I freni a disco sono ormai una realtà più che consolidata anche nell’ambito delle biciclette da strada. Lo sono per le quote di mercato che occupano ad oggi, lo sono anche nell’ottica di una resa tecnica che non si concentra solo sull’impianto frenante.
Abbiamo interpellato Enrico Pengo, una lunga carriera fra i pro’, un punto di riferimento anche per diverse aziende del settore, persona che ha vissuto e vive i numerosi cambiamenti della bicicletta.
Il ciclismo attuale ha realmente bisogno dei freni a disco?
Dall’essere scettici si è passati alle conferme, si tratta di un cambio generazionale e non è solo marketing. E’ oggettivo che le biciclette con i freni a disco che vediamo ora sono belle, vanno bene e sono il risultato di un’evoluzione. Quindi potrei dire di sì, considerando anche i fattori legati alle biciclette con i freni tradizionali. Qualche azienda non le produce più e iniziano a scarseggiare i pezzi di ricambio. Nel momento in cui si acquista una bici con i freni tradizionali oggi, purtroppo è già vecchia.
Quindi non è solo questione di freni a disco e dell’impianto frenante!
Dietro c’è molto altro, basti pensare e per fare un esempio, che Nibali era un fenomeno in discesa con le bici normali e lo è stato con le biciclette con i freni a disco. Le biciclette con i freni a disco non vanno bene solo quando piove. E’ un cambio totale del mercato che tocca tutti i componenti, fare un discorso legato solo ai freni a disco, a mio parere è riduttivo. Includiamo anche la ricerca sfrenata sui materiali e la riduzione del peso.
Come funziona un impianto dei freni a disco per la bici da strada?
A mio parere è necessaria una premessa, fondamentale per sfruttare un impianto frenante di ultima generazione a lungo termine, a prescindere dal marchio. Un utente che non è pratico non deve inventarsi meccanico e dovrebbe agire solo su quello che vede. I freni sono una brutta bestia da affrontare. Basti pensare che i tre attori principali del mercato, Shimano, Sram e Campagnolo hanno tre sistemi differenti di funzionamento e manutenzione.
Hai qualche dritta per far funzionare un impianto con i dischi al massimo delle potenzialità?
Affidarsi sempre al meccanico. Utilizzare per quanto possibile le parti originali dell’impianto frenante. Far fare la manutenzione accurata sui pistoni che sono soggetti a diventare pigri con le ore di utilizzo, perché accumulano tanto sporco. Il fai da te in punti delicati come questo può essere pericoloso anche ai fini della sicurezza e deleterio per l’efficienza di tutto l’impianto.
Cosa si deve sapere?
Ogni volta che si cambiano le pastiglie andrebbe fatto lo spurgo veloce. E poi quando si lava il mezzo bisognerebbe stare attenti a non far cadere il sapone sulle pinze e sulle pastiglie. Queste ultime tollerano senza problemi solo l’acqua. I saponi hanno comunque una base grassa e le pastiglie sono come delle spugne, assorbono tutto ed è un attimo rovinarle. Io consiglio, quando si lava la bici a casa, di coprire le pinze.
Freni a disco è sinonimo di una manutenzione quasi raddoppiata?
Più o meno è così. Le biciclette con i freni a disco necessitano di una maggiore e più accurata manutenzione. Almeno una volta durante la stagione del grande utilizzo andrebbe cambiato l’olio dell’impianto, che raggiunge delle temperature altissime, specialmente in estate quando si fanno le discese lunghe. La pulizia di tutto il circuito andrebbe fatta almeno una volta nell’anno, a prescindere dal sistema e dalle ore di utilizzo.
Quanto è importante la coppia di serraggio del perno passante?
E’ un fattore importante, non solo per i freni a disco, ma anche nell’ottica di non sfondare le parti dove si va a stringere con forza. Ci sono delle biciclette che hanno la coppia di serraggio scritta sul telaio, ma il riferimento è 10Nm. Una sorta di uniformità di serraggio permette anche di limitare gli aggiustamenti delle pinze quando si tolgono le ruote e poi si rimontano.