Il guardaroba di un pro’: apriamo la scatola con Mosca

21.12.2023
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CALPE (Spagna) – Jacopo Mosca fa quasi fatica, anzi senza quasi, a sollevare lo scatolone del vestiario che Santini gli ha inviato. «E non è l’unico», aggiunge il corridore della Lidl-Trek.

Mosca ci apre la porta della sua camera. Quando ci aveva accennato alla quantità di materiale arrivatogli, quasi non ci credevamo. E allora grazie alla sua disponibilità e alla sua simpatia ci ha mostrato le prove: quel che diceva era vero.

Quanti capi ci saranno in tutto, Jacopo?

Il numero preciso non lo so, anche perché come vedete sono davvero tanti capi. E’ tanta roba, ma se cadi…

Facciamo gli scongiuri insieme?

Okay! Scherzi a parte, la scelta è ampia perché ci sono capi per ogni condizione ambientale. E quando dico ogni, intendo proprio tutte le condizioni ambientali. Da questo scatolone, fa ridere dirlo, ma veramente mancano tante cose.

Tipo?

Per esempio, non ci sono ancora gli “sprint suits”, cioè i body da gara, e anche quelli a crono. Ci deve arrivare un altro scatole, magari non così grande ma quasi. E non ho visto le mantelline, quindi vuol dire che sono in arrivo anche quelle.

Proviamo a fare un inventario di questa prima fornitura?

Normalmente riceviamo cinque maglie estive che sono più traforate, cinque maglie normali, molti più pantaloncini, quattro maglie pesanti, quattro maglie primaverili a manica lunga. Queste le utilizziamo moltissimo, specie in questo periodo. E specie io che reggo bene il freddo. Se le abbini ad un buon intimo e ad uno smanicato pesante o normale a seconda dei giorni, è il set che utilizzo per la netta maggioranza delle volte. E sotto indosso una calzamaglia normale, ma non quella da freddo estremo. Poi metto anche uno scaldacollo e un cappellino da mettere sotto il casco.

E i guanti?

Uso i guanti solo proprio in casi estremi. Non li amo molto a dire il vero. Sotto a cinque gradi inizia a darmi fastidio stare senza guanti, mettiamola così. Non raramente torno a casa con le mani congelate ed Elisa (Longo Borghini, la moglie, ndr) può testimoniare.

Torniamo all’inventario…

Vedo anche due calzamaglie invernali, altre due per le giornate di pioggia che sono più impermeabili. E poi la vera quantità sono i calzini. Ma va considerato che noi abbiamo i calzini bianchi e secondo me un po’ questo incide.

Perché?

Perché se si sporcano col fango, con la terra non tornano mai pulitissimi e non è bello. E poi comunque oggettivamente ne usiamo tanti. Il calzino è un capo importante.

Scusa Jacopo, ma se ogni anno vi danno tutto questo materiale dove lo riponete?

Abbiamo dovuto comprare un armadio nuovo, specifico solo per il vestiario. Con Elisa, essendo lei campionessa italiana, non si mischiano le cose! Ma non è facile sistemarle tutte.

Giusto. Come li dividete?

Io sono il caos totale! Sono ordinato al primo utilizzo, poi mi perdo. L’armadio di Elisa è più ordinato. Mi piace avere un cassetto per le maglie, uno per salopette e calzamaglie e un cassetto che io chiamo “da freddo”, dove ripongo i capi più pesanti che poi sono anche quelli un po’ più ingombranti. E poi in realtà ho anche un quarto scomparto, quello degli accessori, dove ripongo guanti, scaldacollo, cappellini…

Hai parlato di primo invio… durante l’anno vi arrivano altre cose dunque?

Può succedere che cambino le maglie, come quest’anno. O come nel 2022 quando ci fu il 150° anniversario di Pirelli che, cambiando il logo, ci ha fatto ricevere una fornitura extra da Santini. Ma questa l’abbiamo avuta solo noi che eravamo al Giro d’Italia. O per il Tour, dove spesso cambiamo la maglia. Ma comunque se abbiamo bisogno di qualcosa, in squadra abbiamo una referente a cui chiedere eventuali capi e ci arrivano. Un rimpinguo può esserci anche se, per esempio, viene fatto un body più performante per la crono: ecco che dopo un po’ ci arriva la nuova versione.

Prima ti abbiamo visto parlare con altri colleghi per il trasporto di questo materiale sull’aereo. Sembra una cosa banale ma come fate? Pagate un imbarco extra?

Questo è un discorso molto complesso. Rispondo con un esempio. Al primo ritiro che feci con questa squadra nel 2019 arrivai con un trolley e uno zaino e mi sono ritrovato “col mondo”. Tornare fu un problema. Dopo ho imparato che devi partire con una valigia grande più scarica possibile. E comunque non basta. Per riportare tutto servono due ritiri. Qui per esempio lascerò su uno dei mezzi del team, il vestiario che userò nel prossimo ritiro a gennaio. In questo modo, oltre a tornare adesso con meno capi, non ne dovrò portare altri la prossima volta. Pertanto potrò ancora viaggiare con la valigia scarica. Ma questa è esperienza che si acquisisce con gli anni.