«Inutile girarci intorno – dice Marta Bastianelli – è una teoria italiana quella secondo cui bisogna sentirsi in colpa, dopo le vacanze per uno o due chili in più, o se per costituzione non si è longilinee come le altre».
Col suo solito tono brillante, decisa, grazie agli anni di esperienza, la laziale del G.S Fiamme Azzurre, in due parole riassume quella credenza che sta consumando fisicamente e mentalmente la primavera ciclistica italiana.
«Il rapporto Watt/Kg è fondamentale – spiega – però ogni corridore ha il suo peso ideale, che prescinde dalla sua fisionomia. Io sin da piccola sono sempre stata piuttosto robusta, ma ho imparato che perdere troppo peso non mi rende più forte. Inutile confrontarsi con le altre. Io se perdo troppo non sono più né carne né pesce. La maggior parte dei risultati importanti sono arrivati grazie alla mia potenza e non alla magrezza».
Dal nutrizionista
Marta ci racconta che sebbene in passato si sia già fatta aiutare per gestire il peso, ora con Erica Lombardi è ripartita dall’ABC dell’alimentazione, ottenendo ottimi risultati.
«Avendo iniziato a lavorare sulla mia dieta molto tardi nella stagione, Erica mi ha aiutata adeguando la dieta al mio fisico e alla mia attività, perché con l’età il corpo cambia. E seppure le indicazioni generali siano uguali, ci sono altri dettagli che è bene curare. Mi ha guidata anche nella scelta degli alimenti a me più adatti. Alcuni li ha tolti, altri ne ha inseriti. Non pensavo che avessero così tanta influenza sul mio benessere fisico».
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Le vacanze, l’inverno e l’effetto yo-yo
Dopo stagioni sempre più estenuanti e ricche di appuntamenti, la vacanza di fine stagione diventa un sogno, che non deve essere rovinato dalla paura di ingrassare.
«La dieta è un po’ come l’allenamento – spiega Marta che proprio in questi giorni sta trascorrendo le sospirate ferie – un impegno quotidiano che costa sacrificio. Quando si va in vacanza non bisogna pensarci. Essendo seguita dalla nutrizionista, ora sono anche più tranquilla. Perché so che al ritorno quando mi rimetterò al lavoro per la prossima stagione, non avrò problemi a buttar giù quel chilo o due in più».
Durante l’inverno, il trucco sta proprio nel limitare l’incremento di peso a quel paio di chili, senza esasperazione, evitando cioè che la dieta comporti un sacrificio mentale eccessivo e uno stress inutile al corpo che comunque deve rigenerarsi.
Tuttavia, molti atleti tendono a guadagnare parecchi chili in inverno che poi non perdono fino a metà stagione. Oppure fino ai ritiri, quando con diete estreme ritornano al loro peso ideale, ma bisogna stare attenti. Rapide o ripetute variazioni di peso consistenti, possono alterare il corretto funzionamento metabolico.
Generalmente a favorire il rapido aumento di peso, sono diete troppo restrittive che né il corpo né la mente riescono a sopportare. La successiva perdita di peso sarà ogni volta più difficile e si tende a ridurre ulteriormente l’apporto calorico della dieta, determinando cosi la perdita di muscolo, in quanto in assenza di nutrienti il corpo attiva il catabolismo, meccanismo alternativo di emergenza, con cui riesce a trarre energia.
Il difficile passaggio al professionismo
Il passaggio al professionismo che nelle donne avviene subito dopo la categoria junior, a 18 anni, è un momento molto delicato per le atlete. Oltre agli impegni scolastici, in pochi mesi si ritrovano a dover affrontare gare di quasi il doppio del chilometraggio. In questo delicato passaggio, Marta, come altre ragazze, ha avuto difficoltà nella gestione del peso, che l’hanno anche costretta ad affrontare problemi gravi a poco più di 20 anni.
«I primi anni da professionista, volevo fare qualcosa in più, così mi sono messa in testa il peso. Sentivo che dovevo sempre dimagrire e non mi offendevo se mi dicevano che ero un chilo di troppo, perché io già lo sapevo. Per 2 o 3 anni da under 23, se non ero anoressica, ci è mancato davvero poco. In inverno a tavola non riuscivo a controllarmi e prendevo rapidamente diversi chili, che in un modo o nell’altro perdevo poi in stagione. Ho pagato questi errori per anni, sentivo che il mio fisico si comportava in maniera diversa. Non perdevo più peso come prima e per molto tempo sono rimasta senza ciclo mestruale».
Il consiglio
Se nel professionismo nutrizionisti e cuochi sono sempre più frequenti anche nel femminile, come abbiamo visto nell’intervista ad Elena Cecchini, nella categoria giovanile, quella più predisposta a sviluppare problemi di tipo alimentare, i ragazzi sono ancora lasciati a se stessi. A tal proposito, Marta confessa di essere abbastanza scettica sull’efficacia della semplice informazione che si potrebbe fare nelle squadre giovanili.
«L’ho vissuto in prima persona – spiega – e se penso al futuro, credo che non sarò mai magra come vorrei essere. E’ qualcosa che si è predisposti a pensare e di cui non si capiscono le conseguenze, finché non si sbatte la testa. Per questo sarebbe opportuno che le squadre prevedessero nello staff dei nutrizionisti, o comunque si predispongano ad una collaborazione.
«Solo una figura qualificata può aiutare veramente chi ha difficoltà nella gestione del peso, inoltre una dieta adeguata migliora anche lo sviluppo fisico e la performance. Nel professionismo, invece, si dovrebbe valutare l’aggiunta del cuoco a seguito perché è un grande vantaggio. Spesso negli hotel all’estero, non si trovano che schifezze. E siamo costrette a mangiare il meno peggio per limitare i danni».
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