«Da bambino, quando andavo lì con mio padre e la sua squadra di ciclocross – racconta Thibau Nys ai microfoni della Lidl-Trek – ancora prima di diventare uno junior e di pensare di intraprendere una carriera su strada, ho sempre pensato che ci fosse una sola gara in cui avrei avuto una possibilità di vincere ed era la Freccia Vallone. Non so se sia possibile, ma la penso ancora allo stesso modo. Questa è la gara che più si avvicina al tipo di corsa che faccio, al tipo di gare che mi piacciono. Quindi forse ci sono delle possibilità, anche se sarà sicuramente molto dura».


L’investitura di Skjelmose
Thibau Nys, belga e figlio d’arte, arriva alla Freccia dei suoi sogni dopo aver vinto il GP Indurain in Spagna, aver lavorato sodo al Giro dei Paesi Baschi e dopo il dodicesimo posto all’Amstel, vinta dal compagno Skjelmose. E proprio il danese, che ha messo nel sacco Pogacar ed Evenepoel, subito dopo il trionfo olandese, ha avuto per lui parole di grande fiducia.
«L’ho già detto e lo ripeto – ha profetizzato Skjelmose – c’è una persona al mondo che può battere Pogacar sul Mur de Huy ed è Thibau. Partiremo per fare la corsa in due, ma se lui avrà uno dei suoi giorni migliori, allora credo che sia quello di cui abbiamo bisogno».




Il cross e la strada
Dopo la stagione del cross che lo ha visto vincere gli europei a novembre, poi duellare con Van Aert e Van der Poel conquistando il podio ai mondiali e vincere in tutto cinque trofei internazionali, Nys ha staccato la spina per otto giorni, andando a sciare a Val Thorens. In ogni intervista ha ribadito che il cross aiuta la strada e viceversa, dandogli l’intensità e l’esplosività che lo stanno rendendo un corridore migliore. Tuttavia ha anche ammesso che le ore dedicate al fuoristrada sono una rinuncia in termini di allenamento su strada. Ma un domani potrebbero essere una risorsa cui attingere nel momento in cui decidesse di lasciare il cross un po’ in disparte.
«Voglio solo essere la versione migliore di me stesso – dice – e sono pienamente consapevole che alla Freccia potrei anche correre la migliore gara possibile ed essere comunque staccato. Va bene qualunque risultato da cui potrò imparare qualcosa per i prossimi anni. Sento di aver fatto tutto il possibile. Nei ritiri abbiamo avuto una preparazione impeccabile e penso di essere pronto per dimostrarlo. Sono davvero in ottima forma e ne sono molto felice».


L’ossigeno nelle gambe
Nys non ha mai partecipato alla campagna delle Ardenne, che sono il suo principale obiettivo di questa stagione. La Freccia Vallone di oggi (il via alle 11,30 da Namur) è il sogno principale, ma nella sua fantasia di giovane corridore spiccano anche i campionati nazionali di giugno.
«Eppure – dice e un po’ ti spiazza – sento di non aver ancora bisogno di vincere certe gare per essere soddisfatto, perché so che il 2025 sarà un grande passo avanti verso il livello a cui correrò l’anno prossimo. Penso però che bisogna allenarsi e impegnarsi per vincerle, provare a farlo. Alla Freccia Vallone, hai bisogno della giornata migliore per avere una possibilità in quegli ultimi 30 secondi, forse un minuto, e anche per le salite prima del Muro finale. Se infatti ci arrivi già al limite, sarà davvero difficile far arrivare di nuovo un po’ di ossigeno alle gambe per gli ultimi scatti. E io non ho esperienza in questo genere di cose».




Sul Muro di Huy alla cieca
Di lui i compagni dicono tutti la stessa cosa: si percepisce il suo essere leader dalla calma e la lucidità con cui dice le cose. Non parla da sbruffone, riesce ad andare al cuore delle questioni con poche parole ed è molto lucido nel valutare se stesso. Per cui è molto interessante sentirlo ragionare ancora sulla sfida che si accinge ad affrontare per la prima volta.
«Conosco la salita, conosco la mia forma – spiega – so cosa posso fare in uno sforzo di questo tipo, ma non sono paragonabile agli altri corridori che lassù hanno già fatto ottime corse e addirittura le hanno vinte. Sarà come procedere alla cieca, ma con una certa sicurezza. Non dirò mai che mi sento pronto per vincerla, ma neppure che mi tiro indietro. Quello che voglio per questa stagione è tagliare il traguardo per primo il più spesso possibile e anche il più velocemente possibile. Solo pensarci o pensare che sia possibile mi fa sentire bene».