà quella che dovrà tenere duro, in teoria correre accanto alla Wiebes. Se arriveremo in volata giocheremo tutto su di lei.