Andrea D’Amato riparte dalla Biesse-Carrera

23.02.2023
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Andrea D’Amato, classe 2002 e nato a Stradella era sparito dai radar. Dopo un 2021 di qualche lampo interessante, la scorsa stagione alla Carnovali-Rime si è rivelata una sorta di inatteso buco nero, ma adesso il pavese riparte con la Biesse-Carrera.

Nel palmares di Andrea brillano tre successi nel finale del 2021 (Coppa d’Inverno, Sannazzaro de’ Burgundi, Giro del Medio Po) e un sesto posto alla prima tappa della Adriatica Ionica Race 2021. Ora, alla corte di Milesi e Nicoletti la volontà di tornare a spingere sull’acceleratore è tanta, considerando che è ancora un U23.

Alla presentazione ufficiale del team 2023 (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Alla presentazione ufficiale del team 2023 (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Nel 2022 ti abbiamo visto poco, cosa è successo?

Speravo in un 2022 come l’anno decisivo per un salto di qualità importante, dopo una bella stagione 2021. Era stato un anno di quelli buoni, dove ho fatto un gran finale di stagione con diverse vittorie e piazzamenti in corse con un alto livello qualitativo di partecipanti, considerando inoltre che in estate ho fatto anche la maturità che qualche energia te la porta via. Invece il 2022 è stato un disastro fin dagli inizi.

Perché?

Non riuscivo a trovare la giusta quadra. Mi sono sottoposto a diversi esami, controlli e anche ritiri, nonostante facessi una vita da atleta in tutto e per tutto. Ero senza forze, sempre stanco e debole. Era demotivante trovarsi in gara e perdere le ruote nei tratti pianeggianti. Mi è stato diagnosticato il Citomegalovirus e mi sono fermato un mese tra la metà e la fine della primavera. Sono stato obbligato, ma ormai molte corse erano compromesse.

Un inverno intenso per D’Amato, tra bici e palestra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Un inverno intenso per D’Amato, tra bici e palestra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Quando sei tornato in sella?

Ho ricominciato ad allenarmi ad inizio giugno, con calma, ma ho sentito anche il bisogno di cambiare molte cose. Sono partito da un nuovo preparatore, che mi segue tutt’ora alla Biesse-Carrera: Marco Maggi e già da fine luglio sentivo che potevo tornare a spingere.

Eppure tra l’estate ed il finale di stagione le tue presenze sono state sporadiche.

Purtroppo non ero convocato per le corse che potevano diventare una buona vetrina. Ero inserito nell’organico per competizioni di secondo piano. Correndo poco, ho fatto fatica anche a trovare il ritmo gara ed essere competitivo. Ho deciso di chiudere la stagione in anticipo, fare un reset e ripartire.

Francesco Galimberti al centro, Andrea D’Amato a destra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Francesco Galimberti a sinistra, Andrea D’Amato a destra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
In questo periodo è nata la decisione di passare alla corte di Milesi?

A inizio estate, più o meno a luglio mi sono arrivate diverse offerte, una motivazione per allenarmi con impegno e crederci fino in fondo. Quella di Milesi e Nicoletti con la Biesse-Carrera mi ha dato qualcosa in più rispetto alle altre. Tanta fiducia prima di tutto, un calendario ben strutturato e un team che permette di avere una notevole visibilità.

Avete cominciato il 2023 con un ritiro in Spagna, come è andata?

Abbiamo fatto 20 giorni di ritiro. Un training camp lungo, tosto e davvero bello. E’ stata una prima volta, ma anche una grande occasione per stare con i compagni, di lavorare in un certo modo e di mettere tanti tasselli al posto giusto.

Come vi siete allenati in Spagna?

Siamo partiti calmi i primissimi giorni, con l’obiettivo di sfruttare appieno le tre settimane e non arrivare finiti gli ultimi 7 giorni. Il programma di massima che abbiamo eseguito era composto da tre giornate di carico e uno di scarico, con dei lavori d’intensità che sono aumentati gradualmente. Tanto lavoro al medio, ma abbiamo provato anche le volate con l’organizzazione del treno. Non abbiamo dimenticato dei lavori in palestra, attenzione che vorrei mantenere anche nel corso delle prossime settimane.

I lavori specifici eseguiti durante il ritiro si sono combinati in modo corretto con quelli del tuo preparatore?

Durante il training camp in Spagna ci siamo affidati completamente alle indicazioni di Milesi. Avere comunque dei direttori sportivi del calibro di Nicoletti e Milesi per noi significa molto.

Quali sono i programmi e gli obiettivi per il 2023?

Esordirò alla Coppa San Geo il 25 febbraio. Io punterò principalmente alle gare ondulate con dei finali allo sprint, situazioni dove riesco a far emergere le mie doti. Non sono uno scalatore. E prenderò parte al Giro di Sicilia ad aprile. Inoltre spero di poter prendere parte ad un collegiale della nazionale, durante la primavera.

Ci pensi ad una maglia azzurra?

Parecchio. Ci penso perché è motivo di orgoglio e sarebbe un trampolino di lancio di quelli importanti. Ci penso perché con la chiamata in nazionale potrei partecipare anche ad alcune corse di stampo internazionale e comunque una chiamata in maglia azzurra non è mai banale. E’ una di quelle cose che porti sempre con te. Forse ci sarei arrivato nel 2022, ma nulla è andato come doveva.

Un corridore forte in diversi contesti, che primeggia negli sprint (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Un corridore forte in diversi contesti, che primeggia negli sprint (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Ti senti sotto pressione?

Non molto. Mi sento che devo e posso dimostrare, devo ricambiare la fiducia e mi rendo conto che questo treno della Biesse-Carrera è decisivo per il prosieguo della mia carriera. Ma è pur vero che io ed i miei compagni siamo coscienti che alle spalle abbiamo un’ottima organizzazione.

Parlaci invece della bici, per te è una prima con i freni a disco su strada?

Esatto, ma non è una prima assoluta per via della mia passione per la Mtb. Ho iniziato ad usare la bici da strada con i dischi da metà novembre. E’ una Carrera SLR AirPro ed molto più rigida rispetto a quella che avevo l’anno passato con i freni tradizionali. Alla rigidità del mezzo si aggiunge anche il manubrio integrato Ursus, che non fa altro che aumentare la rigidità. Mi piace questo dettaglio e mi aiuta a tirare la bici durante gli sprint ed i rilanci. Abbiamo le ruote Ursus, in gara con i tubeless, in allenamento con le camere d’aria.

Torneresti indietro, oppure il mezzo è divertente?

No, non tornerei indietro. Io e anche diversi compagni che utilizzano il freno a disco per la prima volta, ci siamo resi conto di quanto cambia il modo di frenare e quel vantaggio di frenare all’ultimo senza perdere di velocità. Tutto il pacchetto è divertente e veloce.