Eiking Vuelta 2021

Intermarché Wanty Gobert: l’ultima arrivata sogna in grande

25.08.2021
5 min
Salva

La stagione della squadra belga potrebbe essere descritta con due colori, il rosa e il rosso, quelli della maglia di leader di Giro d’Italia e Vuelta Espana. Sì, perché se ci sono due corse in cui tutti ricordiamo l’Intermarché sono proprio queste due, la splendida vittoria di Taco Van Der Hoorn al Giro e di Rein Taaramae alla Vuelta. Quest’ultima ha messo in luce il team di Piva, che sta ancora indossando l’ambitissima maglia rossa, quella del leader della classifica generale.

Ci facciamo raccontare da Valerio Piva, direttore sportivo italiano voluto dal team al momento di salire nel WorldTour, i sogni e le ambizioni di questi ragazzi che si sono ritrovati catapultati nel mondo dei grandi e non hanno intenzione di svegliarsi. Lo intercettiamo durante la Vuelta, tirando le somme di tappe vissute a cento all’ora.

Come sta andando questa 76ª Vuelta, al netto della sfortunata caduta di Taaramae che gli ha portato via la maglia rossa?

Bene, le cadute fanno parte nel ciclismo, dispiace perché Rein era in maglia rossa. L’avremmo magari persa i giorni successivi ma faceva un gran piacere indossarla e con la grande impresa di Odd Christian Eiking ce la siamo ripresa, ma va sottolineato anche Riccardo Minali che si sta mettendo in mostra nelle volate, per lui tre piazzamenti nei primi dieci.

Taaramae Vuelta 2021
Rein Taaramae in maglia roja: una Vuelta da incorniciare, annunciata dal terzo posto al Tour de Savoie
Taaramae Vuelta 2021
Rein Taaramae in maglia roja: una Vuelta da incorniciare, annunciata dal terzo posto al Tour de Savoie
Quali saranno gli obiettivi delle prossime due settimane?

Due principalmente, tenere Eiking nei primi (e magari per il norvegese anche qualcosa in più) e dare il giusto supporto a Minali per provare ad imporsi in uno sprint, la condizione di Riccardo c’è, i risultati arriveranno.

Quando è nato il nuovo progetto Intermarché-Wanty-Gobert?

L’anno scorso, il manger della Wanty ha comprato la licenza World Tour dalla CCC ed è partita questa nuova avventura, io ero libero, mi hanno contattato ed ho subito accettato la sfida.

Com’è stata composta la squadra?

Molti corridori c’erano già dalle passate stagioni, quando il team era Continental, gli altri invece sono stati presi tardi, tra ottobre e novembre. Si sa, in quel periodo non ci sono molti atleti liberi ma sono soddisfatto di quanto fatto, possiamo solo migliorare.

In che ambito?

Tutti, essendo nata “tardi”, ai limiti dell’inizio della stagione in corso; le cose sono state fatte un po’ frettolosamente e con quel che ci si aveva a disposizione nell’immediato.

Piva 2021
Valerio Piva (62 anni) è il diesse della Intermarché Wanty Gobert da quest’anno
Piva 2021
Valerio Piva (62 anni) è il diesse della Intermarché Wanty Gobert da quest’anno
Allora su cosa avete puntato per fare bene subito?

Sugli allenamenti e sulla preparazione, abbiamo incontrato i corridori uno ad uno (sono 28) e abbiamo deciso insieme il programma di corsa. Causa Covid il ritiro di dicembre è saltato un po’ per tutte le squadre, quindi si è lavorato alla cieca. Sapevamo però che l’obiettivo per la stagione sarebbe stato mettersi in mostra in tutte le corse e così abbiamo fatto finora.

Direi quasi oltre ogni aspettativa…

Questo ci deve dare fiducia per il futuro, il progetto Intermarché è a lungo termine, siamo una World Tour “povera” e dobbiamo essere attenti in ogni investimento che facciamo, anche perché non c’è modo di rimediare poi.

Vi siete messi bene in mostra, Giro e Vuelta sono la punta dell’iceberg, avete impressionato anche nelle gare del Nord. E poi se Lorenzo Rota non fosse caduto….

La caduta di Rota a San Sebastian brucia ancora, avessimo vinto sarebbe stato anche il primo trionfo in una classica World Tour. La sua gara è un esempio di come stiamo andando nella giusta direzione, Lorenzo poi è tanto timido, deve imparare a credere in se stesso, le potenzialità ha dimostrato di averle.

Rota San Sebastian 2021
Lorenzo Rota, quarto e sfortunatissimo alla Clasica di San Sebastian: senza la caduta poteva vincere
Rota San Sebastian 2021
Lorenzo Rota, quarto e sfortunatissimo alla Clasica di San Sebastian: senza la caduta poteva vincere
A proposito, c’è un bel po’ di Italia in squadra…

Sì, ci sono quattro atleti azzurri, due erano già qui come Andrea Pasqualon e Simone Petilli. Gli altri due (Lorenzo Rota e Roberto Minali, ndr) sono arrivati dopo, nel parlare con loro mi sono piaciuti e abbiamo deciso di aggregarli.

Cosa si prova ad essere un Davide contro i tanti Golia?

La sfida è intrigante, il modo di lavorare e di investire il capitale messo a disposizione deve essere metodico e ponderato. Anche i nuovi corridori che arriveranno saranno valutati accuratamente, sicuramente non possiamo fare una squadra troppo giovane. Nel World Tour devi fare punti per rimanere nel giro e non puoi affidarti completamente ai ragazzini, dovremo puntare anche su ciclisti esperti, le incognite sono tante.

Avete già qualche idea su quali corridori cercare?

Abbiamo 28 atleti, il minimo per affrontare in modo competitivo il calendario WorldTour. Purtroppo ci sono 8-9 ragazzi che non sono pronti per correre a questi livelli e ciò ha costretto qualche corridore a fare gli straordinari. Uno dei focus sarà avere 28-30 corridori validi che possono essere competitivi nelle gare WorldTour anche perché c’è un limite di giorni di gara imposto dall’UCI.

Minali Vuelta 2021
Per Riccardo Minali una Vuelta positiva, manca solo la ciliegina della vittoria…
Minali Vuelta 2021
Per Riccardo Minali una Vuelta positiva, manca solo la ciliegina della vittoria…
A quanto ammonta questo limite?

Il massimo per un corridore è di 85 giorni, una volta accumulati l’atleta si deve fermare. Conta che in media un ciclista accumula tra i 70 e gli 80 giorni di corsa, un giovane, invece, ne fa solamente 50 altrimenti lo bruci.

Quindi dovrete essere bravi a bilanciare la squadra tra esperti e giovani…

E’ la cosa più difficile, i giovani poi ora sono ancora più ambiti, si è abbassata molto l’età in cui si cercano nuove promesse. Si parla ormai di giovani di talento a 16 anni, questo rende ancora più complicato il nostro lavoro perché più scendi di età, più le possibilità di prendere un granchio aumentano.

In che senso?

Un corridore di 16-17 anni magari va forte perché si è già sviluppato e vince tutte le gare, poi a 19 anni anche gli altri si sviluppano e lui non vince più. Sono tutti alla ricerca dei nuovi Evenepoel, ma non tutti sono come lui.

Insomma, un progetto ambizioso che punta a crescere anno dopo anno.

Assolutamente, siamo molto fiduciosi di poter far bene, bisogna essere ambiziosi ma con i piedi ben saldi per terra, pensiamo a fare bene corsa dopo corsa.