Nella nuova Astana, Ulissi ritrova l’entusiasmo e il Giro

08.01.2025
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Immagina una volata a due, Ulissi contro Pogacar: come la gestisci? Diego scoppia a ridere, è l’ultima domanda di una lunga conversazione sui giorni nuovi con la XDS-Astana. «Bella domanda! Essere lì con Tadej a fare la volata – dice – sarebbe già una bella vittoria, ma bisogna vedere quante gambe mi rimarrebbero. Tadej è estremamente veloce. E’ il corridore più forte al mondo, nonostante anche io abbia un bel picco di velocità. Insomma, sarebbe una volata persa…».

Mancano pochi giorni alla ripartenza per il secondo ritiro in Spagna, che Ulissi raggiungerà con qualche giorno di ritardo per l’influenza dei giorni scorsi. Le Feste le hanno passate tutti insieme a Lugano. Viola è nata da appena due mesi e non era il caso di farla viaggiare, perciò questa volta il viaggio è toccato ai nonni. Il toscano è di buon umore – la bimba sta bene, mangia e soprattutto dorme – e lui può concentrarsi sugli allenamenti e la nuova squadra.

Diego Ulissi, classe 1989, è stato dal 2010 al 2024 nello stesso gruppo: prima Lampre, poi UAE
Diego Ulissi, classe 1989, è stato dal 2010 al 2024 nello stesso gruppo: prima Lampre, poi UAE
Com’è ricominciare da capo in un ambiente tutto nuovo?

Proprio da capo, non direi. Un po’ di esperienza ce l’ho, ho cambiato ambiente, ma conosco tutti ed è stato facile inserirsi. Abbiamo fatto le riunioni di routine che si fanno in tutte le squadre. Poi ci siamo conosciuti con gli allenamenti, passando tutta la giornata insieme. La routine di tutti i giorni è perfetta per conoscersi bene.

Chi è ora il tuo allenatore?

E’ arrivato quest’anno, si chiama Helmut Dollinger, è austriaco. Ci siamo parlati per la prima volta quando ci siamo trovati a ottobre. Abbiamo iniziato il percorso insieme e mi sto trovando veramente bene. Non è che ho rivoluzionato più di tanto quello che stavo facendo, anche perché la vera rivoluzone a livello atletico è stata fatta nel corso degli ultimi anni. Adesso è più una questione di mantenere i cambiamenti che ci sono stati in questi anni.

Formolo ci ha raccontato che nel primo anno alla Movistar ha pagato il fatto di non essere seguito com’era alla UAE Emirates: pensi che potresti avere lo stesso problema?

Bisogna sapersi adattare alle persone, capire quali sono le loro esigenze. Magari ci sono preparatori che vogliono avere tutti i giorni il feedback del lavoro, qualcuno cui invece basta averlo due o tre volte a settimana. Vedendo che mi so gestire bene, mi hanno sempre lasciato abbastanza tranquillo. Sono uno che non ama sentirsi il fiato sul collo, però da quello che ho visto in questi primi mesi ho trovato una squadra super professionale che non lascia niente al caso. Questo è sicuro.

Hai anche trovato tanti italiani, molti di più rispetto a quelli rimasti alla UAE, che effetto fa?

Un bell’effetto. Mi ricorda gli anni alla Lampre, dove veramente avevo trovato il mio ambiente e ci stavo da Dio. Ritrovare un bel gruppo di italiani fa un certo effetto e alla fine anche i ragazzi stranieri si inseriscono alla grande, proprio perché il gruppo italiano è forte e coeso e permette a tutti di amalgamarsi.

Velasco e Scaroni sono solo due dei 12 italiani (su 30 corridori in totale) della Astana
Velasco e Scaroni sono solo due dei 12 italiani (su 30 corridori in totale) della Astana
Ti hanno detto cosa si aspettano da Diego Ulissi?

In pratica quello che già facevo e che continuerò a fare. Cercando di mettere insieme più punti possibili e aiutando anche i giovani, visto che ce ne sono tanti.

La differenza è che di là i punti servivano per essere primi al mondo, qui per evitare la retrocessione…

Innanzitutto per fare le cose fatte bene, è meglio non mettersi troppa pressione, altrimenti parti già col piede sbagliato. Questa è una cosa che ho imparato negli anni e l’ho sempre fatto. L’importante è lavorare bene, dare il 100 per cento. E visto che un po’ di esperienza sulle spalle ce l’ho, ho imparato ad affrontare qualsiasi gara, anche la più piccola, allo stesso modo. Concentrato, cercando di fare il massimo. Quando si arriverà a fine anno, si tireranno le somme.

Ti è stato chiesto a quali gare vorresti partecipare? Come è nato il tuo calendario?

Abbiamo condiviso, ci siamo confrontati. Tornerò a fare un Grande Giro, cosa che l’anno scorso non mi è stato permesso di fare. E poi più o meno sarà il calendario che facevo tutti gli anni, senza grandi stravolgimenti. Non partirò dall’Australia, probabilmente partirò dalle gare a Mallorca.

Grande Giro: stiamo parlando del Giro d’Italia?

Ma certo! E’ la gara in cui mi sono espresso meglio. L’anno scorso hanno deciso che facessi un altro tipo di stagione. E quando è stata presa la decisione, mi sono concentrato sul mio programma, quindi al Giro dopo un po’ ho smesso di pensarci. E comunque negli anni precedenti, mettendo da parte le mie ambizioni personali, sono stato di grande aiuto per miei compagni. Quindi ci tenevo a farlo anche solamente per aiutare la squadra, ma è stato deciso che facessi un altro calendario per fare più punti possibili. Visto che l’anno prima eravamo stati tutto l’anno testa a testa fino all’ultima gara con la Jumbo, si ipotizzava che sarebbe stato lo stesso. Invece è venuta fuori una stagione dominata e magari, col senno di poi, potevo andare tranquillamente al Giro d’Italia. Tanto Tadej lo avrebbe vinto ugualmente.

Diego Ulissi ha vinto 8 tappe al Giro d’Italia: qui a Monselice nel 2020, davanti ad Almeida in rosa
Diego Ulissi ha vinto 8 tappe al Giro d’Italia: qui a Monselice nel 2020, davanti ad Almeida in rosa
Ad aprile parteciperai a qualche classica del Nord?

Sì, dovrei fare le Ardenne. Magari non l’Amstel, ma probabilmente la Freccia e la Liegi. Dopo ci sarà il Giro e poi vediamo, speriamo che tutto fili liscio a livello di salute. Purtroppo ho già dovuto interrompere la preparazione, per questa influenza.

Quando un corridore esperto come te cambia squadra si porta dietro qualche esperienza dalla squadra precedente?

Qualcosa mi hanno chiesto, soprattutto i compagni. Ma questo ambiente è una novità anche per me e servono mesi per capire le persone che hai di fronte. I meccanismi li conosci bene solo gareggiando, ma sto ripetendo ai più giovani che l’atteggiamento è quello di andare alle gare mentalizzati, senza pensare che l’appuntamento più importante sia tutto, ma considerando importanti tutte le gare che andiamo a fare.

Una regola d’oro…

Il solo modo perché i ragazzi crescano. In più, i regolamenti, le promozioni e le retrocessioni sono diventati importantissimi e non si può lasciare niente al caso. Però ci sono persone veramente preparate che guidano la squadra, cui ho poco da insegnare. Basta vedere lo storico, fino a qualche anno fa l’Astana è stata una delle più forti al mondo, quindi ho poco da insegnargli.

Hai un direttore sportivo di riferimento?

Sì, Zanini. Lo conoscevo già, ci stavamo simpatici da anni, ci siamo ritrovati ed è stata una grande gioia. Ci sentiamo periodicamente, ci confrontiamo, è veramente una grande persona.

Come ti trovi con la nuova bicicletta?

Bene. E’ molto rigida, aerodinamica, quindi le prime sensazioni sicuramente sono estremamente positive. E’ una grande azienda, sanno fare le biciclette. 

Andrai in altura durante l’anno?

Al momento non ce l’ho in programma, forse ad aprile, prima delle Ardenne, ma non so. Non sono un grande amante dei ritiri, preferisco correre. Anche perché ho fatto altura in passato e non ho mai trovato grandi risultati. Per quello che devo fare io, non serve poi a molto.

Qual è secondo te il più grosso cambiamento di questo ciclismo moderno?

L’alimentazione sì, ma anche i lavori e la preparazione in se stessa. I ritmi di allenamento sono totalmente cambiati, almeno per quanto mi riguarda. Faccio molti meno lavori al medio, prediligendo la Z2 e la soglia. In più è cambiata tantissimo l’alimentazione. Si assumono molti più carboidrati, perché per stare a regimi più alti, bisogna assumere più carboidrati, sennò rimani in mezzo alla strada. Da quando sono passato, era il 2010, è cambiato tutto.

Che effetto ti ha fatto metterti davanti allo specchio con una maglia diversa?

Bello perché è stato un cambiamento che ho preso in maniera positiva. E’ una cosa che ho voluto io e mi vedo bene con quella maglia indosso, anche se i bellissimi momenti che ho passato in UAE non li dimenticherò mai. Non posso che ringraziarli, sono rimasto in ottimi rapporti con tutti. Li sento settimanalmente, compagni, anche ragazzi dello staff e tutto gli altri.

Una tappa, la classifica a punti e la generale al Giro d’Austria nel 2024 di Ulissi (foto EXPA/Groder)
Una tappa, la classifica a punti e la generale al Giro d’Austria nel 2024 di Ulissi (foto EXPA/Groder)
Hai 35 anni, qual è secondo te il punto di forza di Diego Ulissi?

L’anno scorso ho dimostrato di essere ancora competitivo e costante nei risultati durante la stagione. Vuol dire che vado ancora bene e questo grazie al fatto che ho cambiato le mie idee di lavoro, le idee di preparazione e tutto il resto. Sono riuscito stare un al passo con i tempi, accettando il cambiamento di questo sport. Sto ancora bene, quindi spero di fare gli ultimi anni della carriera ed essere ancora competitivo, per cercare di dare una mano a chi investito su di me.

Ballerini fa rotta verso il Nord, con Bettiol come alleato

05.01.2025
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La rivoluzione in casa Astana Qazaqstan Team (dal primo gennaio diventata XDS Astana Team) ha portato tante novità sia per la rosa che per lo staff. La ventata di aria fresca ha soffiato forte sulla ex formazione kazaka, ora diventata di impronta cinese. Al centro del progetto sono arrivati tanti corridori italiani, dagli esperti Ulissi e Bettiol fino ad arrivare ai giovani in rampa di lancio. Davide Ballerini è uno degli uomini al centro del progetto, arrivato già lo scorso anno con l’intento di fare bene sul pavé. Un problema al ginocchio gli aveva precluso la campagna del Nord. Al termine di una stagione tribolata facciamo un punto con il valtellinese, per vedere come sta e capire le sue mosse in vista della nuova stagione. 

«Tra pochi giorni, il 6 gennaio – dice Ballerini – ripartiremo con la squadra per Calpe, sarà il secondo ritiro stagionale. Il primo è stato a dicembre, siamo stati una quindicina di giorni ed è andato bene. Sicuramente c’erano temperature migliori rispetto a casa, anche se non era caldissimo».

Ballerini (a destra) con la maglia della XDS Astana Team il giorno della presentazione della squadra per il 2025
Ballerini (a destra) con la maglia della XDS Astana Team il giorno della presentazione della squadra per il 2025

Grandi cambiamenti

La situazione della XDS Astana Team non è delle migliori in vista della stagione 2025, la squadra è all’ultimo posto della classifica WorldTour per quanto riguarda il triennio 2023-2025. Il rischio retrocessione è alto, anche se per ora nulla è compromesso. Tutti, però, sono consapevoli di dover fare la loro parte per raccogliere punti e salvaguardare lo status di formazione WorldTour. 

«Stanno cambiando tante cose – continua a raccontare Ballerini – sia per quanto riguarda lo staff sia per i corridori. Non sarà facile trovare il ritmo giusto fin da subito ma stiamo lavorando per farlo. Ognuno deve fare la propria parte e io sono pronto a mettermi nuovamente in gioco dopo un 2024 difficile. Il problema al ginocchio riscontrato lo scorso inverno è alle spalle, anche se devo ancora tenerlo sotto controllo».

Ogni due settimane Ballerini si sottopone a test e controlli per capire lo stato di salute del ginocchio
Ogni due settimane Ballerini si sottopone a test e controlli per capire lo stato di salute del ginocchio
Come procedono le cure?

Il problema è stato sistemato, chiaramente il dolore non è sparito da un momento all’altro ma è andato via gradualmente. La vera sfida è stata a livello mentale perché un dolore cronico poi arrivi a sentirlo quasi sempre, anche quando piano piano sta andando via.  In questi giorni sono sempre sotto osservazione per contrastarlo. 

Cosa stai facendo in particolare?

Curo bene la parte dei lavori in palestra, per non sovraccaricarlo o per evitare di lavorare male. Ogni due settimane faccio un test di rehability così da vedere se il muscolo lavora bene. Non penso di smettere a breve, questa fase di monitoraggio è importante. Meglio andare a fare dei test ogni due settimane piuttosto che smettere e ritrovarmi punto e a capo. 

Uno dei principali obiettivi del 2024 era supportare Cavendish nel raggiungere il record di tappe vinte al Tour de France
Uno dei principali obiettivi del 2024 era supportare Cavendish nel raggiungere il record di tappe vinte al Tour de France
Nella stagione scorsa hai corso tanto, ma concentrando gli sforzi in pochi mesi.

Sono riuscito a mettere insieme 70 giorni di corsa, che non è male, tutti tra aprile e ottobre. Chiaramente ho fatto fatica a trovare un picco di forma costante, visto che mi mancava tutta la parte del fondo. Cosa che in questo inverno sto curando molto. Diciamo che in linea di massima i principali obiettivi del 2024 sono stati raggiunti. 

Qual è stata la parte più complicata?

Direi quella mentale, comunque in condizione prima o poi ci arrivi ma non riesci a mantenerla per tanto tempo. Uno dei momenti in cui mi sono sentito meglio è stato al Giro, appena rientrato. Lì la freschezza fisica mi ha dato una mano nel momento in cui mi mancava un po’ di condizione. 

Nonostante il problema fisico di inizio anno Ballerini ha messo insieme 70 giorni di corsa
Nonostante il problema fisico di inizio anno Ballerini ha messo insieme 70 giorni di corsa
Ora sei ripartito con in testa sempre le gare sul pavé, nelle quali avrai un nuovo alleato: Bettiol.

Sì. Siamo stati insieme in Belgio a inizio dicembre per fare un po’ di test con i vari materiali. L’arrivo di Bettiol è un innesto importante, come quelli di altri corridori. Non sembra ma avere tre o quattro compagni in più è un bell’aiuto. Magari non sono grandi nomi come Van Der Poel o Van Aert, ma essere in tanti ci consente di essere sempre presenti. 

Come ti sei trovato con lui?

Bene. Siamo stati compagni di stanza nel ritiro di dicembre. Ora lui è partito per l’Australia visto che inizierà a correre al Tour Down Under. Avere accanto una figura come la sua è importante. Senti di avere un buon sostegno. 

Uno dei risultati migliori in stagione è arrivato alla Alfasun Gooikse Pijl p/b Lotto, chiusa al nono posto
Uno dei risultati migliori in stagione è arrivato alla Alfasun Gooikse Pijl p/b Lotto, chiusa al nono posto
Vi siete già parlati?

Lo conoscevo ma non così bene, i giorni insieme in Spagna sono serviti proprio a questo. Abbiamo correnti di pensiero differenti per quanto riguarda lo sviluppo delle gare e questo può essere un vantaggio. Non ci muoveremo negli stessi punti o comunque avremo due visioni diverse. In questo modo la squadra potrà essere sempre presente. 

Tu da quali corse partirai? 

Da Gran Premio Castellon e dalla Valenciana. Poi andrò in ritiro sul Teide per arrivare pronto alle prime gare in Belgio: Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Brussel-Kuurne. Salterò il periodo della Tirreno per andare ancora in ritiro e poi farò Sanremo e tutta la stagione delle Classiche e semi classiche.