Un ricordo di Facebook, condiviso il giorno di San Valentino dall’aeroporto di Istanbul, perché quando si tratta di Daniele Tortoli ricordare è d’obbligo. Poi il volo di rientro dalla Turchia. La storia di Rajovic da scrivere per l’indomani. Finché nell’aereo appena atterrato, mentre lentamente si cominciavano a riprendere zaini e pacchetti, la voce di Davide Formolo attraverso una chiamata Whatsapp era il primo bentornato in Italia.
Solo che il veronese si trovava (e ancora si trova) sul Teide. Voleva commentare quella foto del toscano che ebbe il merito di scoprirlo. Dire quanto gli mancasse e aggiungere che oggi confrontarsi con lui gli servirebbe più di allora. Aveva soprattutto voglia di parlare. Perché sul vulcano non puoi fare altro che allenarti e, come ha detto Colbrelli, guardarne la cima. Ma Davide non può neanche pedalare, non su strada. I programmi di cui ci aveva parlato sono congelati. La caduta provocata il 3 gennaio dal cinghiale continua a dargli noia, la microfrattura della mano non è ancora saldata.
C’era però da scendere dall’aereo, recuperare auto e bagagli. Per cui, con la promessa di risentirci presto, ci siamo portati la sua storia nella testa fino a ieri sera.
Come stai?
Bene. Il vulcano è tranquillo. Non è come l’Etna che ogni tanto si scarica. Questo sta zitto dai primi del 900, ma è attivo. Dicono che quando erutterà la prossima volta, ci sarà un’esplosione che farà casini veri. Speriamo di essere andati via per tempo (ride, ndr).
E la mano?
Ho la prossima radiografia il primo marzo. Per ora tengo il tutore. Nel controllo fatto prima di venire quassù, l’osso era ancora messo male, mi hanno dato poche possibilità di cominciare a correre come nei programmi. L’unica cosa è tenerla ferma. Dagli esami fatti subito non si vedeva niente, ma il dottore ha detto che le fratture di queste ossa così piccole si vedono dopo un po’. In pratica abbiamo dovuto aspettare che la frattura si aprisse. E intanto devo stare fermo.
E in bici?
In bici non posso andare. Oltre al fatto che le vibrazioni farebbero male, a forza di portare il tutore, anche il polso non mi regge più. Al punto che quando lo toglierò, dovrò anche fare un ciclo di riabilitazione. Dovrei correre Laigueglia il 2 marzo e la Strade Bianche il 5, ma ad ora non so bene cosa sarà di me (sorride, ma si percepisce che sia affranto, ndr).
Il tutore devi portarlo sempre?
Anche quando dormo, per forza. Lo tolgo solo per fare la doccia. E con questa cosa del Covid, non riesco neanche a lavare bene le mani. Devo anche stare attento a non storcermi in bici. Perciò sto qua, faccio rulli e aspetto giorni migliori. Visto Covi come ha iniziato bene? A gennaio abbiamo fatto un bel ritiro e vorrei mettermi in gioco anche io, perché ero al loro livello. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) è andato via anche Colbrelli. Per fortuna stare qui mi piace. I benefici dell’altura sono indiscutibili. Perciò vedremo i progressi della mano e semmai aggiusteremo i programmi.
Tortoli i cinghiali li cacciava e poi sua moglie Silvia li cucinava alla grande…
Impossibile da dimenticare. Intorno Monaco ne è pieno, anche nella zona de La Turbie dove domani arriverà il Tour des Alpes Maritimes et du Var (tappa di oggi, vinta da Wellens, ndr). Un giorno ero in bici proprio lassù e ne ho trovato uno che camminava bello tranquillo sulla strada. Anche dai miei a Verona, la stessa cosa. Mi è andata bene che il… mio era piccolino. Ha preso la ruota davanti, mi ha girato il manubrio e sono rotolato per terra.
Formolo ha organizzato un’asta benefica in Valpolicella. C’erano anche Guardini, Bertolini e Malesani All’asta un suo body del UAE Team Emirates e la “gialla” di Pogacar
Perché l’altro giorno hai detto che oggi con Tortoli parleresti meglio di allora?
Con la poca esperienza che avevo, non credo di aver potuto cogliere da lui il massimo. Prima era tanto sopra di me, oggi potrei parlarci alla pari. Prima avevo quasi timore, oggi sarebbe un confronto fra adulti.
Era un altro ciclismo.
Ma la sua saggezza sarebbe attuale anche oggi. Il problema è che dal 10 novembre al 10 ottobre dell’anno successivo, c’è qualcuno che guarda quello che mangiamo, i battiti del nostro cuore, i watt del nostro motore. Ci seguono via satellite con il gps quando siamo in bici, vedono i nostri spostamenti. E’ un mondo in cui non è facile vivere. Quando poi succedono cose come il ripensamento di Dumoulin, non c’è tanto da meravigliarsi. Sono tecnologie utili alle squadre perché noi possiamo migliorare, mentre prima per imparare dovevi fare una cappellata e ragionarci sopra. Oggi non serve. Non hai tempo di sbagliare. Sei così monitorato, che prima ancora che commetti un errore, c’è qualcuno a chilometri di distanza che ti avvisa. E’ difficile farsi plasmare da chi sta così lontano e decide della tua vita.
Tu come fai?
I risultati che stiamo ottenendo sono dovuti proprio a questa supervisione. La gente non dovrebbe stupirsene. Però per fortuna c’è un’ottima intesa fra noi e questo era anche alla base del metodo di Daniele, che ci faceva crescere con le dinamiche del gruppo. In UAE Team Emirates c’è lo stile italiano e nonostante tanta tecnologia, è la squadra che fa la differenza. Quando fisicamente sei al 99,9 per cento, lo step successivo lo fanno la testa e le parole giuste. Anche un rimprovero va fatto nel modo giusto e per fortuna qui si può parlare, perché ci sono brave persone nei posti giusti. Ognuno è libero di dire la sua.
Quando scendi dal Teide?
Il 28 febbraio, ancora dieci giorni.
Anche tu passi il tempo guardando il vulcano?
Le giornate passano in fretta. La mattina sei sui rulli, il pomeriggio doccia, riposo. Poi la prima videochiamata a casa. Mia figlia mangia alle 19 ora italiana, quindi le 18 di qui. Parlo con loro e poi vado a cena anche io, in modo da risentirle dopo aver mangiato. Inizialmente dovevano venire qua anche loro, ma la nonna di mia moglie non sta benissimo e così sono venuto da solo.
Ti va anche bene, all’inizio l’hotel era molto più spartano…
Me lo hanno detto, invece ultimamente hanno investito. Mi piace lo spirito di Tenerife, sono persone alla buona ma si danno da fare.
Quante possibilità ti dai di iniziare a Laigueglia?
Il dottore ha parlato di un 20 per cento, la vedo complicata, ma per fortuna la stagione è lunga. Quest’anno si punta sul Giro, niente Liegi. Voglio vincere una tappa, è passato troppo tempo dalla vittoria di La Spezia del 2015. Nel frattempo sono diventato padre, speriamo di vincere la prossima prima di diventare nonno (ride, ndr). Quel giorno dopo la caduta ero così contento di non essermi rotto niente di grande, da aver sottovalutato quell’ossicino. E invece guardate come sono messo…