Due iridati italiani alla Trek. Josu, come li gestirete?

28.10.2021
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Con Josu è un piacere parlare. Il capo degli allenatori della Trek-Segafredo ha la capacità di coinvolgere con i suoi ragionamenti. E se già con lui avevamo parlato della nuova preparazione di Nibali, mai come adesso, con due campioni del mondo italiani che approdano nella squadra americana, i suoi pensieri rivestono per noi una grande importanza. Elisa Balsamo e Filippo Baroncini, ciascuno con il suo bagaglio e la sua storia, dal 2022 saranno alla corte di Guercilena, per cui capire quale idea si è fatto colui che sovrintenderà alla loro preparazione potrebbe offrire una scheggia di futuro.

«Due ottimi corridori – dice nel suo italiano, probabilmente migliore del nostro spagnolo – di cui ho conoscenza diversa. Baroncini lo seguo da più tempo, Elisa invece l’ho conosciuta dopo il Lombardia in una giornata che abbiamo fatto tutti insieme, ma ho i report di chi l’ha osservata e ho visto i suoi test…».

La Trek ha seguito Balsamo anche a Leuven con il diesse Bronzini, che ha poi lasciato il team
La Trek ha seguito Balsamo anche a Leuven con il diesse Bronzini, che ha poi lasciato il team
Allora partiamo da lei, campionessa del mondo delle elite: in proporzione la Alaphilippe delle donne…

E’ già al livello top, la conosciamo. Forte in pista e su strada, in un periodo del ciclismo in cui si riesce a brillare di qua e di là. Penso a Ethan Hayter, che tiene in salita, vince le volate di gruppo, poi arriva al mondiale su pista senza prepararlo troppo e vince un oro. Il passaggio per gli atleti dotati è facile. I discorsi di Wiggins sui tanti chili da perdere per me sono una cortina di fumo. Qualsiasi fisico ha un solo modo di dare il massimo. Se ti permette di combinare più specialità, vai bene ovunque. Sennò no.

Non la stai facendo troppo facile?

Non c’è niente di facile. C’è ad esempio un parametro distanza e ritmo. Se esci dal Tour de France e vai subito in pista, non hai un buon adattamento. Se fai pista fino a febbraio, alle prime classiche ti mancherà la distanza. Elisa dovrà fare una bella base, poi decideremo gli obiettivi e in base a quelli affineremo la preparazione.

Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar
Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar
Il suo tecnico Arzeni dice che potrebbe fare bene anche in corse più dure di quelle vinte finora.

Tutti i corridori, crescendo, acquistano più resistenza. Se già adesso in allenamento fa salite di 4-5 chilometri, in corsa potrà fare delle belle performance su scalate di 7-8 chilometri. Un range in cui rientrano tutte le corse delle ragazze, fatte salve alcune giornate di Giro e Tour. Ma al Brabante ha fatto vedere che tiene una giornata con dieci salite ripide e brevi, quindi ha le capacità di endurance per ripetere più volte lo sforzo. E al Womens Tour è arrivata seconda nella penultima tappa e ha vinto l’ultima.

Cosa significa?

Che non è andata in calando, ma ha la maturità fisica per emergere nelle ultime tappe. E poi su Elisa va detto che ha vinto ogni anno, questo è molto importante. Può vincere il Fiandre, perché lassù sembra trovarsi davvero bene. Mentre Freccia e Liegi potrebbero essere la sua sfida per i prossimi anni, per vedere dove può arrivare. Non sarà mai una scalatrice, ma in salita può migliorare. Di una cosa siamo certi…

La vittoria dell’ultima tappa al The Women’s Tour dimostra che Elisa ha il fondo giusto
La vittoria dell’ultima tappa al The Women’s Tour dimostra che Elisa ha il fondo giusto
Quale?

Può diventare un’atleta importante, di riferimento mondiale. Le altre big della squadra la proteggeranno e lei non avrà addosso la pressione delle gare. Parliamo di miglioramenti da fare nel medio periodo. E’ giovane, ma in questo ciclismo che mischia le junior con le elite, i suoi 24 anni sono abbastanza perché si possa emergere al top. Sei matura, anche sei hai tanta strada da fare.

Obiettivo Baroncini

Su Baroncini, Josu ha un’altra consapevolezza. Lo ha conosciuto direttamente da molto prima. Lo ha osservato. Ci ha parlato. Ed è rimasto colpito da diversi fattori del romagnolo iridato.

«A livello strutturale – dice e ride di gusto – Filippo è una bestia. E’ fortissimo. Non è solo un ciclista, è un atleta ed è molto completo. Avevamo già buoni riferimenti quanto ai suoi valori, ma la decisione di prenderlo è venuta da un report di Irizar, che da quando ha smesso è diventato il nostro talent scout. Per cui segue il Giro d’Italia U23, il Tour de l’Avenir, gli europei e i mondiali».

Prima del via della cronometro dei mondiali, Baroncini parlava di bici con De Kort e Irizar della Trek
Prima del via della cronometro dei mondiali, Baroncini parlava di bici con De Kort e Irizar della Trek
Che report ha fatto?

Era al Giro U23 per seguire i nostri, quindi ad esempio Hellenmose che abbiamo preso dal Mendrisio. Solo che nel suo report a Guercilena e a me, a un certo punto è saltato fuori il nome di questo Baroncini, che aveva vinto la crono, ma capace di tirare ogni giorno per Ayuso. Non so se senza di lui, avrebbe vinto la maglia rosa tanto facilmente. Da quel feedback abbiamo cominciato a raccogliere informazioni. Abbiamo visto test. Abbiamo scoperto che il centro Mapei lo aveva già conosciuto. Abbiamo iniziato a parlarci e a giugno abbiamo finalizzato il discorso.

Amore a prima vista, insomma?

Il bello di “Baro” è che è forte da tutte le parti, pur dovendosi ancora sviluppare. Non lo prendi perché ha vinto il mondiale U23, insomma, in lui vediamo molto di più. Non per niente lo abbiamo fatto firmare prima. Lo avete guardato negli occhi?

Al mondiale ha corso pensando solo a questa azione. Lo aveva detto agli uomini Trek e ha vinto…
Al mondiale ha corso pensando solo a questa azione. Lo aveva detto agli uomini Trek e ha vinto…
Vuole vincere!

Ha un carattere competitivo. Gli piace la gara e non si fa schiacciare dalla pressione. Due giorni prima del mondiale, il giovedì sera siano andati a salutarlo. Ci ha detto che il percorso gli piaceva e che per vincere bisognava aspettare l’ultimo giro. Ci ha detto coma avrebbe corso e lo ha detto anche a Nizzolo, che era lì con noi. In corsa ci sono state due situazioni in cui poteva buttarsi dentro, perché sembravano importanti. Invece è rimasto freddo. Ha aspettato l’ultimo giro, ha attuato il suo piano e ha vinto il mondiale. Questi sono dettagli da cui vedi il carattere. E dentro ha tanto che ancora non si è visto.

Uno così va buttato subito dentro?

Faremo i programmi a novembre. Con i giovani comunque abbiamo sempre seguito un inserimento progressivo, con un’alta percentuale di gare non WorldTour oppure gare non troppo difficili. Come Uae Tour o Tour de Pologne in cui i big non ci sono. Con i giovani facciamo una periodizzazione a blocchi.

Che cosa significa?

I leader per il Giro o per il Tour hanno il loro calendario, fatto di poche corse tutte mirate al raggiungimento della condizione. Con i giovani non puoi farlo, perché mentalmente sono strutturati diversamente. Devono correre. Staccare. Recuperare. Correre e via così. Con Tiberi nel 2021 abbiamo fatto sei cicli brevi. L’importante è che imparino ad andare forte da febbraio a ottobre. Anche se Filippo ha un potenziale enorme, non cambieremo questo modo di fare.

Alla Coppa Sabatini, quarto dopo aver provato a vincere contro Colbrelli, Valgren e Moscon
Alla Coppa Sabatini, quarto dopo aver provato a vincere contro Colbrelli, Valgren e Moscon
Un po’ di Belgio?

Quello non mancherà, per lui vedo un approccio graduale con più gare di un giorno che a tappe. Le corse lassù vanno sempre sulle stesse strade, che lui dovrà conoscere a memoria prima di puntare alle grandi classiche. Ma se dovesse andare molto bene, già al primo anno potrebbe mettere il naso alla Gand, che delle tante è la meno dura.

Ci sarà un giorno in cui potrà fare la corsa?

Mi ha impressionato a Peccioli, dove ha fatto quarto perché ha cercato di vincere. Se voleva vincere, ha sbagliato tattica e gliel’ho detto. Ha attaccato da lontano. Ha chiuso un buco che non toccava a lui. Era in mezzo a corridori WorldTour di prima fascia, ma ha corso per vincere. Se fosse stato più prudente avrebbe potuto fare centro o arrivare secondo. Sono certo che nella gara giusta, proverà a fare qualcosa di bello. Quando hai quella testa, la paura non esiste.