Vittoria Grassi, il 2023 a due facce. Inizio lento, finale al top

14.10.2023
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Il suo 2023 ha viaggiato a due velocità distinte. Nella prima parte con le marce ridotte, nella seconda con quelle alte. Vittoria Grassi negli ultimi tre mesi della stagione ha ingranato la quinta e l’ha mantenuta fino in fondo tra BFT Burzoni e nazionale, tra strada e pista (in apertura foto Piva).

Non solo, la classe 2005 di Grugliasco ha provato da stagista con la BePink-Gold ciò per cui sta lavorando sodo e che la attende nelle prossime stagioni. Per Grassi ora è giunto il momento di riposarsi e, contemporaneamente, di concentrarsi sull’ultimo anno al liceo scientifico “Curie-Vittorini” del suo paese. Come le capita in sella alla bici, anche a scuola riesce ad ottenere buoni voti e risultati. Ha un bell’eloquio la junior torinese quando racconta e ricorda i passaggi fondamentali della sua annata. Ecco cosa ci ha detto nella nostra chiacchierata.

Grassi è stata stagista con la BePink in quattro gare internazionali. Manca l’ufficialità ma correrà con loro nel 2024 (foto BePink)
Grassi è stata stagista con la BePink in quattro gare internazionali. Manca l’ufficialità ma correrà con loro nel 2024 (foto BePink)
Vittoria hai finito il 2023 con lo stage in BePink, partiamo da qui.

E’ stata un’esperienza molto bella. A settembre ho fatto due gare in Francia, una in Belgio ed il Giro dell’Emilia. Ho corso con loro anche la open di San Daniele del Friuli, ma quella l’avrei potuta correre ugualmente con la Bft Burzoni. In quelle occasioni mi sono divertita con le nuove compagne. L’unica che conoscevo già era Zanardi perché ci siamo trovate tante volte in pista e poi anche lei è cresciuta nella mia attuale formazione. In corsa invece ho subito imparato a fare tanta fatica, come mai mi era capitato prima. Normale che sia stato così, non ero abituata a fare i conti con tanti chilometri, con la durezza dei percorsi e con un ritmo decisamente più intenso. Direi che mi sono difesa bene. E nelle gare open che ho fatto nel mezzo ho sentito immediatamente un rendimento differente, migliore chiaramente.

L’anno prossimo passerai alla BePink. Com’è nato il contatto con loro?

Dovrei andare lì, però aspettiamo per correttezza che arrivi l’ufficialità da parte loro. Per lo stage è stato Stefano Solari, il team manager della Bft Burzoni, a propormi a Zini. L’unica incognita ero io perché fino a luglio non avevo ottenuto grandi risultati. Abbiamo dovuto attendere qualche settimana per capire se potessi provare con la BePink o meno. Poi è arrivata finalmente la domenica giusta…

Quale e perché?

Era il 23 luglio ed eravamo alla gara open di Ponte di Piave, la San Gabriel Gold Race. Sono entrata nella fuga giusta con un’altra decina di atlete. Loro tutte elite, io unica junior. Avrei potuto stare a ruota perché tanto avrei vinto la mia categoria, invece ho voluto collaborare fortemente. Ci tenevo che guadagnassimo il più possibile e ho tirato anch’io affinché non ci riprendessero. Siamo arrivate in fondo ed ero felicissima. Non per il successo, ma per la mia prestazione. Per la cronaca ha vinto Zanardi che poi ha speso belle parole per me, che mi hanno fatto piacere. Forse quel giorno è stata una combinazione che mi trovassi in mezzo alle elite, ma è anche vero che bisogna sapersele creare. E lì la mia stagione ha preso un’altra piega. Sono arrivati altri due successi (a Valvasone e seconda tappa Giro di Lunigiana, ndr).

Perché prima le cose non erano andate bene?

L’inizio del 2023 l’ho passato con diversi problemi. Inizialmente una noia di vecchia data ad un ginocchio. Non riuscivo ad allenarmi come dovevo e le prime gare le ho fatte arrancando ed inseguendo. Il morale era basso pensando che mi stavo condizionando una stagione molto importante per il mio futuro. Poi quando stavo ritrovando un po’ di gamba, è arrivato un altro stop.

Cosa è successo?

Il primo maggio sono caduta in volata a Sant’Urbano nel padovano. Una brutta caduta, nella quale sono svenuta poco dopo. Per fortuna nulla di rotto, ma tante botte, sia nel fisico che nuovamente nel morale. Il rientro alle corse è stato difficile. Avevo paura a stare in gruppo, temevo di cadere ancora e farmi male. Solo da giugno ho riassaporato certe sensazioni benauguranti.

Racconta pure…

Agli italiani in pista a Dalmine ho conquistato due ori tra velocità a squadre e 500 metri, un argento nella velocità e due bronzi nel keirin e madison. Poi nella tipo-pista delle Alpi Giudicarie ho vinto scratch e corsa a punti nell’ominum. Poi anche il terzo posto nella cronosquadre tricolore mi ha dato fiducia. Ed il morale è cresciuto ulteriormente dopo il bronzo nel team sprint e l’argento nello scratch agli europei di Anadia.

Una raccolta di medaglie che è proseguita anche ai mondiali su pista di Cali.

Sì, vero e sono molto felice di questo. La trasferta in Colombia non è stata inizialmente semplice viste le sette ore di fuso orario. Alla fine è stata una grande spedizione per noi italiani. Sono orgogliosa di aver contribuito con l’argento nel quartetto e l’oro nella madison con Federica (Venturelli, ndr).

Nel tuo crescendo stagionale sei stata con la nazionale anche su strada. Te lo aspettavi?

A dire il vero no, però sapevo che stavo trovando una buona forma. In generale, tra pista e strada, da una parte sai che stai perdendo molte gare col tuo club, ma dall’altra sai che ne vale assolutamente la pena. Quando vesti la maglia azzurra è sempre un grande stimolo e un orgoglio. Mi ha fatto piacere la chiamata del cittì Sangalli per disputare prima il Watersley (gara a tappe, ndr) e poi l’europeo di Drenthe. Passerò di categoria nel 2024 e spero in futuro di poter fare parte ancora della nazionale.

Hai vinto medaglie sia nell’endurance che nella velocità. Sei un perfetto prototipo per ciò che cercano il cittì Marco Villa e Ivan Quaranta. Ne hai parlato con loro?

Entrambi mi considerano molto versatile e anche mi fa piacere. Però bisogna fare delle scelte. Nelle discipline veloci mi sono sempre ben difesa o adattata ma so di non essere abbastanza veloce per le competizioni internazionali da U23 o elite. Di base su pista sono sempre stata nel gruppo endurance e qui dovrei restare perché al contrario il mio spunto veloce mi favorisce. Poi sappiamo che l’endurance in pista è molto più compatibile con l’attività su strada. Mi concentrerò in quella direzione.

Che anni sono stati quelli di Vittoria Grassi alla Bft Burzoni?

Sono stata con loro per quattro stagioni, due da allieva e due da junior. Per me sono stati una seconda famiglia e devo ringraziarli per quello che hanno fatto per me. Tutto lo staff mi ha permesso di crescere tantissimo sia come atleta che come persona. Sono arrivata da loro che ero timida ed introversa, vado via consapevole di essere diventata una ragazza caratterialmente più aperta e matura.

Grassi con la BFT Burzoni ha disputato due anni da allieva e due da junior, crescendo molto come atleta e persona (foto Ossola)
Grassi con la BFT Burzoni ha disputato due anni da allieva e due da junior, crescendo molto come atleta e persona (foto Ossola)
Obiettivi della prossima stagione?

Ce ne sono diversi. Avrò la maturità e cercherò di uscire con buoni voti, anche perché non mi dispiacerebbe continuare gli studi all’università. Non c’è solo il ciclismo e Fisioterapia o Scienze della Nutrizione mi affascinano. Prima però voglio continuare a coltivare il mio sogno di fare la ciclista di professione. Nel 2024 voglio imparare dalle compagne più grandi e fare tanta esperienza, correndo ancora tanto all’estero. Ogni risultato che verrà andrà bene. Sono una velocista ma ho capito che se voglio ritagliarmi qualche spazio dovrò lavorare sodo e migliorare in salita o sugli strappi. I miei idoli sono Wiebes e Balsamo. Al momento sono lontanissime e non mi ci rivedo in loro ma un giorno vorrei diventare un’atleta con quelle caratteristiche.

Stage femminile, una rarità. BePink prima a farlo

06.10.2023
7 min
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Lo stage è sempre un momento importante nel quale l’atleta può scoprire il ciclismo del piano superiore e il diesse può verificare la sua opera di scouting. Tra gli uomini è ormai una consuetudine, con i “dilettanti” che possono provare tra i pro’, tra le donne invece è una novità, quantomeno per il ciclismo italiano. A sdoganare questa prassi è stata recentemente la BePink-Gold, che ha reclutato le junior Martina Testa e Vittoria Grassi per le gare di fine stagione.

L’impatto per le ragazze può anche essere più traumatico di quello dei colleghi maschi. Giovani di 18 anni abituate al massimo a gare open (miste tra elite e juniores) e di colpo catapultate in corse internazionali per capire cosa le attenderà l’anno successivo. Per capire meglio com’è andato questo periodo di apprendistato, abbiamo voluto sentire sia Testa (in apertura foto BePink) sia Walter Zini, team manager del team continental lombardo.

Novità. Zini ha sperimentato con piacere lo stage e propone di promuoverlo maggiormente (foto BePink)
Novità. Zini ha sperimentato con piacere lo stage e propone di promuoverlo maggiormente (foto BePink)

Investimento per il futuro

«La nostra iniziativa – spiega il tecnico della BePink-Gold – è stata una novità per il ciclismo italiano. All’estero so che qualche squadra lo ha già fatto, ma qui siamo stati i primi. Dopo i campionati italiani di fine giugno ho iniziato a pensarci, visto che qualche contatto lo avevo già. I regolamenti consentono di provare un massimo di due atlete maggiorenni che corrono tra le juniores e quindi ho chiamato queste due ragazze. Onestamente devo dire che siamo contenti di aver sfruttato la possibilità e un pochino mi pento di non averlo fatto prima, anche se non tutti gli anni o le circostanze sono uguali. La Federazione non promuove molto questa situazione, ma dovrebbe incentivarla di più, magari anche per più di due ragazze. Per noi team è un piccolo investimento per il futuro.

Due atlete diverse

«Martina e Vittoria – prosegue Zini – sono due atlete agli antipodi non solo nelle caratteristiche fisiche ma anche in quelle caratteriali. Martina nasce passista scalatrice, però deve ancora capire quali siano le sue vere doti, visto che quest’anno si è buttata spesso e volentieri in volata. E’ piuttosto riservata, ma ha tanta grinta e del fondo. Ha debuttato al Gp Reynders in Belgio, corsa di oltre 130 chilometri che ha finito bene. E sapete bene come siano le gare in Belgio. Ha avuto un assaggio di quello che farà l’anno prossimo. Vittoria invece è una velocista ed è una vera agonista. E’ più abituata a certi contesti visto che è nel giro azzurro di strada e pista. Col suo team (la BFT Burzoni, ndr) aveva già corso all’estero. Entrambe hanno fatto buone gare, dandosi da fare, ed entrambe nel 2024 dovrebbero correre con noi anche se manca ancora l’ufficialità».

Testa e Grassi (seconda e terza da sx) dopo le gare da stagiste saranno compagne di squadra nel 2024 (foto Facebook)
Testa e Grassi dopo le gare da stagiste saranno compagne di squadra nel 2024 (foto Facebook)

Il tirocinio di Martina

Sette gare da stagista non sono poche, anzi sono proprio un bel banco di prova, soprattutto se le corri tra Belgio e nord della Francia. Martina Testa corre per il Canturino ed in stagione ha conquistato due terzi posti oltre ad una lunga serie di piazzamenti nelle top 10. Con la BePink-Gold però ha forse ottenuto qualcosa di meglio rispetto a quei risultati. Benché abbia un carattere abbastanza timido, la determinazione in bici è una risorsa che le ha consentito di farsi notare.

«So che Walter – racconta la bergamasca di Cene – stava controllando i miei risultati e il primo contatto con lui c’è stato a maggio. Mi ha chiesto se fossi disposta a fare lo stage dal primo di agosto in poi, ma che mi avrebbe voluto riparlare solo dopo il mio diciottesimo compleanno (17 luglio, ndr) per capire se nel frattempo fosse cambiato qualcosa. Queste gare da stagiste sono state dure, tutte di alto livello e con percorsi impegnativi. Tuttavia è stata un’esperienza incredibile, specialmente con la prima trasferta in Belgio dove c’è tanto pubblico e tanto tifo. Quell’atmosfera ti dà molta carica».

Assaggio di futuro

«E’ stato un anticipo di quello che troverò la prossima stagione – riflette – e ringrazio il Canturino, Walter e la BePink per avermi permesso di fare queste corse» Conoscevo le ragazze della BePink – continua Testa – solo di nome, non avevo mai parlato con nessuna nemmeno alle gare open. Mi hanno accolto molto bene, ho legato subito con tutte. Silvia Zanardi ha fatto gli onori di casa presentandomi tutte le compagne e lo staff. Sono stata spesso in camera con lei per ricevere tanti consigli visto che lei è la ragazza più esperta. Sinceramente mi sono tolta un bel po’ di ansia con questa sua introduzione, così l’anno prossimo posso arrivare più preparata».

Differenze e insegnamenti

Correre una gara internazionale tra le elite quando sei ancora una junior del secondo anno è un bel salto nel buio. Non ci sono solo il chilometraggio o il ritmo di diverso, ma anche tutti i momenti che non vengono mai indicati in un ordine d’arrivo.

«Ovviamente ho corso con la mia bici – va avanti Martina – usando il mio casco e le mie scarpe, ma l’abbigliamento, tra divisa estiva e qualche capo più pesante, era tutto preparato in modo impeccabile con le mie taglie. La prima differenza che ho notato è stato lo staff. Il Canturino è una squadra ottima per le junior, ma siamo abituate ad andare alle corse col nostro allenatore, che fa quasi tutto lui, e con altre poche persone. Alla BePink naturalmente c’erano più figure ed ognuna di loro con un ruolo ben definito. L’altra grande differenza è l’ammiraglia in appoggio, che per me è stato più mentale che pratico. In ogni caso in queste corse volevo rendermi utile per le compagne e un po’ di volte sono andata io dall’ammiraglia per prendere da bere e mangiare per loro. Ho avuto qualche problema a prendere le borracce, ma sto imparando come si fa.

Testa ha disputato il Giro di Lunigiana col Canturino vincendo la maglia a pois di miglior scalatrice (foto facebook)
Testa ha disputato il Giro di Lunigiana col Canturino vincendo la maglia a pois di miglior scalatrice (foto facebook)

I rifornimenti

«Sono rimasta sorpresa dai rifornimenti – va avanti – prima della partenza lo staff della BePink allestisce un tavolo su cui mettono gel, barrette energetiche o proteiche o ancora paninetti. Oppure le borracce con sola acqua o sali minerali o maltodestrine. In pratica è come se tu componessi il tuo sacchetto da prendere durante la corsa. Naturalmente tra le juniores non siamo abituate così. D’altronde prima del debutto in Belgio Walter mi aveva detto che sarebbe stato come il mio primo giorno di scuola. Tutto nuovo e diverso, dovevo scordare quello che avevo visto o fatto fino a quel momento. In generale mi ha detto che devo continuare ad essere determinata sempre, in ogni gara. Ho capito subito che Walter è un tecnico severo e che pretende molto dalle sue atlete, però è stato anche molto comprensivo con me, visto che stavo disputando le mie primissime gare internazionali tra le elite».

Obiettivi futuri

Martina Testa ha sicuramente tratto delle indicazioni per l’anno prossimo, oltre ad un bel ritmo nelle ultime uscite. Per il 2024 però dovrà fare i conti con una stagione che si dividerà per forza di cose tra maturità e bici. La sua determinazione si palesa anche su questi argomenti.

«Le gare all’estero fanno la differenza – spiega – e ho sentito che avevo un altro passo nelle corse juniores e open che ho disputato nel mezzo. Rispetto all’anno scorso, ho fatto una bella crescita. Da quando corro, questo è stato il primo anno in cui sono andata forte, facendo risultati. E’ stato un bel crescendo. A settembre, ad esempio, ho notato quanto fossi migliorata sotto tanti punti di vista, a cominciare dalle tattiche di gara. Devo ancora imparare molto, ma sono pronta a farlo».

Zanardi ha fatto gli onori di casa con Testa, presentandole staff e compagne (foto uff. stampa BePink)
Zanardi ha fatto gli onori di casa con Testa, presentandole staff e compagne (foto uff. stampa BePink)

Diploma e bici

«Nella prossima stagione – conclude Testa – vorrei diplomarmi senza problemi a scuola (frequenta a Bergamo un istituto tecnico con indirizzo ambientale, ndr) e fare bene nelle gare di inizio stagione. Tengo molto alla scuola, ma altrettanto al ciclismo. La mia intenzione è quella di portare avanti gli impegni da subito senza dover aspettare per forza la fine della maturità per dedicare più tempo alla bici. Di questo sono convinta, così come mi piacerebbe iniziare a lavorare sulle crono. Non ne ho fatte tante però mi piacciono e vorrei capire se ne sono portata o meno».