Stagione dopo stagione il pavé resta una fucina di soluzioni tecniche che prendono forma grazie all’esperienza ed all’ingegno dei meccanici, grazie ad un numero sempre maggiore di materiali a disposizione. Con il passare degli anni ne scompaiono alcune e compaiono altre, grazie anche a biciclette e componenti che hanno subito mutazioni importanti, vedi i tubeless, i freni a disco e la rigidità di mezzi che sono sempre più veloci.
Vediamo come si comportano i diversi player in questione, dai meccanici, fino ad arrivare ad alcune aziende coinvolte direttamente, o chiamate in causa per fornire supporto.
Expander maggiorati di Deda per le forcelle
«Diversi team, con bici differenti ci hanno chiesto i nostri expander lunghi 70 millimetri per le forcelle in carbonio – argomenta Davide Guntri di Deda – buona parte delle sollecitazioni, non solo sul pavé, passano dalla zona dello sterzo e dalla forcella, fattore che si è amplificato nella generazione delle bici disco.
«Avere un expander maggiorato, inserito nello stelo della forcella, offre garanzie maggiori nei termini di robustezza, tenuta del blocco dello sterzo e naturalmente in fatto di sicurezza. La lunghezza degli expander standard – conclude Guntri – varia in base alle scelte dei brand di bici, la media è 40 millimetri, alcuni li usano anche da 30».
Gomme larghe ed inserti sempre più diffusi
«Il denominatore comune è legato alle gomme larghe, principalmente la sezione da 32 – ci dice Tommaso Cappella, Project Manager e Team Liaison di Vittoria – e per ogni pneumatico ci sarà anche un inserto Air-Liner Road (gli Air-Liner sono utilizzati anche da altri team non supportati tecnicamente, ndr).
Come sempre – conclude Cappella – abbiamo messo a disposizione dei team le versioni tubeless Corsa Pro Control e Corsa Pro».
Ruote gravel e pressioni non troppo basse
«Le velocità sempre più elevate portano all’utilizzo di ruote con cerchio molto alto – racconta Stig Kristiansen, direttore sportivo del Team Uno-X Mobility – Il pavé della Roubaix è più impegnativo, rispetto a quello delle Fiandre, quindi alle ruote alte è obbligatorio associare pneumatici larghi. Alcuni corridori, in occasione della Roubaix, useranno le DT Swiss GRC, come ha fatto per esempio il Team Tudor alla Strade Bianche.
«Difficilmente – conclude Kristiansen – scenderemo sotto le 4,5 atmosfere di pressione, in modo da minimizzare il rischio di pizzicature. Nei mesi scorsi abbiamo inoltre testato l’utilizzo di un inserto sulla ruota anteriore, è efficace e sicuro, assorbe un solo watt, rispetto alla configurazione con il solo tubeless ed in caso di foratura permette al corridore di proseguire la marcia. Dare assistenza dall’ammiraglia nelle corse del pavé è sempre molto complicato».
Il nastro manubrio doppio è quasi scomparso
«Qualche soluzione molto gettonata in passato è scomparsa, o quasi, ad esempio il doppio nastro manubrio non lo chiede più nessuno – ci racconta Gabriele Tosello, responsabile dello staff dei meccanici del Team Astana – mentre si cercano di fissare le parti mobili della bici. Nello specifico applichiamo della tela vetrata sul reggisella, per evitare spostamenti ed abbassamenti indesiderati.
«E poi un rinforzo al nastro tubeless dei cerchi. Di norma sono due giri di nastro, per il pavé diventano tre. Si aumenta la quantità di liquido sigillante, fino a 50 cc – conclude Tosello – e si predilige una tipologia di liquido più denso, capace di chiudere eventuali forature in un lasso ridotto di tempo. Per quanto concerne gli pneumatici, tutti avranno i tubeless Continental con gli inserti Vittoria Air-Liner. Per il resto dita incrociate».
Ruote gravel, inserti e bici standard per Lidl-Trek
«Trek Madone per tutti i corridori che saranno al via della Roubaix – ci racconta Mauro Adobati, meccanico del Team Lidl-Trek – nessuno userà la Domane e tutti hanno scelto di montare le ruote gravel Bontrager 49V con il canale interno da 25 millimetri. Tubeless da 32 millimetri ed inserti tra cerchio e pneumatico. Aumenteremo la quantità di liquido sigillante a 60 cc per ogni tubeless – prosegue Adobati – rispetto ai 40 che sono previsti nella normalità. Molti dei nostri corridori useranno un nastro manubrio con spessore maggiorato, rispetto al modello da crono, sottilissimo, usato normalmente.
«Qualche particolarità è legata ai comandi satellitari Sram Blips – conclude Adobati – che monteremo sulla sezione orizzontale del manubrio in modo da poter cambiare marcia anche con presa alta. Rispetto al passato nessuno ha chiesto di fare delle variazioni al bikefitting e di alzare la battuta dell’attacco manubrio. A parte qualche variazione dell’ultimo istante, tutti dovrebbero correre con la trasmissione 1×13 XPLR».
Il mozzo con il compressore per le donne Visma
Marianne Vos e la Ferrand-Prévot, entrambe della Visma-Lease a Bike, al Fiandre hanno utilizzato il mozzo anteriore Gravaa, quello con il regolatore di pressione per il tubeless.
Gli uomini invece non hanno utilizzato questo dispositivo, come non hanno usato il monocorona. Vedremo cosa adotteranno gli olandesi in ottica Roubaix.
Cornacchione ha qualche idea non banale
«Anni addietro andare alla campagna del pavé era un impegno enorme, soprattutto per lo staff dei meccanici – racconta Matteo Cornacchione, meccanico del Team Ineos-Grenadiers – ora le bici sono uguali tutto l’anno. Qualche corridore cambierà semplicemente il nastro manubrio, optando per uno più spesso, ma nulla più.
«La grande differenza, come si usa dire, la guerra si farà con la gestione degli pneumatici e loro pressioni. A mio parere – prosegue Cornacchione – sarà interessante vedere le combinazioni delle trasmissioni. Non meravigliamoci se vedremo corone da 60 denti. Soprattutto chi ha ufficialmente disponibile il monocorona. Non escludo soluzioni mono anteriore anche per chi ha Shimano. Ormai tutto è possibile».
Quale setting utilizzerà Pogacar?
«Qualche piccola variazione sulla Colnago V4Rs, ma nulla di eclatante – ci dice Maurizio Da Rin, meccanico che gestirà la bici di Pogacar in vista della Roubaix – 55-40 le corone anteriori e 11-30 i pignoni posteriori, sempre pedivelle da 165 e setting biomeccanico senza cambiamenti. Pogacar ha chiesto di aumentare la superficie nastrata del manubrio – prosegue Da Rin – di solito lui utilizza pochissimo nastro, oltre ad una piccola aggiunta anche sotto le leve, per proteggere le dita.
«Sulla bici monteremo i tubeless da 32, davanti e dietro i Continental GP5000 TR in versione classica. la pressione di gonfiaggio verrà definita poco prima della partenza, anche in base al meteo».