Da un fuoriclasse della crono all’altro, immaginiamo di sfogliare le foto di Ganna con Adriano Malori, che di cronometro e posizionamento in sella ne sa ormai parecchio (il suo 58×11.it è ormai un riferimento). E qualche giorno fa ha mandato al campione del mondo un messaggio, dopo la vittoria nella cronometro all’Etoile de Besseges, il cui contenuto sveleremo poi…
Cosa si può dire dell’assetto di Ganna sulla Bolide?
E’ una posizione che conosco a memoria. E’ lampante il fatto che la bici sia costruita sul suo fisico e non viceversa. Ha un bel fuorisella, il telaio è compatto e confortevole, si vede che il manubrio è su misura. La distanza tra i gomiti non è troppo larga e i tubi delle protesi corrono lungo gli avambracci. Da applausi.
La bici costruita su di lui?
Il tronco è parallelo alla strada e fra il tricipite e il busto c’è un angolo retto, perfetto per comfort e aerodinamica. Si vede che le misure della bici sono state riportate sulle sue. Io avevo materiale diverso, con attacco e manubrio standard cui dovevo adattarmi. Il manubrio di Pippo guarda in su e quasi chiude lo spazio frontale. Fu un’intuizione di Rohan Dennis.
Quale?
Tenere le protesi verso l’alto, per chiudere il buco tra le mani e la faccia. La posizione di Ullrich, che aveva gli avambracci orizzontali e gli appoggi in basso, non rende più. L’aerodinamica cambia come le metodiche di allenamento. Migliorano le gallerie del vento, migliorano i sensori e migliorano quelli che ci lavorano.
Cos’è quella polvere bianche che ha sulle mani?
Una sostanza tipo gesso, che impedisce alle mani di scivolare quando sono sudate. Come vedete, Ganna non usa i guanti e nemmeno il nastro manubrio.
Sulla bici da crono si deve essere comodi?
Nel 2014 andai a Silverstone, nella galleria del vento di Mercedes Amg, quella in cui testano i modellini. Lì lavora Simon Smart, l’ingegnere che ha progettato le ruote Enve. In quel posto erano passati tutti i più forti di allora, per cui avevano un bel quadro d’insieme. E lui mi ha alzato le protesi e sistemato gli appoggi in modo che riuscissi a tenere la testa più incassata. Poi mi disse la famosa frase per cui «in aerodinamica conta essere stretti, non bassi». E aggiunse che il miglioramento in galleria sarebbe stato minimo, ma che messo così ero in una posizione più confortevole e sarei riuscito a spingere meglio.
Ebbe ragione lui?
Dopo una settimana vinsi la crono della Tirreno a San Benedetto del Tronto, battendo Cancellara, Wiggins, Martin, Dumoulin e Dowsett.
Bici costruita su di lui, ma lo stesso per starci comodi serve una bella elasticità, giusto?
Soprattutto della schiena. Io ad esempio iniziai a fare stretching, che fu una parte importante della mia crescita. Sempre per i consigli di Smart, dovevo allenarmi a stare in posizione ogni volta che salivo sulla bici da crono, anche se andavo piano. In questo modo in gara ti viene automatico incassare la testa nelle spalle e non sprechi energie pensando alla posizione. In una crono ci sono milioni di fattori da tenere in considerazione. Le curve. Le buche. Il vento. Quanto spingi. Non devi avere anche il pensiero di mantenere l’assetto. Ma Filippo su queste cose lavora da sempre, lo vedi che si è costruito per tenere quella posizione sin da ragazzino, sin dalla pista.
Esatto, diciamo che non è un lavoro di pochi mesi…
Faccio l’esempio di Hamilton in Formula Uno. E’ il migliore in mano ai migliori. Si deve riconoscere gran parte del merito al gruppo di lavoro di Sky, oggi Ineos. Da quando è andato lì c’è stato un cambio di motore. Anche per il mio secondo posto di Richmond nel 2015 una grossa componente la si deve alla squadra, la Movistar.
Tornando alle foto, è davvero bello vedere come un atleta così grande abbia una simile efficienza aerodinamica…
In pianura o comunque ad alta velocità, il peso non è influente come in salita. Un cronoman piccolo, come ad esempio Castroviejo, può essere il più aerodinamico al mondo, ma non avrà mai la potenza di Ganna. Non esiste posizione che possa colmare una differenza di 80 watt. Però a questo punto mi piacerebbe fare una precisazione…
Si accomodi…
Va bene che in una crono ci sia qualche salita. Ma vedere il ciclista che cambia la bici perché c’è l’arrivo in salita, per me è una boiata. Detto questo, il vero specialista deve abituarsi a usare la bici da crono anche in salita, perché è comunque dimostrabile che se non scendi sotto i 36 di media, hai ancora vantaggi a usarla. Se il percorso è veloce, la bici aerodinamica ti garantisce un aumento della velocità esponenziale rispetto ai vantaggi di una bici leggera in salita.
La foto laterale di Pippo fa sembrare sciolta anche la posizione del collo.
Riesce a tenere il busto parallelo alla strada e il collo è incassato a guardare in avanti. Ovvio che si tratti di una posizione innaturale, ma anche quello si allena, con i giusti esercizi di stretching. Al riguardo credo che anche il casco sia fatto su misura, come già Kask fece per Wiggins. C’è solo un difetto nel Ganna a crono di quest’anno, lo so che sembra brutto dirlo, ma nessuno è perfetto e ho dovuto proprio scrivergli quel messaggio…
Che cosa gli hai scritto?
Che la bici dorata del Giro era bellissima, mentre quella nera non gli si addice. A me piacciono i colori… ignoranti e quell’oro era splendido. Pippo si merita una fuoriserie. E’ grandissimo, ma è sempre rimasto umile. E spero davvero che rimanga così.
Una risata di cuore, l’appuntamento alla prossima volta. E la sensazione di un’esperienza vastissima che meriterebbe ben altra valorizzazione.