Che cosa è cambiato da quel 23 gennaio del 1984, quando Francesco Moser realizzò il fantastico 51,151 che aprì una nuova era nella caccia al record dell’Ora? Francesco era uno dei più forti cronoman al mondo e vantava anche un titolo mondiale dell’inseguimento. Probabilmente meno pistard, ma indubbiamente più stradista di Ganna, riuscì a costruire attorno al suo tentativo un supporto scientifico estremamente all’avanguardia rispetto ai tempi. Un certo tipo di approccio allo sport fu pianificato in quelle settimane e ancora oggi è alla base della preparazione dei corridori contemporanei.
Dopo aver parlato delle peculiarità del gesto atletico, delle doti da allenare e dell’apporto della tecnologia, con Andrea Morelli riprendiamo il discorso avviato stamattina e proseguiamo il nostro viaggio nel record dell’Ora, che sabato prossimo a Grenchen sarà tentato da Filippo Ganna.
Perché Moser, che era un cronoman e vinceva gli inseguimenti, si è fermato a 51,151? Che cosa è cambiato in questi 40 anni?
L’evoluzione tecnologica ha portato un grosso vantaggio. Questo è difficile tradurlo in quanti chilometri in più. E’ difficile da spiegare. Ganna è un fuoriclasse. Stiamo parlando di uno specialista della cronometro che ha comunque dei valori di potenza che probabilmente ha solo lui. Quindi è un fuoriclasse paragonabile a quello che poteva essere Moser ai suoi tempi, ma l’evoluzione dei materiali gli dà dei vantaggi innegabili. E poi c’è tutta la parte legata all’evoluzione della scienza dell’allenamento.
Spieghiamo.
Di solito si parla del consumo di ossigeno per gli scalatori che vincono le corse a tappe e siamo intorno agli 85-90 ml/min/kg, addirittura anche sopra. Pero non dobbiamo dimenticare che se ragioniamo in dati relativi, il cronoman è svantaggiato. Se faccio un calcolo di questo tipo su uno come Ganna, magari mi viene che lui ha “solo” 70-75 ml per chilo di consumo di ossigeno. Badate bene, questa è una valutazione che sto facendo io ad occhio. Però se teniamo conto del consumo in litri assoluti, uno così è un atleta con una cilindrata paragonabile a quella di un V12. Ha magari 5,8-6 litri di consumo in litri al minuto, quindi di conseguenza una potenza sia alla soglia che massima elevatissima.
Non abbiamo i dati di riferimento sul consumo di ossigeno o test effettuati ai tempi di Moser.
Infatti si possono fare delle stime, dato che non c’erano i misuratori di potenza. Era diverso anche come approccio. In più rispetto ad allora sono stati fatti dei grossi passi avanti sulla tecnologia per esempio nella riduzione della resistenza al rotolamento, partendo dalla bici e passando per la pista. Basti pensare che in determinati competizioni si sia aumentata la temperatura della pista per ridurre la resistenza al rotolamento. Si utilizzano pneumatici che come dimensioni e struttura sono molto diversi rispetto al passato. Quindi puoi risparmiare 10-15 watt di resistenza al rotolamento e guadagnarne 10-12 di potenza a parità di posizione. Si lima dove si può e alla fine si hanno grosse differenze. Sono cambiate anche le superfici di scorrimento. Ci sono tante variabili da considerare.
Moser andò a Città del Messico, Ganna a Grenchen: la pista conta tanto?
Perché vanno a Grenchen e non in quota ad Aguascalientes, per esempio? La quota porta ad avere un vantaggio aerodinamico dovuto a condizioni legate alla densità dell’aria quindi a parità di posizione vai più veloce. Ma devi trovare la quota corretta perché vi è per lo stesso motivo una diminuzione della massima potenza aerobica. E quindi la tua potenza di soglia cala. Devi trovare il compromesso giusto in termini di quota e aver ragionato bene anche su problematiche logistiche. Quindi ci sono varie condizioni, tante cose da valutare quando si fa un approccio a questo tipo record. Quando siamo stati a Grenchen con Trek-Segafredo per Ellen Van Dijk (il 23 maggio 2022, l’olandese ha percorso 49,254 chilometri, ndr), abbiamo potuto vedere che è una delle piste più veloci disponibili attualmente, quindi la scelta non è stata casuale o per questioni di sponsor.
E’ giusto dire che le metodiche di allenamento dei corridori di oggi discendono da quelle di Moser?
La scienza dello sport in parte è nata lì, con l’Equipe Enervit di cui facevano parte Aldo Sassi ed Enrico Arcelli. Varie tecniche di allenamento come la forza/resistenza sono state sviluppate proprio per questo tipo di prestazione. Naturalmente i mezzi a disposizione erano diversi. C’era il primo cardiofrequenzimetro, non esisteva il misuratore di potenza, però non si era così a conoscenza di come l’allenamento potesse ottimizzare la prestazione. Probabilmente in quel periodo si fece il massimo per ottimizzare la performance di Moser, così come oggi tutta l’evoluzione nella teoria dell’allenamento, nell’utilizzo della potenza e le strumentazioni ci permettono di monitorare l’atleta in allenamento piuttosto che durante i test specifici. Tutto questo sicuramente ha portato la possibilità di influire in modo più preciso e importante sulla prestazione, altrimenti non ci sarebbe stata tutta questa evoluzione.
C’è un corridore che hai seguito che avrebbe potuto provare il record?
Penso che l’atleta che probabilmente avrebbe potuto fare il record dell’Ora e non l’ha fatto è stato Fabian Cancellara. Non l’ho seguito direttamente io, però con Luca Guercilena, che era il suo allenatore e un caro amico, se n’è parlato spesso, anche perché un pensiero al record era stato fatto. Io ho lavorato con il team e con Fabian su diverse cronometro per il discorso test, posizione e legato al “pacing” in corsa, come stiamo facendo dall’anno scorso con Trek-Segafredo e mi sembra che Fabian per le caratteristiche che aveva, era un atleta assimilabile a quello che è il Ganna attuale. Probabilmente lui avrebbe potuto fare un record dell’Ora coprendo una distanza importante, che magari poi sarebbe stato battuto, questo non lo discuto…
La preparazione dell’Ora si concilia con la preparazione di un mondiale crono?
Certo, è conciliabile ed in parte è quello che è stato fatto. Per esempio penso al record dell’Ora di Ellen Van Dijk della Trek-Segafredo che è stato fatto prima del mondiale, ma in piena preparazione per lo stesso. Non credo che Ganna, che a mio avviso è il miglior crono man al mondo, anche se ha avuto una piccola debacle al mondiale in Australia, abbia sbagliato la preparazione. Certamente arriva da una stagione molto lunga in cui ha raccolto tantissimi importanti risultati e mantenere questo livello di prestazione per tutta la stagione non è semplice. Ci possono essere diversi motivi legati al risultato al mondiale, ma sono sicuro che arriverà all’appuntamento al top.