PARMA – L’Etape Parma by Tour de France dello scorso weekend, la Granfondo ufficiale della Grande Boucle che ha visto nella città emiliana l’unica tappa italiana, è stata l’occasione per incontrare Gianni Bugno presso lo stand GEKO. Il campione del mondo di Stoccarda ‘91 e Benidorm ‘92 è infatti testimonial, assieme a Stefano Zanatta, dell’azienda che ha brevettato un sistema innovativo di pantaloncino.
Si tratta di un bibshort anti-scivolo di cui abbiamo già parlato su queste pagine. Il “segreto” del brevetto sta in due strisce di silicone poste nel soprassella che mantengono la posizione ideale in ogni condizione, evitando dispersioni di potenza.
Comfort e stabilità
La vigilia dell’Etape è stata però l’opportunità per sapere direttamente da Gianni quali sono state le curiosità che gli amatori, tra un autografo ed una foto ricordo, gli hanno chiesto, nell’area expo allestita all’interno del Parco Ducale di Parma.
«Innanzitutto – inizia – mi chiedono se li ho provati. Ovviamente sì, li ho testati ed ho potuto constatare, come prima cosa, che sono pantaloncini estremamente comodi. Dopodiché vogliono sapere del brevetto, come funzionano. A quel punto spiego loro che, grazie alle strisce di silicone, consentono un grip ottimale con la sella».
Alcuni, racconta, gli hanno chiesto se possono essere particolarmente adatti per le loro caratteristiche e Bugno risponde così: «Sono pantaloncini particolarmente adatti per chi si muove parecchio sulla sella. Per cui aggiungo che sono anche una garanzia di sicurezza perché consente a chi pedala di rimanere in una posizione più stabile».
Anche per il gravel
C’è anche chi ha domandato quali sono i vantaggi, non solo di comfort, ma anche di prestazione. Riguardo a ciò è bene ricordare che i pantaloncini, ideati dal titolare di Geko, Francesco Nardi, sono stati sviluppati anche in collaborazione con il centro biomeccanico HPL di Marostica. La filosofia di base, risponde Bugno, è che il GEKO ONE S1 (questo il nome di punta pensato per gli stradisti) mantiene l’atleta nelle stesse condizioni ottimali che sono state individuate dal biomeccanico. Per cui in fase di spinta la dissipazione della potenza espressa è minima.
«Poi ovviamente non ci sono solo gli stradisti – ci spiega proprio Nardi che affianca il testimonial d’eccezione – ma anche gli amanti del gravel che si preoccupano del fatto che il sistema possa essere adatto anche a loro. La risposta è sì, grazie al modello G1 pensato proprio per chi pratica l’offroad. La tecnologia è la stessa, cambia solo il fondello (stessa cosa vale anche per le versioni femminili, ndr). Il G1 ha in più anche delle tasche laterali dove riporre piccoli oggetti come barrette o smartphone. Posso garantire che rimangono tranquillamente al loro posto perché le tasche sono abbastanza alte come posizione, per cui l’angolo di movimento è inferiore e non c’è il rischio di perdere nulla».
Test sui rulli
Nello stand, GEKO ha dato anche la possibilità di provare i pantaloncini pedalando sui rulli. Dato che oggi alcuni hanno la tendenza a pedalare con la punta della sella rivolta leggermente verso il basso, Bugno punta sul senso di affidabilità: «Ti senti più sicuro quando spingi e senti meno il bisogno di alzarti sui pedali. Ad esempio sono stato all’Ultracycling Dolomitica e ho spiegato ai ciclisti che percorrono grandi distanze che questi bibshort sono perfetti per le loro esigenze, dato il loro elevato grip».
Ma se li avesse avuti lui questi pantaloncini ai suoi tempi? «Eh, sarebbe stato un vantaggio in più – si schermisce – ma sono passati un po’ di anni…». Francesco Nardi invece ha le idee più chiare: «Avrebbe vinto il Tour de France!».