Biomeccanica, con Bramati fra strada e ciclocross

01.12.2021
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Biomeccanica, bikefitting e la posizione in sella, tante definizioni che riprendono un argomento sempre molto dibattuto: ovvero quello di essere efficienti quando si pedala e di stare “bene” sulla bicicletta. Abbiamo fatto una chiacchierata con Luca Bramati, oggi tecnico della FAS Airport Services nel ciclocross, che anche grazie all’attrezzatura di valutazione del suo Bramati Point di Canonica d’Adda, è un punto di riferimento in fatto di biomeccanica e posizionamento in sella, anche per pro. Non solo: gli abbiamo chiesto dei consigli in fatto di “posizione corretta”, per chi usa la bici da strada e quella da ciclocross.

La tecnologia e le moderne strumentazioni aiutano, ma l’occhio del biomeccanico è fondamentale ai fini del risultato migliore (foto Bramati)
La tecnologia e le moderne strumentazioni aiutano, ma l’occhio del biomeccanico è fondamentale (foto Bramati)

Un controllo ogni due anni

Partiamo dal presupposto che un controllo della messa in sella dovrebbe essere una buona abitudine. Lo è per chi in bicicletta “lavora”, dovrebbe esserlo per chi monta in sella per diletto. Il consiglio di Luca Bramati è quello di fare un controllo almeno ogni due anni, al netto di incidenti, infortuni e/o problemi fisici.

Valutare il “punto di spinta”: un fattore soggettivo e tra più importanti in sede di bikefitting (foto Bramati)
Valutare il “punto di spinta”: un fattore tra più importanti in sede di bikefitting (foto Bramati)
Luca, consideriamo la valutazione biomeccanica ed il posizionamento ottimale di un atleta. Ci sono delle differenze tra l’inizio e il clou della stagione?

E’ fondamentale fare delle distinzioni, tra gli atleti pro’ e gli amatori. Nel primo caso, ci troviamo di fronte a corridori che, al giorno d’oggi, sono “tirati” ad ogni stagione. Durante l’inverno aumentano di un paio di chilogrammi, o poco più. La posizione in sella non subisce variazioni particolari, perché la “pancetta” non c’è, oppure è irrisoria. Per quanto riguarda gli amatori, il discorso è differente. Spesso il momento della valutazione biomeccanica coincide con la ripresa vera e propria dell’attività in bici. Non di rado c’è stato un aumento di peso considerevole.

Il peso condiziona la posizione?

Influisce in modo esponenziale sulla pedalata e su come si è in sella. Man mano che si perde peso, il corpo fa meno fatica ad allungarsi e si ricerca, anche, una posizione più ribassata. In questi casi è necessario rivedere la posizione per sfruttare correttamente l’avantreno della bicicletta. L’angolo di spinta in sella invece, non subisce variazioni.

Van der Poel e Van Aert (ai quali è necessario aggiungere Pidcock): tre esempi di versatilità sulla bicicletta
Van der Poel e Van Aert (ai quali è necessario aggiungere Pidcock): tre esempi di versatilità sulla bicicletta
Si possono verificare dei cambiamenti importanti di messa in sella nel corso di una stagione?

Se la valutazione biomeccanica iniziale è corretta, non ci sono stravolgimenti: magari è questione di qualche millimetro. Ma anche in questo caso è necessario fare una considerazione e voglio fare un esempio. Non di rado sottovalutiamo la differenza che deriva dall’utilizzo dell’abbigliamento invernale, che è più spesso rispetto a quello estivo. Sono pochi millimetri, ma capaci di cambiare la posizione sulla sella e di variare la nostra percezione del gesto.

In caso di infortunio e relativo stop dell’attività fisica, prima della ripresa è consigliabile una valutazione biomeccanica?

Sì, io la consiglio ed è fondamentale considerare la tipologia di infortunio che ha subìto l’atleta. Il primo step è fare una visita e un approfondimento dall’osteopata. Questo passaggio è importante e sancisce (oppure no) se il corpo ha il giusto assetto strutturale. Solo in un secondo momento si può fare una visita biomeccanica e il seguente bikefitting. Mi è capitato di interrompere delle valutazioni, perché il ciclista aveva dei problemi posturali dettati da un’asimmetria del corpo, causata per esempio da un incidente. Sono aspetti da non sottovalutare, molto importanti ai fini della salute anche nel medio e lungo termine.

Il giusto assetto in sella è il risultato di più variabili che devono collimare, tra queste anche la posizione delle tacchette (foto Bramati)
Fra le variabili devono collimare, anche la posizione delle tacchette (foto Bramati)
Bici da strada e quella da cx. Cosa è importante sottolineare?

Quello che mi preme dire è che nel ciclocross non serve estremizzare l’aspetto dell’aerodinamica. Abbassare in modo eccessivo il manubrio non serve. Anzi, è controproducente. Più si è schiacciati sull’avantreno e verso il basso, più il carico del corpo si sposta e appesantisce l’anteriore, che di conseguenza sprofonda nel fango. E’ fondamentale distribuire bene i carichi sulla bici. Poi c’é l’altezza sella…

In che misura si determina?

E’ necessario valutare la tipologia di scarpe e i pedali. Generalizzando: rispetto alla bici road, la cx dovrebbe avere un’altezza sella più bassa di 3 o 4 millimetri. Invece, se valutiamo l’orizzontale, la linea della bicicletta da ciclocross si accorcia tra gli 0,5 millimetri e 1 centimetro, rispetto a quella da strada. Ma è sempre necessario fare una valutazione biomeccanica approfondita e specifica.

Gioele Bertolini in azione ad Osoppo nel 2021
Gioele Bertolini in azione ad Osoppo nel 2021
Ci puoi fare alcuni esempi di atleti pro’ che valuti sotto il profilo biomeccanico?

Ad esempio Gioele Bertolini, che usa la bici road per allenarsi, adotta una posizione del manubrio più bassa di 1,5 centimetri, rispetto alla bicicletta da cx. Inoltre utilizza le due tipologie di calzature, strada e offroad, con gli aggiustamenti che ne conseguono in fatto di altezza-sella. Lui è un corridore molto preparato anche sotto il profilo tecnico e sente parecchio i diversi cambi di posizione. E poi ci sono altri due esempi…

Di chi parli?

Una è mia figlia Lucia, che utilizza le scarpe offroad anche per la bici da strada. Questo fattore le permette di tenere la stessa altezza di sella su ogni bicicletta. Katarzina Sosna invece, lituana tra le più forti al mondo nelle Mtb Marathon, è un caso a sé, atleta molto completa che pratica anche la disciplina della cronometro, dove per altro eccelle. Anche in questo caso mi confronto con un’atleta preparata sotto il profilo tecnico, competente e sensibile in fatto di setting sulla bici. In questa stagione non ha fatto cx, ma di solito arriva con quattro biciclette (crono, strada, cx e mtb) e su ognuna viene posta un’attenzione particolare in sede di valutazione biomeccanica. Lei utilizza le diverse tipologie di scarpa, road e mtb, quindi anche le altezze del mezzo cambiano.