Ancora secondo alla Vuelta, al Giro di Lombardia e re indiscusso al Giro dell’Emilia. Enric Mas si è consacrato tra i grandi. Lui è l’esempio dell’ottimo corridore, anzi del campione, che matura gradualmente e che si avvicina all’apice anno dopo anno. Peccato per lui che sia nell’era dei Pogacar, degli Evenepoel, dei Bernal e probabilmente anche degli Ayuso.
Ma lui c’è. Continua a battere il ferro. E fa bene. Non è detto che non possa crescere ancora e non è detto che i suoi rivali siano infallibili. Alla ruota di Evenepoel sulle salite della Spagna ha sviluppato dei wattaggi che mai aveva toccato in precedenza. Motivo di fiducia. Una fiducia che infatti aveva negli occhi sul San Luca poche settimane dopo.
Vila sponsorizza Mas
E uno dei suoi tecnici, Patxi Vila, sembra essere dello stesso parere. A 28 anni (li compirà fra quattro giorni), il corridore della Movistar è chiamato al definitivo salto di qualità. Più che la prestazione ciò che gli manca è forse la costanza.
«Enric – ha detto Vila qualche giorno fa a Marca – è salito tre volte sul podio di un grande Giro. Credo che a 28 anni sia arrivato il suo momento. Alla fine è stato l’unico a lottare ancora con Pogacar a fine stagione».
Questo è vero: Mas a fine stagione stava lottando con Pogacar al Lombardia, peccato solo che nel frattempo Tadej avesse vinto altre quattro corse WorldTour (tappe escluse) e “fallito”, con due virgolette grosse così, il Tour de France.
«Però adesso – continua Vila – Enric è maturo ed è il suo momento. Ha già dimostrato di poter stare con i migliori. E non è qualcosa che pensiamo possa succedere, ma è qualcosa che è già successo. Noi ne siamo certi».
Le parole di Vila cozzano, e neanche poco, con quelle che questa estate aveva detto Unzue. Il patron assoluto della Movistar aveva detto che Mas non era in grado di essere un leader dopo il ritiro dal Tour, per Covid, e l’ennesima caduta.
Però dopo qualche giorno di riposo e dopo aver serrato i ranghi, Unzue e Mas si sono risollevati alla grande proprio con il podio della Vuelta. E lo hanno fatto in un periodo di massimo stress con la Movistar messa malissimo per quel che concerneva la classifica UCI. Segno che l’atleta c’è anche dal punto di vista psicologico. Ha ormai acquisito delle certezze, un suo equilibrio.
Enric convinto
E questa certezza deve essere anche nella testa di Mas stesso. Qualche giorno fa, durante la presentazione del team ha ribadito la sua voglia di fare bene, di sentirsi maturo e pronto a cogliere l’eredità di Valverde, ben sapendo che la strada per eguagliare Alejandro è pressoché infinita.
«Valverde – ha detto Mas – è stato un grande campione. Anche al di fuori della bici. Si vedeva da come trattava le persone e dal modo in cui si comportava con gli altri. Io ho provato ad imparare il più possibile da lui e spero di crescere come lui».
E per essere sulle orme di Valverde, Enric ha anche prolungato il contratto con la Movistar a lungo “casa” di Alejandro, fino al 2025. Le basi sembrano esserci tutte.
Rotta sul Tour
Unzue, Vila e Mas hanno gettato dunque le basi per la prossima stagione, ma il calendario di Enric sarà molto, molto simile a quello della stagione appena conclusa. Il 2023 di Enric infatti passerà dal Tour de France e dalla Vuelta e in primavera dalla Tirreno-Adriatico e dalla Liegi.
«Il Tour è la corsa più importante – ha detto Mas – e bisogna esserci, mentre la Vuelta magari sarà la volta buona per vincerla. Io lavorerò per questo».
Infine, non è mancata una battuta sul Giro d’Italia, al quale Mas non ha mai preso parte: «Da fuori, mi sembra una corsa splendida. I corridori che ci sono andati ne parlano benissimo. Quando vedo le immagini, mi dico che un giorno dovrò esserci. Ma ho ancora molti anni davanti».