Abbiamo messo due Merida una contro l’altra. La Scultura con allestimento 9000, quindi una bici “tradizionale” che sfida la Reacto, ovvero una aero race senza mezzi termini. Entrambe adottano il telaio CF5 di quinta generazione, lo stesso modulo di carbonio usato dai professionisti.
Le diversità delle due biciclette non sono da limitare esclusivamente alle forme e all’allestimento, ma vanno estese in una resa tecnica che le mette su due piani diversi. Sono entrambe dedicate ad un pubblico esigente e agonista. La Scultura è una bici facile ed immediata, mentre la Reacto è una belva da gara da tenere costantemente in tiro. Entriamo nel dettaglio di questo confronto molto curioso.
La Scultura 9000 in test
Una taglia small con kit telaio CF5, con il reggisella Merida full carbon (diametro di ingresso nel piantone da 27,2 millimetri) e manubrio, anch’esso tutto in carbonio, Merida Team SL. La trasmissione è Sram Force 2×12 (50/37 e 10/36) con power meter Quarq. Le ruote Reynolds con profilo da 46 millimetri e le gomme Continental GP5000 TR da 28. La sella è Prologo Scratch con i rails in acciaio.
Il peso rilevato è di 7,6 chilogrammi (senza pedali) ed il prezzo di listino è di 8.290 euro. Molto bella a nostro parere la livrea cromatica di questa versione, una sorta di oro metallizzato tra lucido e opaco, con le finiture nere opache. Accattivante ed elegante al tempo stesso.
Reacto Team limited edition Ultegra
Una taglia media, con il kit telaio sempre CF5 e livrea Bahrain-Victorious. Il regisella è in carbonio, è specifico per la Reacto e offre un buon range di regolazione nella zona del morsetto, per arretramento ed inclinazione. La trasmissione è Shimano Ultegra Di2 52-36 e 11-30 (senza power meter), la sella è sempre la Prologo Scratch M5 con rail in acciaio.
La bici in test è stata equipaggiata con stem e piega FSA separati (non il manubrio integrato Vision) e le ruote Vision SC da 45 millimetri di altezza (gommate Continental GP5000 TR). Il valore alla bilancia rilevato è di 8,3 chilogrammi (senza pedali) ed il prezzo di listino (con manubrio Vision integrato e ruote Vision SL45) è di 8990 euro.
L’estetica dice molto, non tutto
Merida Scultura, sicuramente una bici dalle forme e dai concetti moderni. Attuale nel design e non troppo complicata. A tratti sfinata ed elegante che non dimentica le soluzioni aero applicate alle tubazioni che oggi sono fondamentali anche di questa categoria. Non è tiratissima in fatto di bilancia, ma è una di quelle bici con un grado di leggerezza che fa sorridere gli amanti dei pesi ridotti e si adatta bene a qualsiasi tipo di allestimento.
Merida Reacto, una bicicletta aero muscolosa, con un impatto estetico che lascia il segno, un design dal quale molte bici attuali hanno preso ispirazione, considerando che la Reacto ha già qualche anno di vita. E’ rigida, veloce e super reattiva una volta messa su strada, funzionale, una lama sviluppata per andare forte, non è una bici leggera.
Tra comfort e rigidità
Dalla Scultura ci si aspettano efficienza in salita e un certo grado di comfort, così è. A questi fattori si aggiungono un’enorme versatilità, soprattutto quando si cambia tipologia di ruote, perché la bicicletta non patisce il cambio di setting. La Scultura è una bici facilissima da guidare, immediata e capace di regalare un feeling diretto, intuitivo e mai nervoso in qualsiasi situazione. Ci era piaciuta tantissimo la versione Limited Edition 50 (quella celebrativa per i cinquant’anni dell’azienda) che portava in dote il manubrio Deda Alanera. Un binomio a nostro parere eccellente, con un frame-kit non estremo, preciso e guidabile con il valore aggiunto di un cockpit integrato molto rigido, capace di dare ulteriore valore alla precisione dell’avantreno.
La Reacto è più tosta. Il comfort non è quello della Scultura, perché la rigidità si percepisce, soprattutto quando si oltrepassano le 3 ore di attività e metri di dislivello positivo. Per sfruttare le potenzialità di questa bici è necessario avere un buon allenamento e benzina nelle gambe. E’ una di quelle biciclette da tenere sempre alla corda e proprio in questi frangenti si capisce quanto è efficiente anche in salita e agile in discesa, decisamente superiore alla media della categoria. In questi due frangenti ci ha sorpreso parecchio ed il suo peso sembra sparire.
In salita
Da sottolineare che entrambe le biciclette, taglia per taglia, hanno geometrie molto simili (praticamente uguali con valori sovrapponibili). Sono caratterizzate da un carro posteriore corto e da inclinazioni (piantone e sterzo) che permettono di ridurre il passo complessivo (le bici risultano sempre compatte) senza impiccare il ciclista. Da qui prende forma la bontà prestazionale emersa quando il naso è all’insù. La Scultura è più leggera, più facile da portare quando le velocità scendono, i watt aumentano in modo esponenziale e la gravità è un pugno nello stomaco. Inoltre la Scultura è più “elastica” e confortevole, due tasselli che tornano utili quando il dislivello è tanto e le ore di sella non devono pesare sulla schiena. Più che reattiva ci è piaciuto definirla progressiva.
Merida Reacto è una bici “secca”. Quando la strade sale mostra un’efficienza inaspettata, anche quando le pendenze sfiorano la doppia cifra (non per lunghi tratti). Nessuna indecisione, zero flessioni per carro e forcella, la bici invita ad alzarsi sui pedali e tirare forte sul manubrio. La salita non è il suo ambiente ideale e lo si percepisce quando inizia ad emergere un po’ di stanchezza, ma fino a quando il nostro motore è in grado di produrre kilojoule la Reacto è una bici goduriosa e da smanettoni.
In discesa
Sorprende positivamente la Reacto, perché è agile, piuttosto stabile soprattutto quando sono necessari cambi perentori di direzione. Questo anche con le ruote alte. In discesa si dimostra a tutti gli effetti una bici da KOM (per gli amanti dei segmenti Strava) e la sua geometria compatta è un bel vantaggio. 99 centimetri di passo complessivo nella taglia media (di fatto corrisponde ad una 56) sono pochi.
Tutta da godere la Scultura, bici facile ed intuitiva anche in questo frangente. Ruote alte, o medie, o basse, la differenza è poca. La bici non è mai nervosa, briosa di certo, ma perdona praticamente qualsiasi indecisione, correzione e cambi di direzione fatti in maniera poco ortodossa e all’ultimo istante.
In conclusione
Se la Reacto sorprende positivamente perché non ci si aspetta una bici agile in salita ed in discesa, Merida Scultura è da lode per quello che concerne facilità e capacità di instaurare un feeling ottimale fin dalle prime pedalate. Più esigente e stancante la Reacto che necessita di watt e forza per essere sfrutatta al massimo delle potenzialità, anche per questi motivo può essere divertente.
Scultura è una sorta di bici totale per chi ama le forme più tradizionali, fare metri di dislivello e lunghe distanze, aprendo anche il gas e sfruttando una buona dose di comfort a favore delle ore di sella.