Vincenzo Nibali freni a disco diversi

Freni a disco: quale misura preferiscono i pro’?

18.01.2021
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L’introduzione dei freni a disco nelle biciclette da strada ha portato tutta una serie di cambiamenti, che probabilmente non sono ancora finiti. Abbiamo visto che nel ciclocross molti atleti usano dischi con diametro da 140 millimetri al posteriore e all’anteriore, mentre i professionisti della strada si stanno orientando verso il 140 posteriore e il 160 all’anteriore.

In base a quali parametri si sceglie un diametro piuttosto che un altro?

Ne abbiamo parlato con Marco Cittadini, PR & Communication Officer di Shimano Italia, con Mauro Adobati, meccanico della Trek Segafredo che monta Sram e con Vasile Morari, meccanico della UAE Team Emirates che è equipaggiata con Campagnolo.

Nel cross non si frena

Avere i freni in ordine e ben funzionanti è una delle cose più importanti per un corridore. L’introduzione dei freni a disco su strada ha portato anche una serie di variabili assenti con i classici rim brake.
«La scelta del diametro dei dischi è molto curiosa – esordisce Marco Cittadini – nel ciclocross utilizzano molto quelli da 140 millimetri, perché meno freni e meglio è. Inoltre, su molti modelli di telai per avere i 160 millimetri, bisognerebbe montare un piccolo adattatore, che potrebbe creare un fastidio in più soprattutto in presenza di fango. Comunque, per i percorsi da ciclocross il disco da 140 è più che sufficiente».

Julian Alaphilippe con i dischi da mtb
Julian Alaphilippe all’ultimo Tour de France con i dischi XTR
Julian Alaphilippe con i dischi da mtb
Julian Alaphilippe all’ultimo Tour de France con i dischi XTR

La frenata è soggettiva

Passando alla strada cambiano alcune cose.

«La frenata è molto soggettiva – continua Cittadini – e la discriminante è il peso dell’atleta. Inoltre, c’è chi usa solo l’anteriore e chi invece usa entrambi i freni. Con i dischi si ha più modulabilità e si frena in maniera diversa».

Ma a cambiare non è solo la frenata: «L’introduzione dei dischi ha modificato le biciclette, la rigidità dei telai è diversa, le forcelle sono cambiate e anche le ruote sono strutturate in maniera differente, e poi c’è anche il perno passante. Per tutti questi motivi noi consigliamo di utilizzare il 160 anteriore con il 140 posteriore, che assicura un’adeguata potenza frenante».

Dischi da Mtb, perché?

Una curiosità che abbiamo chiesto a Cittadini è perché alcuni atleti, come Alaphilippe, abbiano usato durante la stagione il disco Shimano della serie XTR da mountain bike.
«I dischi da strada – ci spiega – sono più strutturati nella parte interna, perché con le velocità elevate si crea maggiore calore in frenata, quindi c’è bisogno delle alette per disperderlo più velocemente. I corridori che hanno usato i dischi da mountain bike hanno una frenata meno aggressiva e riescono a far scaldare meno i dischi».

Quindi chi ha una frenata più dolce o riesce a ripartirla meglio fra anteriore e posteriore può usare i dischi XTR e avere il vantaggio di qualche grammo in meno in termini di peso.

I freni di VdP e Van Aert

Marco Cittadini ci faceva anche notare che Van der Poel e Van Aert usano i dischi del Dura Ace nel ciclocross– Anche se in teoria le velocità non porterebbero a un surriscaldamento dei dischi, loro preferiscono usare l’assetto stradale anche in quelle condizioni: «E’ una questione soggettiva, legata allo stile di frenata».

Freno a disco Shimano 140 mm
Il disco Shimano Ultegra da 140 millimetri
Freno a disco Shimano 140 millimetri
Il disco Shimano Ultegra da 140 millimetri montato su una bici da ciclocross

Continua evoluzione

Passando in casa Sram abbiamo parlato con Mauro Adobati che è uno dei meccanici del Team Trek-Segafredo, che ha in squadra uno dei migliori discesisti del gruppo: Vincenzo Nibali (foto in apertura).
«I nostri corridori usano tutti il disco da 160 millimetri anteriore e il 140 millimetri al posteriore – ci dice Adobati – da varie prove che abbiamo fatto è emerso che è la soluzione migliore. I ragazzi hanno bisogno di più potenza all’anteriore, anche perché è quello che utilizzano maggiormente».

C’è anche il cambio ruote

E poi c’è la questione di una dispersione migliore del calore: «Un altro vantaggio del disco da 160 millimetri è che disperde di più il calore. E’ logico che sarebbe meglio differenziare le misure dei dischi in base al peso del corridore, ma diventerebbe troppo complicato gestire il cambio ruote. In teoria se fossi un amatore che pesa poco, monterei il 140 anche all’anteriore».

Proprio in merito al cambio ruote il meccanico della Trek ci fa notare un particolare importante: «Quasi tutti i cambi ruote neutrali sono impostati con ruote anteriori con dischi da 160 e posteriori da 140. Questo è un ulteriore motivo per cui si sta andando in questa direzione».

Davide de la Cruz freni a disco Campagnolo
David de la Cruz alla Vuelta con i freni a disco Campagnolo
Davide de la Cruz Freni a disco Campagnolo
David de la Cruz all’ultima Vuelta ha corso con i freni a disco Campagnolo

Dischi anche per la UAE

La soluzione delle misure differenziate è la preferita anche per chi utilizza materiale Campagnolo, come la UAE Team Emirates, che quest’anno sembra indirizzata al pieno utilizzo dei freni a disco in tutte le corse.
«Possiamo dire che lo standard anche per noi è diventato il 160 anteriore con il 140 posteriore – ci spiega Vasile Morari, meccanico della squadra di Pogacar e Trentin – il disco anteriore maggiore da più potenza frenante, cosa che sul posteriore è già ottima con il disco più piccolo». Anche in questo caso oltre alla potenza della frenata si guarda alla capacità di raffreddamento: «Essendo l’anteriore il freno che usano di più, è meglio avere un diametro più grande anche perché si raffredda prima, infatti la superficie maggiore permette di rilasciare il calore più velocemente».

Tadej Pogacar

Vasile ci spiega la Colnago di Pogacar

23.09.2020
3 min
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Nella recente vittoria di Tadej Pogacar al Tour de France è stato dato molto risalto alla sua Colnago V3Rs tutta gialla. Noi di bici.PRO abbiamo fatto però un passo indietro e approfondito le scelte tecniche del giovane campione sloveno con il meccanico Vasile Morari, che lo ha seguito nella cavalcata che lo ha portato in giallo ai Campi Elisi.

Tadej Pogacar
Con Hilario Coelho, altro meccanico della Uae
Tadej Pogacar
Alla partenza verso il Col de la Loze, con Hilario Coelho, altro meccanico della Uae

Anche Pogacar con i dischi

Per iniziare diciamo che per tutta la durata del Tour, Pogacar ha pedalato sulla stessa bici. La taglia è un 50 di Colnago che corrisponde circa ad un 54. Un fattore che invece è cambiato durante la corsa francese è la scelta del tipo di freni, come ci ha confermato Vasile Morari. 

«In alcune tappe più pianeggianti – ci ha detto – Pogacar ha optato per la versione con i freni a disco, mentre per le tappe con salita ha utilizzato la V3Rs con i caliper». 

Assetti diversi

Un aspetto molto interessante che è emerso parlando con il meccanico della Uae Team Emirates è che Pogacar non ha particolari richieste, ma utilizza il materiale più leggero nelle tappe di salita e più aerodinamico in quelle pianeggianti.

«Durante il Tour de France – ha spiegato Vasile – ha scelto di usare le ruote Bora Ultra con i tubolari nelle tappe con le salite, mentre ha utilizzato le Bora WTO con i tubeless nelle tappe più veloci. Solitamente – ha aggiunto –utilizza le Bora Ultra con due profili differenti all’anteriore la ruota da 35 millimetri e al posteriore da 50 millimetri. Questa scelta gli conferisce più rigidità al posteriore e non c’è una grande differenza di peso rispetto ad avere la coppia da 35 millimetri».

Mentre la scelta di montare il profilo più basso anche al posteriore «è stata fatta solo quando si dovevano affrontare salite molto lunghe». 

Anche per quanto riguarda i rapporti le opzioni sono state due.
«Nelle tappe pianeggianti – ci ha spiegato il meccanico della Uae – Pogacar montava un 39-53 all’anteriore con un pacco pignoni 11-29, mentre nelle frazioni montuose preferiva avere un 36-53 con un pacco pignoni 11-32».

Questi ultimi rapporti sono stati gli stessi che ha usato anche nella scalata alla Planche des Belles Filles. La parte pianeggiante della cronometro «l’ha affrontata con un 58 all’anteriore con un pacco pignoni 11-29». 

Tadej Pogacar
Pogacar con le Bora WTO per una tappa veloce
Tadej Pogacar
In partenza per la tappa di Lione con le Bora WTO: una scelta all’insegna della velocità

Manubrio e sella sempre uguali

Per quanto riguarda il manubrio e la sella il campione sloveno ha utilizzato sempre gli stessi materiali.
«Come manubrio utilizza l’AlaNera di Deda Elementi che gli piace molto in quanto è rigido e leggero allo stesso tempo – continua Morari – mentre la sella è la Scratch M5 di Prologo».

In definitiva Morari ci ha confermato che Pogacar non ha pretese particolari. Ma cambia l’assetto della bicicletta in base al percorso e alle condizioni meteo della giornata.