Le Fiandre: ombelico del mondo per i ciclisti

02.04.2023
6 min
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Abbiamo avuto l’occasione di pedalare alla Gran Fondo “We Ride Flanders nel gruppone assemblato da Sportful. Il giorno prima della corsa dei professionisti le strade e i Muri più iconici sono stati aperti al pubblico e si sono trasformati in uno scenario che ti riempie il cuore di ciclismo. Ogni tipologia di bici ha solcato le pietre del Fiandre: dalle e-bike da città fino alla più performante bici da strada. 

Una guida d’eccezione

Nel girare in questo territorio intriso di storia legata al ciclismo, nella giornata di venerdì, ci siamo affidati ad una guida di eccezione: Simone Masciarelli. Lui queste strade le ha vissute prima da corridore e poi da comune cittadino, quando, cinque anni fa, ha seguito il figlio Lorenzo nella sua avventura nel mondo del ciclocross. Tra pochi giorni Simone tornerà in Italia per seguire nuovamente il figlio Lorenzo, passato quest’anno alla Colpack-Ballan. 

«Su queste strade – ci racconta – i miei due figli: Lorenzo e Stefano, si allenavano tutti i giorni, sia con la bici da corsa che con quella da cross. Tutte le gare più importanti del ciclocross si svolgono in questa zona del Paese».

La parte finale del tratto in pavé pianeggiante di Mariaborrestraat
La parte finale del tratto in pavé pianeggiante di Mariaborrestraat

I percorsi

Gli appassionati hanno avuto l’occasione di scegliere tra quattro percorsi differenti, tre con partenza da Oudenaarde: il corto, da 75 chilometri, un secondo da 144 chilometri ed un altro da 177. Il percorso più lungo, quello da 249 chilometri, segue interamente le orme del Fiandre e parte, quindi da Bruges. 

Fin dal giorno prima della Gran Fondo le strade di Oudenaarde si riempiono di ciclisti, anche più del solito. Il ritiro dei pacchi gara è da fare al De Qubus, un centro congressi e di eventi. Al suo interno c’è musica, chioschi con cibi e bevande, mentre nel piazzale adiacente sono posizionati gli stand delle aziende sponsor dell’evento

Clima fiammingo

Il tempo, nella giornata di sabato è pessimo: vento e tanta pioggia, come è abitudine vedere da queste parti. Nessuno si fa intimidire e fin dalle prime ore del mattino la gente arriva ad Oudenaarde per prendere il via. La partenza è alla “francese” in un orario compreso tra le sette e le dieci del mattino. L’acqua scende a scrosci continui, ripetitiva, incessante. Gli occhiali si trasformano presto in una maschera piena di gocce di fango, bere dalla borraccia diventa impossibile vista la terra che ci si accumula sopra

Il clima fiammingo, però, non si vede solo dal meteo, ma soprattutto dalle persone, presenti in maniera numerosa e costante lungo tutti i chilometri della Gran Fondo. E chi non pedala è pronto ad incitare da bordo strada, si vedono molte famiglie ad aspettare amici o conoscenti, qualcuno è munito anche di cartelli, così da farsi riconoscere più facilmente. 

Si inizia dal Koppenberg

All’interno del percorso scelto da noi, quello corto da 75 chilometri, erano presenti dieci Muri, al primo dei quali capisci subito che passare una giornata in queste condizioni meteo e di strade sarà davvero tosto. Il primo ostacolo di pietre da scalare è stato niente meno che il Koppenberg. La caratteristica bella di questa giornata è che la sfida è con se stessi, non è importante quanto tempo ci metti, conta la passione che ti spinge ad affrontare questa avventura. Le pietre ti respingono, quasi stizzite dal tuo passaggio, ogni pedalata è un salto, un sussulto. 

«Proprio in cima al Koppenberg – ci raccontava Simone Masciarelli nella giornata di venerdì – si tiene una delle gare di ciclocross più iconiche: il Koppenbergcross. Negli anni il percorso è stato modificato, rendendo questa gara ancora più dura».

In cima alla collina di Hotond si è corso fino al 2019 il GP De Clercq, importante gara di ciclocross
In cima alla collina di Hotond si è corso fino al 2019 il GP De Clercq, importante gara di ciclocross

La “casa” del ciclismo

Oltre al Koppenberg abbiamo avuto modo di passare su: Steenbeekdries, Taaienberg, Berg Ten Houte, Kaperij, Kanarieberg, Oude Kruisberg, Hotond, Karnemelkbeekstraat, Oude Kwaremont e Paterberg. 

Proprio percorrendo gli ultimi due Muri, Oude Kwaremont e Paterberg, senti entrare nelle vene lo spirito di questa corsa. Subito saltano in mente immagini, istantanee del ciclismo, come la caduta di Sagan nel 2017. Oppure l’attacco di Cancellara nel tratto finale dell’Oude Kwaremont. Mentre rimbalzi pesantemente su queste enormi pietre, con le gambe che ribollono dalla fatica nonostante il freddo, ti chiedi come sia possibile fare delle accelerazioni con quella potenza. Ma, anche questo fa parte della magia di questo bellissimo sport.

«In cima alla collina di Hotond – ci spiegava sempre ieri Simone Masciarelli – si tiene il GP Mario De Clercq, che Lorenzo ha vinto nel 2019, anno della sua ultima edizione. Quando ancora era juniores. Nelle Fiandre l’accostamento strada e cross è continuo. I ragazzi non fanno la pausa invernale ma si fermano a marzo, prima di riprendere su strada».

Gli ultimi dieci chilometri della Gran Fondo ripercorrono quelli del Giro delle Fiandre. Il vento ti respinge , l’acqua ti scorre lungo il collo e le gambe faticano a portarti avanti, l’ultimo tratto diventa infinito. L’arrivo si trova sempre ad Oudenaarde ed è lo stesso che oggi vedrà trionfare il vincitore dell’edizione 107 di questa fantastica corsa.