Montecarlo non è solo la residenza di molti dei più affermati professionisti, dal punto di vista ciclistico il Principato si sta mettendo in luce anche attraverso una società giovanile, l’Uc Monaco che agisce nel campo delle formazioni juniores e under 23 e che in questo contesto ha affrontato tutte le principali gare del calendario Uci. In questo caso non sono tanto i risultati a spiccare, seppur interessanti nel massimo contesto internazionale, quanto l’esperienza in sé per ragazzi in via di maturazione, ciclistica, ma soprattutto umana.
La prima cosa che salta agli occhi è che nel team non c’è alcun ragazzo monegasco e un solo francese, Jacques Robbins. In compenso ci sono due italiani in un contesto che più internazionale non si può, con 11 corridori di ben 8 nazioni differenti. Se Simone Alassio è un nuovo acquisto, Tommaso Tessiore è al suo secondo anno e attraverso di lui entriamo in casa dell’Uc Monaco scoprendo una realtà molto interessante.
Quel che colpisce è che siamo di fronte a una sorta di piccola comune multietnica, dove i ragazzi sono chiamati alla completa autogestione: «Viviamo insieme in appartamenti con gruppi da 3 o 4. Facciamo colazione insieme, poi si esce per l’allenamento, individuale o di gruppo in base a quel che si deve fare, nel pomeriggio si studia e si fanno le faccende domestiche, rispettando sempre i turni. Magari chi ha avuto sedute di allenamento pesanti viene sostituito e recupererà il suo turno a favore di un compagno».
Sembra una sorta di Grande Fratello in piccolo, senza però nomination…
Per certi versi è così, ma quel che conta è che davvero viviamo insieme, cementiamo la nostra unione nella vita quotidiana e questo si riverbera nelle gare, dove corriamo veramente come una squadra, aiutando chi quel giorno ha la gamba o le caratteristiche per ottenere un risultato. Credo che sia questo il privilegio maggiore, l’insegnamento che stiamo apprendendo in questa bellissima esperienza. Inoltre è favoloso condividere culture e idiomi diversi, è qualcosa che ti fa crescere. Nel giorno di riposo magari si esce tutti insieme anche solo per un caffè al bar, ma ha un valore di socialità enorme.
Come sei arrivato a loro?
Io correvo nella società della mia famiglia, la Cicli Tessiore di Ivrea. Avendo qualche buon risultato al primo anno junior, sono arrivato al team monegasco tramite contatti. Purtroppo la mia prima stagione non è stata molto fortunata, una frattura e un virus hanno inficiato un po’ i risultati, ma dal punto di vista ciclistico credo di essere migliorato tanto.
Dove siete posizionati con i vostri appartamenti?
Siamo un po’ fuori Monaco, a una decina di chilometri, ma è già territorio francese. Per essere in città abbiamo 10 chilometri in discesa che sono sempre un bell’allenamento, tecnico quando si va e di forza quando si torna. Il bello comunque è che da queste parti si trovano sempre tracciati diversi e questo è utilissimo per tutti i lavori che bisogna fare. A me piace anche il fatto che l’Italia sia a breve distanza, ogni tanto mi piace tornare verso casa, scambiare due parole in italiano.
C’è qualcuno tra di voi che spicca maggiormente per risultati?
Diciamo che siamo tutti abbastanza livellati, il migliore probabilmente è Maksym Bilyi, campione ucraino U23 nel 2021. Quest’anno non ha potuto difendere il titolo per le note vicende, viene da Mykolaiv e la guerra anche se da lontano l’ha molto toccato.
Come sono i rapporti con i vostri direttori sportivi?
Loro vengono un paio di volte a settimana, per seguirci nei nostri allenamenti lunghi e portarci la spesa settimanale (anche questo fa un po’ Grande Fratello…). Poi ci danno le indicazioni per le gare da fare ed è sempre un calendario molto impegnativo. Magari non abbiamo ancora ottenuto grandi risultati, ma correre le gare più competitive e qualificate è la maniera migliore per crescere.
Alassio: lo studio e l’avventura
Dal 2023 in squadra ci sarà un altro italiano, Simone Alassio, proveniente da un piccolo paese dell’entroterra imperiese. La sua esperienza sarà però un po’ diversa da quella di Tessiore, almeno inizialmente: «Devo completare il mio ciclo di studi, a giugno avrò gli esami di maturità da geometra e siamo d’accordo con il team che fino ad allora rimarrò a casa per studiare, poi d’estate sarò più presente e magari mi trasferirò».
Tu come sei arrivato al team monegasco?
E’ stato il mio allenatore alla Ciclistica Bordighera a convincermi a fare quest’esperienza dopo aver preso contatti con il team. Ho firmato per due anni proprio perché voglio provarci fino in fondo, ma dopo aver raggiunto il traguardo del diploma scolastico, poi mi concentrerò sul ciclismo.
Che tipo di corridore sei?
Penso di essere abbastanza completo, ma con ampi margini di miglioramento. Mi piacciono i percorsi mossi e credo di poter crescere con l’aumentare dei chilometri. Quest’anno ho fatto molti piazzamenti dall’11° al 20° posto, diciamo che mi è mancata la punta di rendimento, ma considerando che ho preso anche il covid posso dirmi soddisfatto.
Il passaggio all’Uc Monaco rappresenta un salto importante, sei preoccupato?
Da un lato forse sì, perché so che saranno tutte gare di altissimo valore, ma dall’altro è anche uno stimolo, ho sempre sognato di poter correre gare internazionali. Questa è una grande opportunità per fare nuove esperienze e crescere, andare fuori dall’Italia credo che sarà davvero un bene. Nel periodo di Natale affronterò il primo breve ritiro con i nuovi compagni di squadra, avrò modo di conoscerli e non vedo l’ora…