Giro Next Gen: le scelte di Contessa, Rosola e Chicchi

06.06.2023
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Prosegue il nostro viaggio tra le squadre che parteciperanno al Giro Next Gen e la loro preparazione. In questo secondo capitolo “spiamo” in casa di altre tre formazioni: Work-Service, General Store e Technipes #InEmiliaRomagna. Il percorso di avvicinamento offre diverse sfumature, che è il caso di approfondire.

Nella Work-Service corre Mion, la sua preparazione al Giro Next Gen è passata anche dalla pista (photors.it)
Nella Work-Service corre Mion, la sua preparazione al Giro Next Gen è passata anche dalla pista (photors.it)

Mion in pista

Ilario Contessa sarà il diesse al seguito dei ragazzi della Work-Service al Giro Next Gen, risponde al telefono mentre è in direzione Bassano. Da qualche anno Contessa è tecnico al velodromo della città ed oggi lo aspetta un’attività intensa, che in parte c’entra con la corsa rosa under 23. 

«Sto andando a fare un po’ di lavori di velocizzazione con Mion – racconta – uno dei ragazzi che parteciperà al Giro Next Gen. Lui è l’unico della squadra che corre su pista e in questo periodo, in cui si è alla ricerca di brillantezza e dello spunto finale, viene utile lavorare al velodromo. Chiaramente Mion è il solo che può fare questi lavori perché arriva già da questo mondo, per gli altri sarebbe troppo complicato».

Per i ragazzi di Contessa il Giro dell’Appennino di venerdì è stata una tappa importante nella preparazione alla corsa rosa (photors.it)
Il Giro dell’Appennino di venerdì è stata una tappa importante nella preparazione alla corsa rosa (photors.it)

Ognuno per sé

La Work-Service non ha impostato un lavoro uguale per tutti, troppo difficile organizzarlo con un calendario così pieno. Allora ognuno dei ragazzi si è messo d’impegno per lavorare al meglio, sempre con l’occhio del tecnico a curare il tutto. 

«Non poteva fermare l’attività – afferma Contessa – per questo non abbiamo fatto un ritiro in altura tutti insieme. I ragazzi hanno lavorato a turni differenti e con blocchi di lavoro personalizzati. Ognuno di loro ha un preparatore personale ed abbiamo deciso insieme i periodi. Chi preferiva allenarsi in altura ci è andato in autonomia, gli altri sono rimasti a casa. Io monitoravo tutti tramite le piattaforme dedicate, in modo tale da intervenire nel momento in cui ce ne fosse stato bisogno».

«La parte più difficile – riprende – è stato organizzare tutto il calendario, le corse come dicevamo prima sono molte e non possiamo fermarci. I ragazzi hanno già fatto qualche corsa a tappe: Coppi e Bartali e Giro di Sicilia, chiaro che questa è più lunga (8 tappe, ndr). Vedremo come risponderanno, il livello sarà altissimo, considerando che non c’è più la regola che chi ha fatto una corsa WorldTour non potrà partecipare». 

Per i corridori della General Store una preparazione a casa con blocchi di lavoro di più giorni (foto Instagram)
Per i corridori della General Store una preparazione a casa con blocchi di lavoro di più giorni (foto Instagram)

I ragazzi di Rosola 

La General Store, che sarà seguita da Paolo Rosola, ha optato per un programma di lavoro diverso. Niente altura, ma lavori specifici da casa, la condizione è da affinare per arrivare competitivi al via di Agliè. 

«Sarà un bel Giro d’Italia – dice subito – ci sono molte squadre straniere e questo alza il livello. Noi dovremo farci trovare pronti e cogliere al massimo tutte le occasioni che ci capiteranno. Saremo una squadra garibaldina, votata all’attacco. Proprio per questo la preparazione si è votata alle distanze ed alla velocizzazione. Abbiamo messo nelle gambe tanti chilometri ed in più abbiamo provato un paio di tappe».

«Ammetto – riprende – che siamo in ritardo. Il percorso è uscito all’ultimo, ed in più i ragazzi erano un po’ indietro di condizione. Così abbiamo optato per lavorare da casa, andare in montagna voleva dire esporsi al rischio meteo, con la possibilità di perdere giorni di allenamento. I nostri atleti si sono allenati a casa con blocchi di quattro giorni: intensità, un giorno di riposo e poi una gara. Qualche volta il giorno dopo la corsa abbiamo inserito una distanza, per abituarli alla fatica».

Technipes #InEmiliaRomagna

Il team guidato da Chicchi, Coppolillo e Chiesa ha scelto un avvicinamento classico, con due settimane di ritiro sull’Etna. Erano presenti quasi tutti i ragazzi che partiranno per il Giro Next Gen, ne mancava solo uno: Umbri. 

«Purtroppo Umbri – racconta Chicchi – ha avuto un incidente in allenamento con una macchina e si è lussato due dita della mano. Di conseguenza non è riuscito a venire con noi in ritiro, non godrà del beneficio dell’altura, ma in base ai dati possiamo dire che è comunque in buona condizione.

«La scelta di andare sull’Etna, nonostante non fossimo molto vicini, è dovuta al fatto che lì  ci sono meno distrazioni rispetto a Livigno (dice con una risata, ndr). Poi il Rifugio Sapienza è super attrezzato, lo scelgono tantissimi professionisti. C’è la possibilità di scegliere tra allenarsi in quota oppure scendere sul mare e salire solo per riposare. Un vulcano come l’Etna dà molte più alternative. L’altura in sé poi serve per fare una solida base di lavoro e amalgamare il gruppo. Nel fine settimana i ragazzi poi sono andati a correre per “sbloccare” le gambe e riprendere il ritmo gara».