Viviani alla Lotto e i pensieri di questi mesi difficili

21.02.2025
7 min
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Da ieri, 20 febbraio, Elia Viviani è un nuovo corridore della Lotto. Il matrimonio tra la formazione professional belga e il campione veronese è stato rapido, veloce. A 36 anni, compiuti lo scorso 7 febbraio, è il momento per il velocista azzurro di immergersi in una nuova avventura. Nella giornata dell’ufficializzazione, Elia si è goduto il suo lungo allenamento in bici, che lo ha tenuto occupato per la maggior parte del tempo. Negli anni Viviani ci ha mostrato di essere una persona sincera, che non si tira indietro e si assume le sue responsabilità. L’europeo su pista di Zolder non è andato come previsto, ma la notizia del trovato accordo con la Lotto mette davanti a uno dei volti di riferimento del ciclismo azzurro una pagina bianca tutta da scrivere

«Dopo Zolder – racconta da casa la sera – avevo bisogno di fare chilometri su strada, con oggi ho chiuso un bel blocco di tredici ore divise su tre giorni. Qua in Costa Azzurra il tempo è bello e si pedala con piacere».

Questa il post usato ieri sui social per annunciare l’accordo tra Viviani e la Lotto
Questa il post usato ieri sui social per annunciare l’accordo tra Viviani e la Lotto

Tutto in fretta

La notizia dell’accordo con la Lotto arriva a stagione iniziata e senza troppo preavviso, sia per gli addetti ai lavori che quasi per lo stesso Viviani. 

«E’ stata una cosa che ha preso forma nei giorni scorsi – prosegue – in Belgio durante gli europei ci siamo incontrati faccia a faccia. Si è parlato e a inizio di questa settimana si è concluso tutto. C’era la volontà di trovare una soluzione per il Giro, che non si è concretizzata. Una volta arrivata la Lotto abbiamo colto al volo questa occasione. Ho firmato per un anno, senza il pensiero che possa essere l’ultimo. La squadra è forte, tornerà nel WorldTour ed è tra le prime dieci al mondo, la Lotto non farà il Giro, ma sarà al Tour e alla Vuelta».

L’incontro decisivo tra il velocista azzurro e la Lotto è arrivato durante gli europei su pista di Zolder
L’incontro decisivo tra il velocista azzurro e la Lotto è arrivato durante gli europei su pista di Zolder
I contatti finali sono arrivati quindi quando eri in Belgio?

Già parlavamo ma abbiamo approfittato della vicinanza per vederci. Sono stato a Zolder una settimana esatta, essendo la Lotto una squadra belga veniva facile incontrarsi. 

Com’è stato fare l’europeo con questo pensiero in testa?

Positivo, ma anche di dubbio. Alla fine in questi mesi ci sono stati diversi contatti, ovvio che vederci ha aiutato e mi ha dato maggiore fiducia. Comunque il team manager aveva già un’ottima considerazione di me, quindi tutto era a mio favore. L’europeo in sé è iniziato malino con l’eliminazione, dove partivo per vincere e invece sono uscito quindicesimo per una banalità. Volevo affrontarla in maniera diversa rispetto al mondiale, con l’idea di non voler spendere troppe energie subito. Sono uscito che non ero ancora stanco.

Per Viviani la nazionale è stato un punto di riferimento nell’arco di tutta la carriera
Per Viviani la nazionale è stato un punto di riferimento nell’arco di tutta la carriera
Questione di testa o di gambe?

Gambe, assolutamente. Si è visto anche nell’omnium, so che a febbraio faccio fatica. Sono un “diesel” ho bisogno di avere chilometri e gare nelle gambe per essere al top. Sono partito così così nello scratch, poi bene la tempo race e una bella prova nell’eliminazione. Mi mancava quella componente di forza che si crea con una stagione su strada nelle gambe.

Com’è stato questo periodo nel quale se ne sono tante sul tuo futuro?

La mia forza è stata non ascoltare le cazzate. Se ne sono detti di tutti i colori, da che dovevo andare in una squadra, poi in un’altra, che sarei diventato il cittì della nazionale. Più di quello che viene detto non è stato facile gestire le reazioni. Quando è stato scritto che sarei diventato cittì, ho dovuto gestire tutte le reazioni e i messaggi ricevuti. Sono state queste le situazioni pesanti, per me. Ovviamente ho una scaletta di chi vale rispondere e chi non no, però comunque c’erano delle persone per le quali ho dovuto prendere tempo e rispondere. Alla fine mi sono sorpreso di come ho gestito questi ultimi mesi.

Viviani raggiungerà i compagni di squadra direttamente alle prime gare (immagine Instagram/Lotto)
Viviani raggiungerà i compagni di squadra direttamente alle prime gare (immagine Instagram/Lotto)
Sei riuscito a rimanere sereno?

Sì. La mattina mi svegliavo ed ero sempre concentrato sull’allenamento che avrei dovuto fare. A gennaio ho cercato un programma che mi permettesse di passare bene il tempo: quindi sono andato alla Quattro Giorni di Brema, poi alla Due Giorni di Berlino, il tutto con l’obiettivo degli europei. Insieme alla nazionale abbiamo messo giù un bel programma per tenermi “vivo” in attesa che qualche situazione si sbloccasse. E’ arrivata la Lotto e ne sono felice, perché parlando con il manager ho percepito subito la fiducia in me. In questo momento sento di aver bisogno di una persona che creda in me, che non si faccia troppe domande di quanti anni ho e di cosa posso fare fra due stagioni.

Quanto è stata importante la pista per mantenere concentrazione e focus?

Più che la pista, la nazionale e il famoso gruppo che abbiamo. Devo ringraziare tutti, dal presidente Dagnoni a Marco Villa e tutto lo staff azzurro. Se in questi mesi ho continuato a pensare alla bici e non a tante altre cose è grazie a loro. A partire dal primo gennaio quando non ho più indossato la maglia della Ineos, perché era la mia ex squadra e ho messo quella della nazionale. Per me rappresenta un rifugio, quindi più che la pista devo ringraziare il gruppo che abbiamo creato, che probabilmente mi dà indietro anche tutto quello che ho dato in questi anni.

Gli appuntamenti di gennaio su pista sono serviti per avere un obiettivo a breve termine e per allenarsi al meglio, qui insieme a Consonni a Brema (foto Arne Mill)
Gli appuntamenti di gennaio su pista sono serviti per avere un obiettivo a breve termine e per allenarsi al meglio, qui insieme a Consonni a Brema (foto Arne Mill)
Hai giocato un ruolo importante in vista degli europei…

Non era scontato esserci. Perché nell’anno post olimpico è partito un progetto nuovo per Los Angeles, loro senza alcun dubbio mi hanno supportato fino ad adesso. Come ho sempre detto, alla fine la nazionale è la mia squadra, ogni volta che ho avuto delle situazioni complicate ho sempre trovato una base solida alla quale appoggiarmi. Ci sono stati diversi momenti durante questi anni in cui la nazionale è stato un po’ il mio rifugio.

Il sogno Giro non lo metti nel cassetto…

Penso che sia una cosa corretta nei confronti della squadra che mi ha dato l’opportunità adesso. Loro non vogliono essere la formazione che mi fa smettere e io devo loro tutto il mio impegno. Vedremo come andrà quest’anno, se dimostrerò di poter stare a certi livelli non vedo perché dovrei fermarmi

L’appuntamento con il Giro per Viviani è solo rimandato. Nel 2018 in maglia Quick Step vinse 4 tappe e la classifica a punti
L’appuntamento con il Giro per Viviani è solo rimandato. Nel 2018 in maglia Quick Step vinse 4 tappe e la classifica a punti
La fede un po’ cieca che hai avuto nel continuare è stata anche legata tanto alla nazionale quindi? 

Assolutamente, se non ci fossero stati gli europei a febbraio probabilmente sarebbe stato tutto più difficile. Ho fatto 5.000 e passa chilometri negli ultimi mesi, farli senza avere niente in testa, giusto per portare la bici a spasso, non sarebbe stato semplice. 

A Zolder ti abbiamo visto impegnato tanto accanto ai giovani. 

Mi piace, l’ho sempre fatto, magari con dei giovani amici come è successo con Ganna e Milan. In questa nuova avventura dell’europeo ero insieme a dei ragazzi con cui forse avevo parlato una volta sola: Sierra, Stella, Grimod o Favero. Era una situazione diversa e devo dire che anche lì ho capito che mi piace dare loro dei consigli. Ho passato una settimana in camera con Davide Stella e mi sono trovato bene in quel ruolo. Penso inoltre che i giovani ne abbiano bisogno, l’ho visto dalle domande che facevano, da come venivano a cercarmi.

Uno degli obiettivi a breve termine per Viviani è tornare alla Milano-Sanremo, l’ultima volta che l’ha corsa era il 2022
Uno degli obiettivi a breve termine per Viviani è tornare alla Milano-Sanremo, l’ultima volta che l’ha corsa era il 2022
Trasportando cosa sulla Lotto quale può essere il tuo ruolo?

Innanzitutto voglio conoscere bene la squadra e i miei nuovi compagni. Sul mio ruolo credo che sarà inizialmente quello di capire le potenzialità dei giovani che abbiamo intorno, ovviamente qualcuno è già affermato come Segaert o De Lie. Cercherò di capire subito per chi e come posso essere importante, senza dimenticare che la squadra mi ha preso per sprintare. Avrò questo doppio ruolo, dove probabilmente mi vedrete in qualche occasione accanto ai giovani e in altre in cui avrò il mio momento. 

Quand’è che vai a conoscerli?

Probabilmente i compagni li vedrò direttamente alle gare, la squadra ha 25 corridori (26 con lui, ndr) quindi potrei iniziare abbastanza presto. Domani (oggi per chi legge, ndr) sarò in Belgio al service course del team un po’ per accelerare e capire le parti organizzative, la bici e tutto il resto. Avrò già un primo meeting con coach e team manager per vedere i programmi e dove ci sono delle possibilità di inserirmi subito.

Non vediamo l’ora di vederti in gara allora…

Manca poco, ci vediamo i primi di marzo.