La scelta di passare alla trasmissione Sram 1×13, monocorona anteriore e 13 rapporti posteriori di natura XPLR non è una mattata dell’ultimo istante. I test sul pavé con questa configurazione risalgono allo scorso ottobre e alla fine di gennaio, quando Pedersen e Kirsch hanno passato 3 giorni sulle pietre del Belgio.
Un rapporto dello staff Lidl-Trek evidenzia alcuni vantaggi derivanti dal pacchetto Sram 1×13 XPLR. Riduzione dei rischi di caduta della catena in fase di deragliata ed estrema stabilità del bilanciere. Resistenza agli impatti e range di rapporti pienamente sfruttabile, al pari di una trasmissione 2×12 (contestualizzato a competizioni come la Gand e la Roubaix). E’ comunque d’obbligo ricordare i numeri della Gand-Wevelgem di Pedersen, 250 chilometri con poco meno di 1.400 metri di dislivello positivo. Entriamo nel dettaglio.
La Trek Madone di Pedersen
Trek Madone SLR generazione 8 in taglia large. Questa misura ha un carro posteriore lungo 41,1 centimetri, cifra importantissima ai fini del calcolo per la lunghezza ottimale della catena. In ottica corona singola e 13 rapporti è una delle variabili più importanti da considerare. Presumibilmente la catena è stata tarata con 124 maglie in totale. Corona da 56 denti per l’anteriore e guidacatena (pedivelle da 172,5 e power meter Quarq), 13 pignoni posteriori 10-46 con deragliatore XPLR. I comandi della trasmissione? Quelli Red normalmente utilizzati per la trasmissione standard. Un altro requisito fondamentale è un telaio che supporti pienamente la soluzione UDH per il bilanciere posteriore.
Profilo differenziato per le ruote: 51 millimetri per la ruota davanti, 62 per la posteriore, entrambi con tubeless da 30 (Pirelli P Zero RS). Pedersen utilizza il manubrio integrato specifico per la Madone con una lunghezza di 13 centimetri ed una larghezza di 37/40 (rispettivamente per sezione superiore e limite inferiore della curva). Il danese non utilizza una sella corta. Il modello scelto è la Bontrager Verse Pro lunga 270 millimetri e con un setting piuttosto arretrato. Non ci sono dati ufficiali in merito al valore alla bilancia della Madone con questa configurazione.
Soluzione Sram mutuata dal gravel
L’idea di usare la trasmissione 1×13 arriva da Glen Leven, responsabile del supporto tecnico del Team Lidl-Trek, appassionato di gravel. Dopo aver percorso diversi chilometri (bici Trek Checkmate e cambio Sram XPLR) sul pavé tra Lussemburgo, Francia e Belgio, Leven analizza i dati da esporre ai corridori che affronteranno la campagna del nord.
Da questo spunto nasce l’interesse di alcuni corridori ed in primis Mads Pedersen, incline ad utilizzare le innovazioni e capace di customizzare la bici in base alle proprie caratteristiche.
Il rovescio della medaglia
Non ci sono 24 rapporti con sviluppi metrici diversi, quelli che si otterrebbero con una trasmissione 2×12, ma ci sono i 13 che corrispondono agli stessi pignoni. Il range di sviluppo metrico è inferiore, perché le combinazioni sono minori. E’ pur vero che la Gand-Wevelgem, come ad esempio la Parigi-Roubaix, non presenta un dislivello complessivo elevato, quindi è lecito immaginare che tutte le opzioni offerte da una trasmissione 2×12 non servano (o se ne possa fare a meno).
La scelta potrebbe subire delle variazioni in ottica Giro delle Fiandre, che presenta un dislivello positivo maggiore e pendenze più arcigne. Il lato positivo della questione, evidenziato da Pedersen ai tecnici del team, è quello di non dover alleggerire la pedalata nelle fasi di deragliata e risalita della catena, concentrandosi esclusivamente sul controllo del cambio posteriore.
Più scelte, maggiori opzioni
Le scelte tecniche di oggi sono figlie delle tante opzioni disponibili, un numero decisamente maggiore rispetto al passato. Il merito di Sram, ad esempio, è quello che di aver reso compatibile/abbinabile un’intera piattaforma di trasmissioni: road, gravel e mtb. Ci sono delle variabili minime da considerare, ma per i meccanici del WorldTour sono inezie.
Al pari delle note tecniche c’è un’apertura mentale (non banale) di alcuni corridori, portati ad una sperimentazione maggiore e a sfruttare tutte le soluzioni messe a loro disposizione. La sensazione è quella di essere ad un giro di boa, perché le nuove generazioni di corridori crescono in scia ai campioni di oggi, capaci di staccarsi in modo netto dalle convinzioni del passato.