Cinque minuti a mezzogiorno del 18 novembre. La Bahrain-Victorius cinguetta l’ingaggio di due ragazzi del Cycling Team Friuli, la sua formazione vivaio. Nicolò Buratti ed Alberto Bruttomesso passeranno pro’ a partire dal 2024 con un contratto biennale.
Una notizia nell’aria, ma non scontata benché si stia parlando di due tra i migliori talenti espressi dall’ultima annata tra i gli under 23. Il turno per parlare con Bruttomesso dell’argomento lo abbiamo avuto qualche giorno fa, ora tocca a Buratti vuotare il sacco delle emozioni. Se è vero che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere (di diventare professionista in questo caso), chissà come il 21enne udinese di Corno di Rosazzo avrà vissuto i giorni precedenti al tanto sperato annuncio.


Come avevamo anticipato più di una settimana fa, per il dominatore di Poggiana e Capodarco (due delle sue nove perle stagionali) le porte per il salto di categoria nel 2023 si erano chiuse in anticipo rispetto alle sue ultime ottime prestazioni. Invece no, come ci spiega Nicolò…
Moralmente come avevi preso il fatto che l’anno prossimo non c’era posto per te alla Bahrain?
Inizialmente devo confessarvi che ci sono rimasto male. Dopo la stagione che ho fatto ci speravo. C’erano i presupposti. Però forse ho inanellato i migliori risultati quasi troppo tardi. La Bahrain aveva già fatto e finito il mercato per il 2023, ma loro si sono impegnati con i dirigenti del CT Friuli di trovare una soluzione ottimale.
E moralmente come hai accolto questa notizia?
Beh, nemmeno da dire, alla grande (sorride, ndr). Diciamo che da quando mi hanno detto che non sarei passato nel 2023 a quando è arrivata la conferma dell’ingaggio sono trascorsi un po’ di giorni, ma nemmeno troppi. Quindi alla fine non avuto molto tempo per essere preoccupato o di cattivo umore.


Farai il 2023 nel Cycling Team Friuli. Pensi che sia quella soluzione ideale di cui parlavi prima?
Direi proprio di sì. Sarà la terza stagione con loro, in un ambiente che conosco e in cui sto bene. Il fatto che la squadra sia la development della Bahrain mi consentirà di avere un inserimento graduale tra i pro’. Sulla carta sono già in programma dei training camp e lo stage ad agosto. Naturalmente però bisognerà vedere che annata farò.
Ecco, come sarà ora che hai il contratto in tasca? Che motivazioni avrai?
Riconfermare i risultati di quest’anno credo che sia il miglior stimolo possibile. Non sarà facile, anche perché vorrei crescere ulteriormente attraverso un calendario più internazionale sia col mio team che con la maglia azzurra. Mi reputo un corridore da classiche e vorrei fare bene in quelle primaverili in Italia ma anche all’estero. Ad esempio, fare risultato alla Gand-Wevelgem con la nazionale è un obiettivo. Quest’anno l’ho corsa e non è andata benissimo. Voglio rifarmi. Ad oggi i presupposti ci sono. Il top sarebbe iniziare il 2023 così come ho finito il 2022.


Delle nove vittorie di quest’anno, sei le hai ottenute da agosto in avanti. Cosa ti è mancato all’inizio?
Non saprei, forse un mix di fortuna e cattiveria agonistica. Per la verità sono stato piuttosto costante per tutta la stagione. Ho vinto la prima gara alla seconda che ho fatto e ho vinto la mia ultima gara alla penultima. Nel mezzo però mi sono sbloccato mentalmente ed è cambiato tutto. Mi sono sentito più sereno ed in pace con me stesso e sono arrivati i successi.
Cosa o chi ha fatto scattare la molla?
La mia famiglia e la squadra mi hanno sempre supportato, come sempre ed in ogni momento. Gli allenamenti erano sempre quelli o comunque non li ho cambiati tanto. Fisicamente stavo bene. Però ad un certo punto, soprattutto ad agosto, ho iniziato a pensare che il professionismo me lo dovevo ancora guadagnare. Insomma, se quel qualcosa è venuto, credo che sia venuto tutto da me.


Avrai il ruolo di prima punta, ma cosa vorrebbe dare Buratti in più al CTF?
Mi piacerebbe essere una guida, un esempio per i nostri primi anni o per i più giovani di me. E’ vero che Alberto (Bruttomesso, ndr) ed io siamo a posto per il futuro, ma vorrei aiutare i miei compagni a svezzarsi nelle varie gare. Porto in dote la mia esperienza di quest’anno, specie quella morale per consigliare la squadra quando non arriveranno i risultati. Poi ovvio che anch’io, insieme a loro, vorrò fare un ulteriore step psico-fisico.
A proposito, ritornando sulla maglia azzurra. Forse non ci hai detto tutti i veri obiettivi…
Eh sì, l’anno prossimo puntiamo in alto (sorride, ndr). Il vero obiettivo sarà il mondiale di Glasgow ad agosto. Il percorso è adatto alle mie caratteristiche e voglio arrivarci pronto e preparato. E poi, dopo quello di quest’anno, ho un conto in sospeso da saldare…