Moro e la fatica di stare con i grandi: «Ma che gioia!»

17.02.2023
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La medaglia d’oro conquistata da Manlio Moro, insieme ai suoi compagni del quartetto, ai recenti campionati europei, sta tutta nella smorfia di fatica che gli si dipinge sul volto una volta tagliato il traguardo. Il friulano, in forza alla Zalf Euromobil Désirée Fior, è il nuovo innesto del quartetto (in apertura con Milan sul podio di Grenchen). Con un occhio puntato alle prossime Olimpiadi (quelle di Parigi 2024) e l’altro saldo sul lavoro da fare per meritarsi quel posto tanto ambito. 

La stagione su strada per Moro è iniziata in Argentina alla Vuelta a San Juan
La stagione su strada per Moro è iniziata in Argentina alla Vuelta a San Juan

Il finale

Una volta conclusa la finale che ha dato l’oro al quartetto, Moro ha fatto fatica anche a rallentare la bici. Si è sdraiato sul manubrio lasciando che il mezzo decidesse quale direzione intraprendere. I suoi compagni festeggiavano, mentre Manlio non riusciva a staccare le braccia dalla bici.

«I telecronisti dicevano lacrime per Moro – dice il giovane friulano divertito – ma ero “solo” stanco morto. Non riuscivo a fare nulla. Restare a ruota dei migliori al mondo non è semplice, ma ho messo tutto me stesso in questa prova. Non ho ancora iniziato la stagione, ma tra San Juan e l’europeo su pista mi sembra di aver fatto moltissimo».

A novembre per lui e gli altri ragazzi della pista c’è stato il ritiro di Noto
A novembre per lui e gli altri ragazzi della pista c’è stato il ritiro di Noto
La gara ha avuto ritmi alti fin da subito.

E’ stata intensa fin dalla partenza, ci eravamo prefissati di girare un pochino più piano, ma una volta in azione ci siamo messi a menare. Ero al limite, più di così non potevo dare e questo era un po’ l’obiettivo: uscire dalla pista senza rimpianti. Andare più forte era impossibile.

Si è visto, sei andato avanti al primo chilometro e hai dato una gran tirata

Sì, potevo risparmiarmi un pochino, ma mi sono fatto prendere dal momento. Siamo passati da 8 decimi a 1,2 secondi in due giri. 

Uno sforzo che hai pagato nel finale?

Direi, ai tre chilometri e mezzo ho provato a rimettermi davanti, ma sono durato ben poco. Non ne avevo per mantenere il ritmo ed in più eravamo rimasti in tre. Così ho preferito mettermi a ruota e dare tutto per rimanere attaccato, con il senno di poi ci siamo detti che è stato giusto così.

La tirata di Moro è arrivata poco dopo il primo chilometro, un po’ troppa “foga” per il friulano
La tirata di Moro è arrivata poco dopo il primo chilometro, un po’ troppa “foga” per il friulano
Anche perché Ganna stava particolarmente bene.

Urca! Alla prima tirata, ci stava staccando di ruota. Nel finale Pippo si è preso l’incarico di fare un giro in più. 

3 minuti, 47 secondi e 667 decimi, un bel tempo per essere febbraio, no?

Assolutamente, se pensate che al mondiale dello scorso anno siamo stati più veloci di un secondo, ma con un stagione alle spalle. 

E’ stata una piccola rivincita contro gli inglesi, che l’anno scorso vi hanno rubato la maglia iridata….

Questa vittoria ci ha dato grande morale, vincere ci ha aiutato a dimostrare che gli inglesi si possono battere. Se non fossimo riusciti a vincere, non avremmo affrontato i prossimi mesi con la stessa serenità che abbiamo ora. 

Il friulano si appresta ad iniziare la sua seconda stagione con la Zalf, prima del passaggio ai pro’ con la Movistar nel 2024
Il friulano sta per iniziare la seconda stagione con la Zalf, prima del passaggio ai pro’ con la Movistar nel 2024
Hai festeggiato?

Mi sono preso tre giorni di pausa, per riprendere un po’ di energie, ma non ho ancora festeggiato. Lo faremo tutti insieme quando ci ritroveremo a Montichiari. 

Ti sei adattato bene ai ritmi del quartetto elite?

Ci sono altri ritmi, si fa molta più fatica, ma i risultati dicono che la strada intrapresa è quella giusta

Una medaglia che rappresenta un bel tassello verso l’Olimpiade?

Certamente, ora si torna a lavorare in pista e potrebbero esserci delle novità. 

Villa sta studiando un cambio di ruolo per Moro, da terzo a secondo uomo, una mossa in vista di Parigi?
Villa sta studiando un cambio di ruolo per Moro, da terzo a secondo uomo, una mossa in vista di Parigi?
Quali?

Potrei cambiare ruolo. Ho sempre fatto il terzo, ma Villa vorrebbe provare a farmi fare il secondo. E’ una bella prova, serve un cambio di ritmo non indifferente. Da secondo hai meno tempo per recuperare dopo la partenza. La cosa bella del quartetto è che siamo in tanti e quindi possiamo fare molte prove. 

Il 2024 è l’anno olimpico, ma anche quello del tuo passaggio in Movistar, in che rapporti sei con loro?

Ci sentiamo spesso. Mi seguono e sono contenti dei miei risultati. Il primo anno da professionista e nel WorldTour potrebbe rappresentare un altro step di crescita importante. L’obiettivo è entrare in pianta stabile in questo quartetto.

Moro: il quartetto, le crono, Parigi e l’amicizia con Pippo

21.10.2022
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Lo avevamo lasciato ad aprile tra speranze e ipotesi di un futuro nel quartetto d’oro olimpico. A poco meno di una settimana dalla conclusione dei campionati del mondo di Saint Quentin en Yvelines, lo ritroviamo vice campione iridato insieme all’organico del “poker dei sogni”. Classe 2002, Manlio Moro, ha portato a termine una stagione che spazia tra vittorie su strada con la Zalf Euromobil Désirée Fior, medaglie su pista e tanta voglia di fare bene pensando al futuro. Sull’orizzonte vede arrivare il TGV che porta a Parigi 2024 e Marco Villa è pronto scrivere il suo nome sul biglietto. A sostenerlo, ci ha raccontato, un Pippo Ganna che lo ha preso sotto la sua ala protettrice, sintomo che in questo giovane cronomen il potenziale c’è e in questo 2022 qualcosa ci ha già fatto vedere.

L’argento conquistato ai dietro alla Gran Bretagna per soli due decimi. Moro è il primo da sinistra
L’argento conquistato ai dietro alla Gran Bretagna per soli due decimi. Moro è il primo da sinistra
Manlio, hai concluso la tua stagione?

Sì, ho staccato subito dopo il mondiale, ora mi godo un po’ di relax. Mi fermo due o tre settimane completamente poi riparto con palestra e bici. 

Parliamo del mondiale francese appena concluso. Che voto ti dai?

Non saprei proprio, preferisco che siano gli altri a giudicarmi. Credo di essermela cavata bene, essendo anche alla prima esperienza con il quartetto dei grandi. Di sicuro è un punto di partenza, adesso posso solo crescere. 

Com’è stato fare parte del quartetto oro olimpico?

Non è stato semplice, non tanto a livello fisico ma soprattutto a livello mentale perché comunque entrare a far parte di un quartetto con quattro campioni olimpici non è semplice. Soprattuto prima della qualifica, essendo per me l’esordio in gara con loro ero abbastanza teso. Comunque sono riusciti a tranquillizzarmi molto. Mi hanno fatto sempre sentire a mio agio fin dal primo momento. E’ stata un’esperienza indimenticabile. 

A livello fisico ti sei sentito subito all’altezza?

C’è stato un cambiamento evidente nella mia prestazione. Fino a qualche mese fa, facevo il quartetto under con dei tempi più alti. Non è semplice di sicuro, ma essendo la mia prima volta, credo di essermela cavata bene. Sento che ho ancora tanti secondi nelle gambe. Non che sia andata male questa esperienza ma posso migliorare ancora molto. 

Villa crede in Moro e gli ha dato la possibilità di essere protagonista nel quartetto del mondiale
Villa crede in Moro e gli ha dato la possibilità di essere protagonista nel quartetto del mondiale
Per il 2023 la pista farà parte fin da subito del tuo calendario?

Sì, sarà un calendario parallelo. Stiamo già cercando di programmare il prossimo anno. Di sicuro parteciperò agli europei under ed elite. Poi per il mondiale lo spero e si vedrà chi andrà più forte. 

Molti ti hanno già messo sul treno per Parigi 2024. Senti la pressione?

Quello è il mio obiettivo. Sono contento e ringrazio Marco Villa che mi ha dato fiducia e credo che se lavorerò potrò farcela. Ovvio che non c’è niente per scontato e bisognerà guadagnarselo quel posto ma so che se mi metto d’impegno e lavoro posso arrivare in alto. 

Anche su strada hai disputato un’ottima stagione, qual’è il tuo bilancio?

Positivo. Ho corso la maggior parte di inizio stagione su strada poi nella seconda metà con europei e mondiali mi sono dedicato di più alla pista. Nella prima parte posso ritenermi comunque soddisfatto perché ho fatto le mie quattro vittorie e sono contento. Diciamo che è stata una stagione rivolta a trovare gli equilibri senza sbilanciarsi troppo. 

La vittoria a inizio stagione alla Due Giorni Alessandro Boris con un’azione da lontano
La vittoria a inizio stagione alla Due Giorni Alessandro Boris con un’azione da lontano
A inizio anno ci hai dichiarato che anche le crono erano un tuo obiettivo…

Quest’anno ne ho fatte due, una l’ho vinta e dall’italiano sono uscito un po’ deluso perché non stavo benissimo. Sono partito che ero stanco e fiacco. Infatti una volta arrivato a casa ho scoperto di avere il Covid. Non voglio prenderla come scusa però di sicuro non mi ha aiutato.  L’avevo preparato molto bene perché ero andato in altura con Pippo Ganna, e ci siamo allenati insieme. Purtroppo sono riuscito solo a fare quarto. Diciamo che non sono riuscito a dare il meglio di me.  

Anche le cronometro avranno uno spazio importante nel programma 2023?

Sì, saranno un obiettivo e faranno parte del calendario, anche per qualche rivincita personale.

Hai detto di esserti allenato con Ganna, siete amici?

Sì, con lui ho solo da imparare. Mi ha sempre aiutato, dato consigli e lui crede veramente in me. Sono contento perché mi supporta e mi corregge se vede qualcosa che non va, anche perché ha un’esperienza tale che può dire tutto. Mi sto trovando molto bene. Su questo è davvero una persona fantastica. 

Manlio Moro e Marco Villa ai mondiali di Roubaix un anno fa
Manlio Moro e Marco Villa ai mondiali di Roubaix un anno fa
Quando vi siete conosciuti?

L’anno scorso, da quando abbiamo iniziato ad allenarci insieme in pista a Montichiari. Non da molto in realtà, ma ci siamo trovati fin da subito. E’ sempre stato il mio idolo. Cerco di imparare da lui e averlo lì che ti dà consigli è un’emozione assurda. 

Visto che è un tuo idolo, facci un commento sui suoi due record…

Non ho parole. Rimarrà nella storia di sicuro. Ho avuto la fortuna di essere presente per entrambi i record ed è stata una cosa pazzesca. Ero sugli spalti e sarei voluto saltare giù in pista. Un’emozione assurda, da brividi. 

Eri anche tu tra i motivatori di Pippo alla mattina della finale dell’inseguimento individuale?

Sì, alla mattina non voleva partire. Siamo andati da Lombardi e con i compagni siamo andati su a cercare di convincerlo e per fortuna ci ha ascoltato.