Elisa Longo Borghini ha da poco conquistato il UAE Tour, ma il suo programma di preparazione non si ferma di certo. L’atleta del UAE Team ADQ sta per affrontare un secondo ritiro in altura al Teide, un aspetto inedito per lei. Mai prima d’ora, infatti, la piemontese aveva effettuato due periodi di preparazione in quota così ravvicinati
Dopo il primo blocco, svolto a gennaio prima della corsa negli Emirati, vinta alla grande, ora torna in altura per un’ulteriore fase di lavoro mirata alle classiche di primavera. Una programmazione che è frutto di una strategia ben precisa, come ci spiega Paolo Slongo, allenatore della piemontese.


Paolo, per Elisa si tratta della seconda altura in inverno. E’ la prima volta che affronta due periodi di quota così ravvicinati?
Sì, normalmente ne facevamo uno solo a febbraio, che è il periodo ideale. Quest’anno, in base al calendario gare, abbiamo deciso di anticipare il primo ritiro a fine gennaio per essere competitivi già al UAE Tour. Poi abbiamo programmato il secondo, un po’ più breve, perché il corpo mantiene memoria dell’altura. Torneremo dal Teide il 4 marzo, pochi giorni prima delle Strade Bianche. Dopo correrà un blocco di gare con Trofeo Oro in Euro, Cittiglio, Sanremo e non ci saranno più ritiri fino al Giro Women. Il secondo ritiro è quindi legato al primo in un unico grande blocco di lavoro.
Si può quindi considerare un unico “blocco di preparazione” altura-UAE Tour-altura?
Sì, quando si programma l’allenamento si ragiona su un piano complessivo. Questo blocco è stato studiato nei dettagli, non è un caso che di mezzo ci sia stata quella gara.
Come ha percepito Elisa questa novità?
Elisa è una professionista, ama lavorare in altura e il Teide le piace molto. E’ un ambiente che le dà serenità, ci torna volentieri e non lo vive come un’imposizione. Anzi, è contenta di affrontare questo secondo ritiro.


Quanto sono durati i due ritiri?
Il primo è stato di due settimane, mentre questo sarà leggermente più corto, circa 11 notti, va a ridursi il periodo di adattamento. Stavolta sarà sufficiente un solo giorno e già dal secondo potremmo iniziare i lavori, almeno a bassa quota.
Qual è la differenza tra il primo e il secondo ritiro in altura?
Nel primo ci siamo concentrati su un grande volume di lavoro in Z2, quindi un lavoro aerobico. Al Teide si riesce a fare un lavoro molto specifico grazie alle lunghe salite e alle temperature miti: alle 10 di mattino a 2.200 metri ci sono già 17-18 gradi: perfetto per allenarsi. A casa sarebbe difficile replicare certe condizioni, anche per questioni logistiche e climatiche. L’obiettivo era prepararsi bene per il UAE Tour, dove c’era un arrivo in salita di 30 minuti. Al Teide ci sono salite così lunghe e anche molto di più. A casa avrebbe dovuto affrontare salite al massimo di 6 chilometri per non avere poi discese troppo lunghe e prendere troppo freddo.
Chiaro…
Nel secondo ritiro manterremo la base aerobica, che serve sempre ed è alla base in ogni senso della preparazione, ma lavoreremo anche sulla componente esplosiva. Le prossime gare avranno strappi brevi e intensi, quindi ci concentreremo su sforzi massimali e ripetute.
Al Teide farete anche dietro motore?
No, lo abbiamo provato, ma preferisco evitare. Già in altura il carico è elevato. Questa volta saremo in tre: Elisa, appunto, Erica Magnaldi e Karlijn Swinkels. Quindi sarà un lavoro più concentrato e più per scalatrici.


Come avete gestito la condizione dopo il UAE Tour?
Il piano era arrivare bene negli Emirati, perché una gara WorldTour è sempre importante. Dopo la corsa Elisa ha fatto quasi una settimana di scarico per evitare di anticipare troppo il picco di forma. Nei due giorni dopo la gara proprio non ha toccato la bici, ma era voluto. Ora, con questo secondo ritiro, lavoreremo per tornare al livello del UAE Tour o leggermente sopra, in vista delle Strade Bianche.
Dopo una corsa come il UAE Tour, tornando in altura il recupero sarà più veloce?
Non si tratta di recuperare prima, ma di adattarsi più in fretta. Nel primo ritiro servivano 3-4 giorni per acclimatarsi, ora basterà uno solo prima di iniziare a lavorare a pieno regime. Questo permette di ottimizzare i tempi e proseguire con il programma senza troppe interruzioni.
Anche il recupero tra una ripetuta ed un altra?
Beh, un po’ sì, ma anche perché farà lavoro intesi, submassimali ed esercizi tipo un minuto di Vo2Max, quindi un po’ migliorerà, ma come ripeto il tutto va inquadrato nel suo insieme.