Montichiari, Spresiano e altro. Presidente, ci dica tutto…

10.09.2023
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Villa, nella sua disamina dei mondiali juniores, aveva preso spunto per ribadire come il nostro movimento su pista, nel suo cammino verso Parigi 2024, sconti il fatto di non avere un velodromo disponibile per organizzare gare internazionali. Montichiari grazie a una deroga è a disposizione per gli allenamenti della nazionale, ma questo non basta perché per gli azzurri mancano in questo modo occasioni di confronto.

Le parole del cittì azzurro hanno messo il dito su una piaga molto ampia: qual è la situazione degli impianti in Italia? Di Montichiari si è detto, ma da tempo si parla dei lavori di Spresiano, a un certo punto bloccati e oggetto di forti polemiche. Poi ci sono varie città che a parole si dichiarano disponibili per approntare impianti, ma qual è la realtà? Noi siamo voluti andare direttamente alla fonte per analizzare il problema, trovando disponibilità massima nel presidente della Fci Cordiano Dagnoni, chiamato a dare risposte reali, rifuggendo dal politichese.

L’impianto di Montichiari, sede degli allenamenti della nazionale ma interdetto alle gare
L’impianto di Montichiari, sede degli allenamenti della nazionale ma interdetto alle gare
Presidente, partiamo da Montichiari e dalle parole di Villa…

La storia dell’impianto lombardo è nota a tutti, Montichiari paga vicissitudini lontane nel tempo che avevano portato anche al suo sequestro, mettendo in grave difficoltà tutto il settore. Ora è autorizzato il suo utilizzo solo per le varie nazionali, ma dobbiamo muoverci per risolvere la situazione e lo stiamo facendo.

Come?

La Regione Lombardia ha stabilito un importante contributo economico per procedere a lavori di messa a norma, esattamente come avviene per le case, quando bisogna adeguare impianti elettrici, idraulici e quant’altro. Nel nostro caso ci sono adempimenti da fare e si è cominciato con il rifacimento delle balaustre che è già in corso. Il programma di lavori prevede la messa a norma dell’impianto d’illuminazione, antincendio, antisismico, fra 15 giorni inizieranno anche lavori nei locali sottostanti che per fortuna non riguardano l’attività dei ragazzi sulla pista.

C’è una tempistica?

Quando i lavori sopra nominati saranno conclusi dovremo avere la certificazione di prevenzione incendi e con essa, penso che per l’inizio del 2024 potremo accogliere a Montichiari le scuole ciclismo e gli amatori. A seguire dovremmo avere l’autorizzazione alla presenza di pubblico e a quel punto potremo anche organizzare gare. Dico la verità, avrei voluto che tutto ciò fosse anticipato per poter allestire anche l’attività invernale a Montichiari, spero che almeno in conclusione della stagione si possa far qualcosa.

Parte del progetto sulla pista di Spresiano, che potrebbe ospitare fino a 2.500 spettatori
Parte del progetto sulla pista di Spresiano, che potrebbe ospitare fino a 2.500 spettatori
Pensa che comunque ci sarà possibilità di allestire qualche evento prima di Parigi 2024?

Io credo che almeno un paio di occasioni ci saranno, chiaramente trovando accordi anche con l’Uci e date compatibili nel calendario, ma io ci terrei anche che i prossimi campionati italiani si possano svolgere a Montichiari, su un impianto completamente a norma e con le caratteristiche utili per testare i ragazzi in vista dei Giochi. Gareggiare all’aperto, su piste in legno non è certo la stessa cosa. Ma c’è anche altro in ballo…

Ossia?

Tramite i fondi del PNRR, avremo a disposizione 3-4 milioni per costruire nelle adiacenze del velodromo una struttura con foresteria, mensa, studio medico. Potremo così avere il primo Centro di Preparazione Olimpica anche per il ciclismo e questo sarà un enorme passo in avanti.

Si parla di far svolgere a Spresiano le gare di pattinaggio dei Giochi Invernali 2026, completando i lavori
Si parla di far svolgere a Spresiano le gare di pattinaggio dei Giochi Invernali 2026, completando i lavori
Qual è la situazione di Spresiano?

Qui andiamo a toccare note dolenti. La situazione economica italiana non induce all’ottimismo. Venendo allo specifico, per completare i lavori servono almeno 15 milioni: il Comune di Spresiano con un enorme sforzo è pronto a garantirne 5, il resto dovrebbe metterlo il Governo. Noi abbiamo avuto rassicurazioni in merito, ma è davanti agli occhi di tutti come si sta procedendo con tagli in ogni campo e abbiamo timore che i tempi si allunghino ulteriormente e di molto.

Il vostro referente presso il Governo, per portare avanti le vostre istanze per un impianto che avrebbe un grande peso specifico, è il Ministro dello Sport Abodi?

Il ministro sa bene la situazione, ma non può fare molto essendo un dicastero senza portafoglio. Le “chiavi” della vicenda in questo caso le ha il Ministro dell’Economia Giorgetti, chiaramente Abodi si è fatto carico delle nostre aspettative ed esigenze, anche perché avere Spresiano sarebbe molto importante proprio nell’ottica di allestire eventi. Montichiari al massimo può ospitare 1.000 spettatori, a Spresiano potrebbero accoglierne già 2.500…

La pista da bmx di Garlate, un esempio che Dagnoni vuole esportare nel Centro-Sud
La pista da bmx di Garlate, un esempio che Dagnoni vuole esportare nel Centro-Sud
Ci sono altri progetti in cantiere?

Da quando sono diventato presidente mi sono state proposte molte idee, alcune molto interessanti. Ma dove c’è l’area disponibile non ci sono i fondi, dove ci sono i soldi non c’è lo spazio, magari ci sono gli investitori ma non c’è un progetto adeguato… Con il presidente del Coni Malagò ne abbiamo parlato, l’importanza di avere impianti su pista sarebbe strategica anche per il discorso sicurezza.

Proprio a tal proposito, ok i velodromi, ma che cosa si può fare per fornire ai genitori impianti più a misura di bambino, come bike park di mtb o impianti per la bmx?

Su questo tema ho intenzione di muovermi soprattutto con i presidenti dei comitati regionali, in particolare con quelli al Sud, per trovare spazi e andare a colmare una lacuna, quella degli impianti di Bmx, ormai storica. Sono costruzioni che hanno costi molto contenuti, se si vuole allestire qualcosa per dare sicurezza ai bambini e soprattutto ai genitori, che così potrebbero portarli come si fa con le piscine. Mi viene sempre in mente l’esperienza di Radaelli, campione del mondo junior: si allena a Garlate, dove non c’era la rampa di partenza (che è la parte che costa di più). I responsabili della società hanno costruito una rampa artigianale con riporti di terra ed è stata più che sufficiente. Vediamo quel che si potrà fare, la strada per un ciclismo più sicuro passa anche da qui.

Look 895 Vitesse, velocità senza compromessi per la pista

27.11.2021
4 min
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Ecco la nuova 895 Vitesse, un concentrato di velocità pronto a essere domato nei velodromi di tutto il mondo. L’ultima arrivata in casa Look punta in alto e lo fa partendo da ciò che sa fare meglio da 30 anni a questa parte. Utilizzando la fibra di carbonio.

La costruzione monoblocco ad alto modulo è orientata senza mezzi termini verso l’efficienza aerodinamica. Tecnicità e storia si fondono e mettono alla luce uno dei modelli più performanti prodotti dall’azienda francese ad un prezzo contenuto. 

Il suo habitat naturale è il parquet della pista grazie anche alle ruote CORIMA WS1 in carbonio
Il suo habitat naturale è il parquet della pista grazie anche alle ruote CORIMA WS1 in carbonio

Rigida e veloce

La 895 Vitesse è un vero e proprio bolide. Per la progettazione, l’ispirazione è arrivata dal modello T20 e dalla 875 Madison. In particolare dal primo è stata presa in prestito la forcella e combinata con l’attacco manubrio integrato e rotativo Carbon Track, disponibile in 18 misure diverse (da 55 a 140 mm). Questo particolare infatti consente un montaggio estremamente preciso, indipendentemente dalla posizione e dallo stile di guida del ciclista.

Il movimento centrale BSA da 68 millimetri è rigido per il massimo trasferimento di potenza. A differenza dal modello T20, non presenta la guarnitura ZED. Questo significa che può essere montato con qualsiasi guarnitura da pista sul mercato per la massima versatilità. Le ruote sono le CORIMA WS1 in carbonio disponibili nelle misure 32, 47 e 58 mm.

Aerodinamica 

L’aerodinamica è studiata per estrarre velocità pura da ogni pedalata. Il design aggressivo si sviluppa tramite tubi sovradimensionati e accuratamente profilati per avvolgere la ruota posteriore per ridurre la resistenza al minimo assoluto. Il tubo sella è completamente integrato per migliorare ulteriormente le prestazioni aerodinamiche.

La fibra di carbonio utilizzata è di fascia alta. Il 20% di carbonio HM (alto modulo) viene utilizzato per ottenere la rigidità necessaria per l’uso in pista. Nel complesso, una bici versatile come la 895 è il 15% più rigida di un telaio per bici da strada. Il carbonio IM (modulo intermedio 65%) e il carbonio HR (alta resistenza, 15%) completano questa composizione per fornire al telaio una resistenza ottima anche quando è sottoposto alle peggiori sollecitazioni durante competizioni. 

Omaggio alla pista

I colori per questo modello sono due, Côte d’Azur e Pro Team Black Mat. Il primo è un chiaro omaggio ai colori della pista con il nero di sfondo graffiato dalle linee che caratterizzano i velodromi. Il secondo è l’iconica combinazione a scacchi dei colori Look. Il telaio è disponibile in quattro taglie (XS, S, M e L). Il prezzo è di 3790 euro

Look

Martina Fidanza attacca e strega velodromo (e avversarie)

21.10.2021
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Il velodromo iridato sembra una discoteca. Si accende e si spegne a seconda dei temporali che si alternano agli squarci di sole su Roubaix. E lo stesso vale per i suoi colori. I grandi finestroni fanno da “interruttore” a questo stadio del ciclismo. Nonostante le restrizioni indotte dal Covid (incredibili anche per noi giornalisti, sembra di essere tornati un anno indietro), la gente non manca sugli spalti.

Ogni volta che scende in pista un francese il tifo si esalta. Ieri però ci siamo esaltati noi con Martina Fidanza. La bergamasca ha vinto l’oro nello scratch, la “gara in linea” della pista. Si parte tutte insieme, 15 chilometri e chi arriva prima vince. 

Fuga da lontano

E come ha vinto, Martina! Fossimo stati su strada potremmo parlare di un attacco solitario a 50 chilometri dal traguardo. E dire che nel clan azzurro avevano tutt’altre idee.

«Vero – ci dice una raffreddata neoiridata – l’idea era di fare e di vivere una gara tranquilla e puntare tutto sulla volata finale, magari anche partendo lunghe per non restare nel caos. Comunque di fare una gara molto più tranquilla a lineare. Poi però a cinque giri dal temine si è aperto un buco e quando sono passata davanti al nostro box Salvoldi mi ha detto di andare. E io l’ho ascoltato.

«Se mi ero accorta del buco? Certo, solo che sapete… cinque giri non sono pochi! Ero un po’ indecisa. Ma dopo la voce di Dino ci ho provato. Ed è andata bene».

In corsa Martina ha sempre gestito con lucidità ogni situazione
In corsa Martina ha sempre gestito con lucidità ogni situazione

Obiettivo ben calibrato

Ed è stato un trionfo. Per due giri sembrava una scena irreale. Sembrava quasi che dietro ne mancassero venti di giri. Anche le altre sono rimaste sorprese: e adesso? Chi va a chiudere? Si sono dette… Ma è bastato il tempo di fare questi pensieri che Martina ormai era scappata. Bella spianata, compatta, potente sulla sua bici. Forse la migliore Martina di sempre. 

«Sì – conferma la Fidanza – credo proprio di sì: la migliore di sempre. Ho avuto davvero delle belle sensazioni in corsa e fuori, soprattutto per questo periodo di fine stagione. Questo era il grande obiettivo dell’anno. Ci abbiamo lavorato molto. Abbiamo lavorato per arrivarci al top e ci siamo riusciti. Anche se adesso ho un po’ di raffreddore. Mi è arrivato questa notte. Già ieri mattina sentivo un po’ di mal di gola, ma è andata bene. Comunque non fa niente. L’importante è tenere duro fino a stasera.

«Com’è stato il feeling con la pista? All’inizio non un granché. Questo anello ha rettilinei molto lunghi e curve strette rispetto alle altre piste. E – aggiunge dopo una breve pausa – non è il massimo per i quartetti».

Martina taglia il traguardo esultando. Alle sue spalle l’olandese Van der Duin e l’americana Valente
Martina taglia il traguardo esultando. Alle sue spalle l’olandese Van der Duin e l’americana Valente

Verso il quartetto

Quartetti: eh già perché non è finita affatto. Tra poche, pochissime ore, la Fidanza tornerà sul parquet francese per la finale dell’inseguimento a squadre. Ed è lecito attendersi ancora qualcosa d’importante. Un quartetto che comincia a diventare di peso internazionale. C’è anche la Balsamo (e dovrebbero esserci la Consonni e la Alzini, la Paternoster ha l’eliminazione in serata). E se è vero che i nomi contano quasi come le gambe…

Martina tuttavia è super serena. «Ah sì, sì – ride – dopo un oro mondiale sono tranquillissima e rilassata! Ma darò il massimo. In ogni caso sarà un quartetto particolare con questa pista. Ci abbiamo messo un po’ per abituarci, soprattutto con i cambi. In qualche modo vanno anticipati, non devi andare troppo in alto e il cambio stesso deve essere invece un po’ più ampio (come a dire più lungo, ndr)».

Noi però ancora abbiamo la testa a ieri. Al momento in cui Martina Fidanza accelera, le altre si guardano e il buco si apre. Un capolavoro tecnico-tattico. E ancora oggi qui in velodromo si parla solo quell’istate. Anche i colleghi stranieri, ci danno una pacca sulle spalle e ci ricordano di ieri: «Che brava Martina!». E i francesi hanno applaudito, anche se non era una delle loro…