Un articolo pubblicato qualche settimana fa sulla manutenzione e la lubrificazione delle catene ha messo in moto un ragionamento molto interessante con un interlocutore d’eccezione. Uno che magari non te l’aspetti, come Alberto De Gioannini, titolare di Effetto Mariposa che finora era noto per ben altri prodotti. Accessori per tubeless e tubolari. Protezioni. Chiavi dinamometriche. Persino t-shirt, cappellini e calzini. Ma le catene ancora no…
«Sull’ottimizzazione della catena – questo il suo punto di partenza – tanti amatori perdono la testa, limando i watt assorbiti con lubrificazione in cera fusa, passando poi la catena in polvere al teflon o solfuro di molibdeno… mentre tra i professionisti si parla ancora di lubrificanti spray (che saranno comodi da usare, ma funzionano male) e addirittura grasso per proteggere la catena (che non ha molto senso, se non perché si è sempre fatto così, dato che un buon olio viscoso ha lo stesso funzionamento e un lubrificante cera serio resiste bene all’acqua). I watt risparmiati grazie alla catena forse contano poco per chi ne ha tanti, però con il discorso dei marginal gains, lima di qua e lima di là... Anche la gestione su eventi di più giorni è fattibile con le cere, è sufficiente applicarle la sera prima».
Aberto, come mai questo interesse per la lubrificazione?
Ho iniziato a interessarmene da un anno e mezzo ed è un altro mondo che si apre. Il primo che di recente ha approfondito il discorso si chiama Jason Smith, che si inventò Friction Facts. Costruì da sé dei macchinari specifici e si mise a studiare cosa succedeva alla catena usando lubrificanti diversi. Si trattava dell’autorità indiscussa e indipendente nella valutazione di lubrificanti e catene per biciclette.
Che cosa venne fuori?
Si vide subito un grosso gap fra l’olio e il lubrificante tipo cera (in emulsione), che dà una lubrificazione profonda e più duratura. Venne fuori che anche gli oli al teflon alla fine sembrano acqua e, pur applicati con grande frequenza, tendono ad essere assorbiti facendo lavorare la catena quasi a secco. Si capì che la giusta lubrificazione faceva guadagnare dei watt. La ricerca fece tanto scalpore e aprì la porta su una tale serie di ragionamenti, che Smith venne assunto da Ceramic Speed, che con lui si mise a produrre i lubrificanti Ufo, costruendo un marketing su misura. Il risultato però fu che Jason Smith perse la sua indipendenza di giudizio.
Fine degli studi sul tema?
Niente affatto. Il testimone è stato raccolto Adam Kerin, australiano, con Zero Friction Cycling. Ha ricostruito i macchinari e adesso porta nel mondo la… fiaccola della corretta lubrificazione.
Lo conosce personalmente?
Abbiamo avuto una lunga corrispondenza. Ha messo a punto un protocollo di 58 pagine sui suoi test e su quale secondo lui sarebbe la miglior lubrificazione. Nel farlo, Kerin passa in rassegna i lubrificanti in commercio e parla male di quasi tutti, tranne poche eccezioni. Si salvano solamente MSW (Molten Speed Wax), Absolute Black (anche se la loro cera al grafene non è andata benissimo nei test), Silca (il titolare è Josh Portner, che ama tanto il marketing all’americana) e CeramicSpeed.
Come va eseguita secondo lui la corretta lubrificazione?
Utilizzando la cera a caldo, ma il procedimento ideale è laborioso. La catena viene prima sgrassata, poi messa a bagno nella cera fusa. Ne viene estratta prima che la cera si solidifichi e poi fatta funzionare per un’ora. A quel punto viene passata nel solfuro di Tungsteno, che ha grandi proprietà antiattrito. Pare che con una catena così trattata, ci sia un risparmio da 6 a 8 watt, che per un amatore magari sono pochi, ma per un professionista e in epoca di marginal gains sono un bel gruzzolo.
Affascinante, ma poco pratico da fare durante una corsa: al massimo prima di una cronometro o di un tentativo di record in pista…
Infatti stiamo parlando di un optimum, ma si può ottenere un risultato apprezzabile anche senza usare la cera fusa. Ci sono buone emulsioni, ugualmente di cera, che si possono applicare come fossero un normale lubrificante. Ma poiché si deve perdere la componente acqua, vanno applicate la sera prima, in modo che al mattino la catena sia pronta.
In effetti è un mondo che si apre, mentre forse finora la catena è sempre stata data quasi per scontata, no?
C’è un marchio che in questo momento sta cavalcando tanto il discorso ed è Silca. Era un brand italiano, poi è stata rilevato da Josh Portner uomo cardine di Zipp, prima che questa finisse in mano a Sram. Si sono messi a produrre pompe di altissimo livello, facendole pagare anche 400 dollari. E soprattutto, tornando al nostro discorso, hanno iniziato a lavorare su catene preparate al massimo livello, per cavalcare questa nicchia con un marketing molto enfatico. Catene passate in polvere diamantata che porta via ogni asperità e poi lubrificate con la cera. Dicono che tante squadre se ne servissero anche prima, ma non è dato saperlo.
Marketing molto enfatico?
Che passa anche attraverso video su Youtube in cui Portner utilizza un oil tester per eseguire delle prove davanti ai cui risultati sgrana gli occhi e si dice sbalordito…
Certo fra gli studi e la pratica quotidiana delle corse c’è un mondo…
E’ abbastanza normale, anche perché si vive ancora su pratiche collaudate da cui si fa fatica a staccarsi. Mi ricordo di quando i team avevano paura ad usare i manubri di carbonio, perché i meccanici stringevano sempre con quel mezzo giro di più, che rischiava di spaccare la fibra. Oppure quando ancora lavoravo in Vittoria e andavamo alle corse spiegando le varie direttive per montare i tubolari e ci rispondevano che avevano sempre fatto in un altro modo…
Però adesso la domanda va fatta: Effetto Mariposa ha in animo di lanciarsi nei lubrificanti?
Senza la pretesa di andare oltre certi limiti, l’idea è di produrre un lubrificante e prodotti per la pulizia della catena. I lubrificanti alla cera danno indubbi vantaggi, tra cui quello di non sporcare la gamba e neppure i pantaloni. Inoltre danno il vantaggio di prolungare la vita della trasmissione. Però deve essere un prodotto facile da applicare, che permetta di utilizzarlo anche al cliente medio.
E’ fattibile?
Il grosso ostacolo per il lubrificante alla cera è la pulizia della catena. Deve essere molto profonda, altrimenti la cera non attacca. Ovviamente non possiamo aspettarci che tutti smontino la catena, per cui stiamo ragionando su uno sgrassatore che poi si sciacqui, con l’acqua che porti via tutto.
La pulizia è la chiave, insomma. C’è da arrossire pensando al pennello e alla nafta…
La riduzione degli attriti passa per la pulizia. In realtà anche io qualche settimana fa ho ripreso in mano il pennello e la nafta. Di sicuro, se la catena è pulita e ben lubrificata, anche le pulegge di diametro maggiorato diventano un vantaggio. E’ vero o no che è bastato seguire il discorso e si è aperto un mondo?