Sanguineti alla Trek: tutto vero, tutto meritato

02.01.2023
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La Sanguineti sotto l’albero. Ragionando con Elisa Balsamo nei giorni del ritiro spagnolo della Trek-Segafredo, l’arrivo dell’amica Yaya ci era stato descritto come il regalo più bello che la squadra potesse farle. Oltre all’amicizia cementata dagli anni alla Valcar-Travel&Service, infatti, la sanremese è una delle migliori al mondo nel tirare le volate, per cui è stata la stessa Elisa a insistere perché il mercato del team si concentrasse sul suo nome.

Davvero un bel regalo di Natale per Elisa Balsamo: è arrivata Yaya Sanguineti
Davvero un bel regalo di Natale per Elisa Balsamo: è arrivata Yaya Sanguineti

Due anni nel WorldTour

Adesso Yaya è al settimo cielo. La sua carriera è passata per cinque anni alla BePink, poi sei alla Valcar e ora sotto le ruote è venuto fuori un biennale WorldTour con la Trek, come il sogno che si è finalmente realizzato.

«Sinceramente non ho ancora messo a fuoco – dice – ho cominciato a capire qualcosa mentre facevo le foto a fianco della Longo. Elisa è una mia amica, però trovarcisi accanto vestita allo stesso modo, ho pensato: Wow!».

Il suo entusiasmo ti contagia, il sorriso è ipnotico. E anche se nel corso delle stagioni si è spesso messa a fare di conto con le sue insicurezze, è bastato vederla all’opera negli appuntamenti importanti del 2022, per rendersi conto delle sue qualità. E’ stata la chiave della vittoria di Barbara Guarischi ai Giochi del Mediterraneo, poi ha fatto parte del treno di Elisa Balsamo contro Wiebes agli europei. E prima aveva portato a casa anche una vittoria per sé, alla Dwars door het Hageland.

Sanguineti e Realini, velocista e scalatore, facce nuove (italiane) della Trek-Segafredo
Sanguineti e Realini, velocista e scalatore, facce nuove (italiane) della Trek-Segafredo
Come è nato l’aggancio con la Trek?

Penso che una buona parola ce l’abbia messa Elisa Balsamo, perché abbiamo lavorato insieme tanti anni e lei mi definisce la miglior lead-out che abbia mai avuto. Poi penso di averci messo un po’ del mio. Ho dimostrato che quel lavoro lo so fare bene, anche se non dovrò fermarmi solo a quello. Farò molte altre cose…

L’idea era comunque di salire questo gradino?

Sì, perché dal primo anno alla Bepink sono passati quasi 10 anni e a un certo punto mi sono detta che forse me lo meritavo. Poi ci pensi e ti chiedi se sarai in grado, che è tipico di come sono fatta io. Ma di base credo di averlo meritato.

Dopo un anno in squadre diverse, Sanguineti e Balsamo si sono ritrovate agli europei di Monaco
Dopo un anno in squadre diverse, Sanguineti e Balsamo si sono ritrovate agli europei di Monaco
Arzeni ha sempre detto che se solo ci credessi un po’ di più…

Quello me lo dicono tutti, ormai me lo dico anche io ogni mattina. Un giorno eravamo in bici con Elisa Balsamo e lei mi diceva che devo crederci. Che se alla fine sono qua, è perché l’ho meritato. Non è che la Trek mi abbia preso senza un motivo. Io l’ho ascoltata e intanto mi dicevo che spero di meritarlo davvero…

Che cosa ti ha chiesto Guercilena al momento di firmare?

Mi ha detto che il mio compito principale sarà quello di fare da pesce pilota per Elisa. Però mi ha detto anche che credono molto in me, perché possa ritagliarmi il mio spazio. Quando non ci sarà lei e magari non ci saranno le altre velociste, punteranno molto su di me. E’ stato veramente un onore, perché sono arrivata in punta di piedi, invece è stato molto bello sentire il boss della squadra dire queste cose. E’ una bella responsabilità.

Ilaria Sanguineti è nata a Sanremo il 15 aprile 1994. Corre fra le elite dal 2013
Ilaria Sanguineti è nata a Sanremo il 15 aprile 1994. Corre fra le elite dal 2013
Il livello della squadra è altissimo.

Ci sono tutte le straniere, ma anche la stessa Longo Borghini e Balsamo. Loro sono mie amiche, ma comunque sono campionesse già affermate. Io sono l’ultima arrivata e spero di davvero di meritarmi tutto questo.

Come si tira la volata per Elisa Balsamo?

Negli anni abbiamo imparato a fidarci l’una dell’altra. I primi anni mi faceva ridere, perché mi urlava sempre da dietro. Mi diceva che eravamo troppo indietro, quando magari mancavano ancora 10 chilometri. Allora le dicevo: «Elisa, sono da sola, aspetta. Dobbiamo uscire all’ultimo…». Alla fine non dovevamo dirci niente. Quando sentivo la sua voce, perché sapevo che magari era successo qualcosa, io entravo in azione e lei si fidava ciecamente di me. Forse anche perché oltre al feeling speciale in volata, alla base c’è anche una bella amicizia, che aiuta molto.

Anche Ina Teutenberg, diesse della Trek-Segafredo, in bici nei giorni del ritiro
Anche Ina Teutenberg, diesse della Trek-Segafredo, in bici nei giorni del ritiro
Volate tutte uguali oppure si cambia a seconda delle situazioni?

Si cambia ogni volta. Ad esempio abbiamo imparato che Lorena Wiebes dobbiamo anticiparla. Quando Elisa due anni fa ha vinto l’ultima tappa al Women’s Tour, ci avevamo provato per le tre tappe prima. Partivamo sempre troppo tardi e vinceva Wiebes. Nell’ultima tappa, le ho detto che dovevamo arrivarle da dietro all’ultimo chilometro. Lei non se ne sarebbe accorta e ci avrebbe visto quando ormai eravamo passate. Si sarebbe messa dietro, perdendo il momento di massima forza. Quella vittoria è stata una delle più speciali che ci ricordiamo.

Secondo te, in questo anno in due squadre diverse, sei mancata più tu a Elisa, oppure lei è mancata a te?

Se parliamo di amicizia, penso che sia mancata più lei a me. Però da quello che mi ha detto per la parte sportiva, lei mi ha voluto qua anche per questo. Mi ha detto che le mancavo per quello che so fare. Per cui magari a livello ciclistico, le sono mancata di più io…

Ilaria Sanguineti alla Dwars door het Hageland ha ottenuto la sua 8ª vittoria in carriera: 4 open, 4 UCI
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Correre con Elisa significa poter rientrare nel giro della nazionale?

Sì, assolutamente. Già nel 2022 ho avuto la fortuna di partecipare ai Giochi del Mediterraneo e agli europei, in cui ho fatto parte del suo treno. E nonostante fosse un anno che non correvamo insieme, proprio a Monaco non c’è stato bisogno di dirsi niente. Io sapevo quello che dovevo fare. Lei sapeva che lì davanti c’ero io.

Ci sarà spazio per un’altra vittoria di Yaya?

Per una gregaria come me, riuscire a ritagliarsi uno spazietto è una soddisfazione. Per come sono io, mi basta poco. Ho capito il mio ruolo da un paio d’anni. Successe quando Marta Bastianelli vinse il campionato italiano del 2019 e seconda arrivò Elisa Balsamo. Io feci terza e quarta Marta Cavalli. Mi ero presa il mio spazio, invece capii che se fossi rimasta nella mia bolla avrei ottenuto meno che se mi fossi messa a disposizione di Elisa. So che posso valere qualcosa devo solo mettermelo in testa. E’ un po’ difficile per me, però penso che negli anni sto maturando tanto. Sto trovando più consapevolezza in me stessa.

Una Coca prima di partire in allenamento? Ci può stare. Alla salute
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Yaya è così inconsapevole di se stessa solo in bici o anche nella vita quotidiana?

Anche fuori, forse soprattutto fuori, anche se non lo faccio vedere. Magari uno vede che rido sempre, che sono sempre col sorriso, però a volte sono molto insicura di me. Credo che Elisabetta Borgia (mental coach della squadra, ndr) avrà il suo bel da fare per seguirmi… 

Una risata. Il racconto delle vacanze a Santo Domingo con la banda storica della Valcar. Il fatto che da quest’anno si allenerà con Slongo, cambiando qualche abitudine rispetto agli anni con Arzeni. Qualche lavoro specifico in più. L’alimentazione che cambia. E tante altre risate. Ci alziamo pieni di appunti. Quando sei con Yaya il tempo va veloce.