Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test

Tubeless o camera d’aria, quale è più veloce? I dati del nostro test

25.11.2025
6 min
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Oltre le preferenze individuali. Una volta su strada un tubeless è più veloce di un copertoncino con camera d’aria in TPU di ultima generazione? Il nostro non è un test empirico, al tempo stesso non è scientifico, ma si basa su dati effettivi che abbiamo catalogato durante le nostre prove, reali su strada.

Si argomenta su diversi fronti la ricerca strenua della prestazione, dei numeri e di quanto le nuove soluzioni tecniche siano vantaggiose, facendo guadagnare velocità e risparmiare energie. Oltre le cifre da etichetta, ci siamo messi alla prova. E’ solo una questione di numeri, oppure anche le sensazioni possono avere il loro peso e la loro importanza? Ecco cosa abbiamo rilevato.

Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test
La sezione battezzata è stata quella da 28
Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test
La sezione battezzata è stata quella da 28

Pirelli PZero Race RS, TLR e tube type

Abbiamo scelto di sviluppare questo test prendendo come base di lavoro la sezione 700×28, una sorta di misura universalmente riconosciuta (ad oggi) e accettata da tutti (più o meno). Stessa tipologia di pneumatico Pirelli, ovvero il PZero Race RS, ovviamente nelle due versioni, TLR tubeless ready e quello tube type specifico “solo per le camere d’aria. Non abbiamo usato le camere in butile, ma le nuove in TPU della categoria RS. Medesima bicicletta per entrambe i test, stesse ruote e misuratore di potenza.

Si tratta di un test eseguito nel mondo reale del ciclismo pedalato, non quello dei dati virtuali. A prescindere dal tratto di strada, la forma di sviluppo della prova può essere mutuata e replicata da chiunque, in qualunque situazione. Per quanto ci riguarda abbiamo individuato un tratto di strada in salita (usato normalmente per i test di materiali e bici in genere): 4,87 chilometri con un dislivello positivo di 225 metri. In salita perché era necessario filtrare quante più variabili possibili.

Inoltre è necessario documentare la differenza di peso tra le due configurazioni. 670 grammi per i pneumatici tubeless ready, con 60 cc di liquido in totale e le due valvole (da 60 millimetri). 530 grammi con i due copertocini, abbinati alle due camere in TPU SmartTube RS (valvola da 80): 140 grammi di differenza.

Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test
Ci siamo divertiti a mettere a confronto i due setting, sempre a parità di base di lavoro
Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test
Ci siamo divertiti a mettere a confronto i due setting, sempre a parità di base di lavoro

I numeri del test

Ci siamo basati su una potenza media di 300 watt in entrambe le prove. Con l’abbinamento copertoncino/SmarTube RS in TPU abbiamo percorso il tratto in salita in 12 minuti e 42 secondi ad una velocità media di 23 chilometri orari. Con la configurazione tubeless il tempo è stato di 12 minuti e 38 secondi. La velocità media di è stata di 23,1.

Quattro secondi risparmiati in meno di 5 chilometri a parità di tutto, di setting, condizioni meteo e naturalmente gestione della prova. Un’enormità se i 4 secondi fossero moltiplicati per una distanza di 100 chilometri e 1.500 metri di dislivello.

Le sensazioni

Nel complesso abbiamo percorso diversi chilometri, splittando da una configurazione all’altra. Il tubeless è presente ormai ovunque nel corso dei nostri bike test, fattore che ci offre un vantaggio nella lettura ed interpretazione delle sensazioni. A parità di categoria (le gomme Pirelli RS appartengono ad un segmento performance) i tubeless ready offrono un range molto più ampio in fatto di gestione delle pressioni. Non si tratta solo di peso del ciclista, ma tipologia di ruote e loro canale interno, larghezza effettiva dello pneumatico una volta montato sul cerchio, feeling soggettivo. I tubeless si adattano (quasi) sempre. Hanno una maggiore capacità di filtrare, dissipare e spalmare su una superficie più ampia le vibrazioni e se gonfiati alla giusta pressione, difficilmente trasmettono l’effetto rebound o di eccessiva secchezza.

La parte negativa è principalmente legata alle fasi di montaggio, tallonatura e gestione del liquido anti-foratura (sempre obbligatorio), che deve essere di buona qualità. Talvolta far tallonare un tubeless è faticoso e può essere necessario uno strumento (compressore) per dare la prima botta secca allo pneumatico. Il liquido al suo interno dovrebbe essere controllato almeno una volta ogni due settimane. Un tubeless mostra la sua piena efficienza se controllato sistematicamente.

Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test
Liquido addensato e indurito all’interno del tubeless, un fattore da considerare
Tubeless o camera d'aria, cosa è più veloce? I dati del nostro test
Liquido addensato e indurito all’interno del tubeless, un fattore da considerare

Minor peso non è sinonimo di velocità

I copertoncini con camere d’aria in TPU fanno risparmiare dei grammi, sono più semplici e veloci da montare un po’ per tutti. Il binomio è molto più secco nelle risposte (se messo a confronto con i tubeless), ha un range ridotto di pressioni ottimali di esercizio e subisce molto di più i rigori dell’asfalto. Il potere dissipante è ridotto. Può essere vantaggioso per chi ama risposte immediate e molto dirette da parte delle gomme.

Rispetto a un tubeless (considerando anche la pessima qualità media delle nostre strade) si fora più facilmente, anche se una camera in TPU è superiore ad una in butile, per qualità, peso, tenuta e longevità. Se dovessimo pensare ad una configurazione copertoncino/camera d’aria, ad oggi ci risulta complicato considerare il butile. Un tube in TPU è decisamente superiore e anche più sicuro.

In conclusione

Non è solo una questione di velocità e di tempi di percorrenza che si riducono. Uno pneumatico tubeless ready è una sorta di all-round, prescindere dalla categoria dello pneumatico. E’ adatto a differenti situazioni e proprio l’ampio range di pressioni di esercizio lo rende “plasmabile” a tante categorie di utenza. Con un tubeless da strada è possibile percorrere tanti chilometri anche con pressioni ridottissime, impensabili per un copertoncino. La nota negativa del tubeless resta ancora oggi il liquido sigillante anti-foratura. E’ davvero un impiastro. Al tempo stesso però, permette di chiudere un foro quando si pedala e spesso ci si accorge di aver bucato solo a fine giro.

Oggi come oggi una configurazione con la camera pone dei limiti. Facciamo nostra una considerazione di Samuele Bressan, Product Manager di Pirelli. «Copertoncino e camera d’aria oggi – ci ha detto – hanno un senso per quell’utenza che utilizza la bici poche volte in un arco temporale di più giorni. Questo lasso di tempo può essere uno svantaggio per i tubeless e per gli accumuli di liquido anti-foratura che si possono creare».

Un altro aspetto da considerare, a nostro parere, è la possibilità di montare una camera d’aria in TPU combinandola ad uno pneumatico tubeless. La gomma ha uno spessore maggiore rispetto ad un copertoncino classico, offre garanzie più alte in fatto di protezione, è più longevo e si può evitare di usare il lattice.

Pirelli

Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR

Le stagioni sono 4 come il nuovo Challenge 4 Stagioni XP TLR

12.11.2025
5 min
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Challenge amplia il listino degli pneumatici tubeless ready da utilizzare sempre, in ogni stagione. 4 Stagioni è il nuovo pneumatico che integra la soluzione XP della mescola, mutuata dal segmento gravel.

Parliamo di uno pneumatico dalla qualità altissima e dalle elevate peculiarità tecniche, un TLR fatto a mano. E’ molto più che un tubeless per il training intenso e una gomma rinforzata, va ben oltre il concetto di pneumatico endurance. Challenge 4 Stagioni è una tipologia di tubeless performante, più robusto, rinforzato e longevo. Entriamo nel dettaglio di questo tubeless interessantissimo e della nostra prova.

Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR
Come si presenta e le differenze di porosità del battistrada
Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR
Come si presenta e le differenze di porosità del battistrada

Challenge 4 Stagioni TLR, come è fatto

4 Stagioni TLR è un tubeless ready che adotta una carcassa da 260 Tpi (260 fili per pollice quadrato). Il tessuto viene chiamato SuperPoly, è molto utilizzato anche in ambito tessile per le sue prestazioni elevate. E’ parecchio longevo e per la sua costruzione sono impiegati filamenti di poliestere di alta qualità, di prima scelta, solido e corposo al tempo stesso. Inoltre ha un peso specifico ridotto.

Partendo dal cerchietto, è il primo tubeless Challenge road che utilizza una sorta di aggiornamento, soluzione voluta per ampliare la compatibilità con i cerchi hookless. Più in generale, la sua costruzione è anche una sorta di nuovo corso Challenge. 4 Stagioni TLR adotta il disegno Easy-Fit che facilita il montaggio al cerchio ed il relativo tallonamento.

Lo pneumatico abbina la tecnologia XP di rinforzo alla soluzione classica. Si tratta di uno strato aggiuntivo al sistema di protezione Corazza Silver (protegge i bordi) e Gold Armour (fascia lo pneumatico da cerchietto a cerchietto), il tutto per un tubeless è perfetto anche nel mantenere la forma. Infine la mescola Smart Hydro, sviluppata per garantire grip anche in situazioni di bagnato ed umido. XP non è solo un valore aggiunto al concetto di protezione e durata, ma diventa una vera e propria categorizzazione della gomma.

Nuovo design del battistrada

Challenge 4 Stagioni TLR è una sorta di semi-slick. Al centro non ha intagli particolari, ma due linee che lo solcano e generano una sorta di porosità appena accennata dello pneumatico. Ai lati si alternano degli intagli ad una sorta di frecce ed anche in quest’ultimo caso la porosità del battistrada cambia. L’obiettivo è di garantire grip e stabilità in diverse situazioni.

Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR
In velocità gli intagli laterali spariscono e restano le due linee centrali
Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR
In velocità gli intagli laterali spariscono e restano le due linee centrali

Il nostro test

La prova ha avuto come soggetto la sezione da 28 (resta la curiosità di provare un 30). Il 28 resta una larghezza molto interessante in fatto di versatilità, performance all-round e anche nell’ottica di chi non ama spingersi oltre con tubeless troppo panciuti. Se pur molto differente dal modello Criterium RS (dalla costruzione, al concetto di base, fino all’effettiva resa tecnica), anche il nuovo 4 Stagioni conserva quella elasticità che fa parte del DNA Challenge. Ci piace molto.

E’ un aspetto non banale che si traduce in una grande capacità di smorzamento delle vibrazioni, nell’adattamento dello pneumatico e nella capacità di sopportare (e supportare) un ampio range di pressioni, a favore di un comfort funzionale e scorrevolezza. Tutto questo in una gomma tubeless ready è possibile? Sì, perché se dovessimo fare un accostamento, sarebbero da prendere in esame i tubolari, oppure i tubeless costruiti con carcassa in cotone. Questo è uno pneumatico Challenge ed è anche per questo motivo che possiamo chiamarlo tubolare aperto.

Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR
Su un canale da 23 di larghezza lo pneumatico si allarga a 30 millimetri
Le stagioni sono 4, uno pneumatico, Challenge 4 Stagioni XP TLR
Su un canale da 23 di larghezza lo pneumatico si allarga a 30 millimetri

4 Stagioni TLR può non essere immediato se si proviene da una categoria di pneumatici che per semplicità definiamo “sintetici”. Secchi e diretti che spesso elargiscono prestazioni del tipo “on-off”. E’ un Challenge sostanzioso e pieno, ha un battistrada pastoso al tatto, bello spesso ed è facile da montare anche su cerchi hook con canale da 23 (molto più semplice rispetto ad un Criterium RS, il lavoro fatto grazie all’Easy-Fit si vede, si sente eccome). Tenuta e scorrevolezza in genere non si discutono, ma i due valori aggiunti sono il fatto di non variare il feeling anche quando l’asfalto è freddo, oltre a mostrare un grip eccellente anche sul bagnato, superiore alla media.

Le pressioni ottimali

Oltre ad eventuali preferenze soggettive, legate principalmente alle risposte che si vogliono ottenere dal binomio ruota/pneumatico, a nostro parere il gonfiaggio di riferimento è intorno alle 4,5 atmosfere per un ciclista di 66 chilogrammi. Poco più o poco meno tra anteriore e posteriore, poco più o poco meno tra asciutto e bagnato.

Non è poca cosa ed è un altro vantaggio che si ottiene da uno pneumatico robusto e sostanzioso, ben protetto, ma con uno scheletro (carcassa) che si modella volta per volta. Non è necessario agire continuamente sulle pressioni di gonfiaggio, neppure quando la pedalata cambia fisionomia per via del meteo.

Disponibilità e prezzi

Challenge 4 Stagioni XP Handmade TLR è disponibile in 5 larghezze: 28 e 30, 32 e 35, 38. Due le colorazioni, total black oppure con i fianchi beige (tan). Il prezzo di listino è di 84,90 euro.

Challengetires

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65

Swiss Side Hadron3 650 Classic, veloci e gratificanti

28.10.2025
7 min
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Abbiamo provato le ruote Swiss Side Hadron3 650 nella versione Classic, ovvero quelle con il profilo da 65 millimetri e con i mozzi che si basano sulla meccanica dei DT Swiss 370.

Chi partiva con qualche remora (giustificata se contestualizzata in un’epoca passata) ora dovrebbe cambiare idea. Le ruote con profili altissimi offrono dei vantaggi non secondari e, prodotti ben congegnati come le Swiss Side, sono divertenti e anche piuttosto facili da guidare. Entriamo nelle specificità della nostra prova, eseguita con una doppia configurazione.

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Quella famiglia di ruote che invitano a fare velocità
Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Quella famiglia di ruote che invitano a fare velocità

Hadron3 650 Classic: il dettaglio

La serie Classic di Swiss Side adotta la medesima tecnologia di sviluppo della Ultimate, ma è resa “più democratica” per scelte differenti di alcuni componenti. Ci sono i mozzi in alluminio con meccanica DT Swiss 370 (sempre con Rachet System interno al mozzo posteriore e cuscinetti sigillati con sfere in acciaio), raggi in acciaio (DT Swiss) Aero Comp con incrocio in seconda ed un cerchio full carbon da 65 millimetri di altezza. Il cerchio è quello di ultima generazione: è tubeless ready con uncino (non hookless) ed ha un canale largo 22 (la larghezza complessiva è di 29). Il canale prevede l’impiego del tubeless tape. Un cerchio con questo shape è ottimizzato anche per coperture fino a 32 millimetri di sezione.

Una delle particolarità di queste ruote è il sistema combinato ruota/pneumatico, possibile grazie ad una installazione di fabbrica con i pneumatici Continental/Swiss Side (come nella versione usata per il test). Dietro abbiamo un “classico” GP5000s TR da 30 millimetri, che prevede il montaggio originale con la camera d’aria in TPU (da notare che lo pneumatico è tubeless ready). Davanti c’è un Swiss Side Aero111 da 29, gomma dal disegno e shape particolari, marcatamente aero concept, prodotta da Continental su specifiche Swiss Side. Anche in questo è tubeless ready ed è montata in originale con la camera in TPU. Il peso (rilevato) della coppia con gomme e camere montate è di 2470 grammi. Il prezzo di listino (al netto di eventuali sconti spesso disponibili sul sito Swiss Side) è di 1495 euro.

Test doppio: camere poi tubeless

Proprio così, non ci siamo fermati alla singola prova, ma abbiamo voluto capire come può funzionare una “ruotona” del genere con un setting differenti di pneumatici. Prima la prova in originale, poi con la configurazione tubeless (tolte le camere ed inserito il liquido).

Stesso giorno di lavoro, stesso percorso e medesima bici usata per il test finale dal quale abbiamo estrapolato i dati. 10 chilometri esatti, un vallonato leggero e comunque lineare in modo da minimizzare le variabili ambientali. 30 metri circa di dislivello positivo in modo da sfruttare anche la velocità generata dalle Hadron3. Vento a 3 chilometri orari rilevato per tutto il test e 15° come temperatura esterna.

I numeri del test con le camere d’aria in TPU

2.925 grammi rilevati per le Hadron3 pronte per la messa su strada. Dischi da 160/140, camere in TPU Continental con valvola da 80 (37 grammi ciascuna). 300 watt medi per un rapporto fisso 54/16. Tempo di percorrenza rilevato 15 minuti e 38 secondi. Velocità media di 38,4.

La prova con il montaggio tubeless

Abbiamo rilevato il medesimo valore alla bilancia del montaggio. 2.925 grammi anche per il setting tubeless. Valvole da 80 millimetri e 30 cc di liquido sigillante per ogni gomma. In entrambe le prove la partenza è stata da fermo. Cosa ci dicono i numeri del setting tubeless? Che siamo stati più veloci di 12 secondi con i 1526″ secondi rilevati a parità di tutto. La media oraria è stata di 39 chilometri orari con i tubeless.

Alcune considerazioni relative alle Hadron3 650

Il risparmio di tempo con il setting tubeless è lampante. 12 secondi possono non sembrare molti. Se però andiamo nel dettaglio e quantifichiamo sono poco più di un secondo al chilometro per soli 10 chilometri di test. Se il test fosse stato di 60/80 chilometri il tempo risparmiato sarebbe esponenziale. Non solo, perché ad una velocità più elevata la configurazione tubeless permette un maggiore e migliore controllo, dissipazione aumentata delle vibrazioni che arrivano dal basso. Un maggiore controllo e fluidità della bici soprattutto sull’avantreno, anche e soprattutto in discesa e quando è necessario cambiare traiettoria ad alta velocità.

Il test completo delle Swiss Side da 65 ha previsto anche giornate di utilizzo collinare. Salite e discese, percorsi vari mediamente tecnici, ben coscienti del fatto che un profilo del genere trova la sua massima sfruttabilità ad andature elevate e senza eccessive complicazioni ambientali.

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Sono oggettivamente un bel vestito per la bici
Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Sono oggettivamente un bel vestito per la bici

In conclusione

Le Hadron3 650 Classic sono l’esempio di quanto una ruota alta moderna possa essere facile, molto più che in passato, gratificante e anche sfruttabile. Non siamo qui ad affermare che sia un prodotto dedicato a tutti i ciclisti, ma di sicuro abbatte alcune convinzioni che arrivano dal passato e relative a queste categorie di strumenti dedicati alla ricerca della performance. Non obbligano ad arpionare il manubrio quando si cambia direzione e non mostrano effetti negativi sullo sterzo della bici. Aiutano a mantenere una velocità elevata e spingono a dare gas quando la stessa andatura è già alta (comunque oltre i 40 chilometri orari). In discesa quando si oltrepassa il muro dei 55 chilometri orari diventano un boost e si attiva una sorta di effetto volano facile da percepire, quello che non avviene (ad esempio) con profili da 38.

Ovviamente non sono ruote da salita e quando le velocità sono piuttosto basse necessitano di molta energia, forza ed impegno per essere rilanciate nel modo adeguato. Il prezzo di listino. Lo troviamo adeguato, quasi vantaggioso, considerando proprio la versione Classic e la categoria di utenti potenziali, che non hanno il peso ridotto come pallino, ma pretendono velocità ed efficienza.

Swiss Side

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Risponde Samparisi

21.10.2025
4 min
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I tubeless hanno delle peculiarità, sono utilizzati anche in ambito ciclocross, perché agli atleti piace sperimentare e perché le aziende spingono forte su questa tecnologia. Per gli agonisti, per chi ricerca una resa tecnica ai massimi livelli il tubolare resta ancora oggi il riferimento.

Per meglio contestualizzare il confronto tra le due famiglie di pneumatici e per farci argomentare qualche malizia, ci siamo rivolti a Simone Samparisi. Simone è General Manager del Team SMP di cui tra gli altri fanno anche parte i fratelli Nicolas e Lorenzo. Il partner tecnico è Challenge.

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Il ciclocross resta l’unica disciplina dove il tubolare è un must, inarrivabile in fatto di resa tecnica (foto Samparisi)
Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Il ciclocross resta l’unica disciplina dove il tubolare è un must, inarrivabile in fatto di resa tecnica (foto Samparisi)
Avete accesso a tutta la gamma Challenge, tubolari e tubeless ready?

Sì, abbiamo in dotazione tutte le coperture cx che l’azienda ha inserito nel catalogo ufficiale. L’utilizzo vero e proprio è legato prima di tutto alle gare, alla tipologia dei percorsi e terreni, anche alle preferenze, diverse soprattutto tra Nicolas e Lorenzo.

Chi tubeless e chi tubolare?

Lorenzo utilizza i tubeless Challenge ormai da due anni, Nicolas rimane con la preferenza verso i tubolari.

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Nicolas resta fedele ai tubolari
Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Nicolas resta fedele ai tubolari
Il tubeless può avere un futuro nel ciclocross?

E’ una tecnologia e una famiglia di coperture che abbiamo investigato e cercato di approfondire il più possibile, per diverso tempo ed in contesti differenti. Non ci siamo fermati alle prime difficoltà, ma credo che ci sia comunque un grande gap da colmare rispetto al tubolare.

Spiegaci meglio…

Utilizzare e sfruttare appieno un tubeless nel cross è più complicato, perché non è conveniente scendere al di sotto di determinate pressioni, altrimenti si rischia di stallonare lo pneumatico dal cerchio. Il tubolare permette di scendere anche 0,5 bar in situazioni estreme, ma dove lo pneumatico garantisce grip. E’ un esempio estremo, è fattibile e rende molto bene l’idea, a mio parere, di cosa stiamo parlando.

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Terreni, ma anche stili di guida differenti dettano la scelta delle gomme
Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Terreni, ma anche stili di guida differenti dettano la scelta delle gomme
I tubolari nel cross restano un must?

E’ così. Un tubolare nel cross ti offre la certezza del risultato e nel corso di tanti anni, di diverse evoluzioni, anche la scelta si è ampliata offrendo tante alternative. Pensiamo alle carcasse sintetiche, a quelle in cotone, fino ad arrivare alla seta, senza poi dimenticare le mescole e tassellature. Il tubeless nel ciclocross è una tecnologia relativamente nuova che però ha il limite della pressione di utilizzo. Resta il fatto che montare un tubeless in alcune situazioni può offrire dei vantaggi. Mi viene in mente la neve di Vermiglio di due anni addietro.

Lorenzo usa i tubeless abbinati agli inserti?

Assolutamente sì e non è solo una questione di sponsor. Utilizza un modello run-flat che offre un aiuto al sostegno dello pneumatico, evita che quest’ultimo vada a sbattere in modo controproducente sul cerchio. In caso di foratura o perdita eccessiva di pressione permette di arrivare ai box.

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Con i tubeless è “quasi” d’obbligo il binomio con l’inserto (foto Samparisi-Billiani)
Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Con i tubeless è “quasi” d’obbligo il binomio con l’inserto (foto Samparisi-Billiani)
All’inizio hai parlato di investigazione della tecnologia. Ci puoi spiegare?

In ambito ciclocross abbiamo affrontato l’argomento tubeless anche per praticità, visto che corriamo anche nella mtb dove esiste solo il tubeless. Ben coscienti della novità tubeless nel cross abbiamo cercato di avere quanti più dati possibili per valutare ed avere dei confronti reali tra tubolari e tubeless. Avevamo approcciato anche un discorso di telemetria, poi abbandonato per le tante variabili in gioco. Una gara di ciclocross cambia ogni volta, non è una pista in asfalto.

Esiste ancora la stagionatura degli pneumatici, considerando anche i tubeless?

Tutti gli pneumatici andrebbero conservati in ambiente secco e per quanto possibile con temperatura controllata, quantomeno costante, senza sbalzi eccessivi. L’umidità ha una grande importanza e influisce sull’integrità dello pneumatico.

Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Il limite di un TLR nel cross sono le pressioni di esercizio (foto Samparisi)
Tubeless vs tubolari nel ciclocross. Samparisi risponde
Il limite di un TLR nel cross sono le pressioni di esercizio (foto Samparisi)
Per concludere. Tubeless nel ciclocross, sì o no?

Sì, ma come detto in precedenza ha dei limiti anche se spicca per praticità ed eventuali costi ridotti, rispetto ai tubolari. Ma in fatto di performance mi piace fare un paragone. Un tubeless da ciclocross è al pari di una gomma da Superbike, il tubolare resta lo pneumatico da MotoGP, dove tutto è al limite per cercare un resa tecnica ai massimi livelli e senza compromessi.

Terreno Endurance CX pneumatici Vittoria

Terreno Endurance CX, i nuovi pneumatici da ciclocross di Vittoria

10.10.2025
3 min
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Vittoria ha appena presentato la nuova gamma Terreno Endurance CX, la sua nuova linea di pneumatici da ciclocross. Si tratta di coperture con 4 diversi battistrada, da quelli pensati per i terreni compatti fino a quelli più fangosi, con tutti i vantaggi del tubeless-ready. Inoltre Vittoria ha anche presentato il nuovo inserto Air-Liner Cyclocross, specifico per questo tipo di pneumatici.

Terreno Endurance CX pneumatici Vittoria
I nuovi Terreno T80, con battistrada per terreni misti
Terreno Endurance CX pneumatici Vittoria
I nuovi Terreno T80, con battistrada per terreni misti

Classificazione da 10 a 90, a seconda del terreno

La nuova gamma introduce la stessa logica già applicata da Vittoria nel gravel, cioè la classificazione con cifre crescenti in base ai diversi terreni, dal più al meno scorrevole. Il primo è il Terreno T10, con battistrada centrale completamente liscio, cioè ideale per i percorsi più compatti e veloci. Il secondo è il Terreno T30 pensato per le gare in condizioni di sterrato leggero, simile ad un normale copertoncino gravel.

Il terzo, il Terreno T80, presenta invece una tassellatura più aggressiva, ideata per i terreni impegnativi e misti (quest’ultimo è presentato anche con la mescola Sport, più economica). L’ultimo pneumatico è il Terreno T90, quello con battistrada più cattivo e tasselli più profondi e distanziati, per i terreni pesanti e fangosi.

Terreno Endurance CX pneumatici Vittoria
Il nuovo inserto Air-Liner Cyclocross, realizzato appositamente per questi pneumatici
Il nuovo inserto Air-Liner Cyclocross, realizzato appositamente per questi pneumatici

Mescola Endurance e l’Air-Liner Cyclocross

Come suggerisce il nome, la nuova gamma Endurance Terreno CX utilizza la mescola Graphene Endurance, già collaudata da Vittoria, il miglior compromesso tra durata e prestazioni.
Inoltre su tutti gli pneumatici sono presenti la protezione laterale Bead Shield e un layer antiforatura sotto il battistrada, per minimizzare il rischio di forature.

Come accennavamo all’inizio, assieme ai nuovi pneumatici Vittoria ha presentato anche un nuovo inserto compatibile con il sistema tubeless-ready. Si tratta di Air-Liner Cyclocross, realizzato in schiuma leggera (pesa solo 50 grammi).
L’inserto agisce come protezione contro gli impatti, riducendo il rischio di pizzicature quando si utilizzano pressioni basse, come nei terreni fangosi. Un altro vantaggio fondamentale è la capacità “run-flat grazie alla quale la schiuma si espande in caso di foratura, permettendo comunque di terminare la gara.

Terreno Endurance CX pneumatici Vittoria
Tutta la nuova gamma è presentata in versione pieghevole, oltre che TLR
Terreno Endurance CX pneumatici Vittoria
Tutta la nuova gamma è presentata in versione pieghevole, oltre che TLR

Misure e prezzi

I Terreno T10 sono disponibile nella sezione da 32mm, i Terreno T30 nelle sezioni da 31 e 33 mm, mentre sia i Terreno T80 e i Terreno T90 sono disponibili soltanto nella versione da 33mm.
Il prezzo è uguale per tutti: si trovano nel sito di Vittoria a 58,95 euro. L’inserto Air-Liner Cyclocross invece ha una misura unica 31-33mm, e il prezzo è di 59,95 euro.

Vittoria Tyres

Machvolt Pro G5 copertoncino da gara CST Tires

Machvolt Pro G5, il nuovo copertoncino da gara di CST Tires

20.09.2025
3 min
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Tra le molte novità presentate al recente IBF di Misano c’è stato anche lo pneumatico Machvolt Pro G5 di CST Tires. Si tratta di un copertoncino tubeless ready da 28 mm studiato per le competizioni su strada, reattivo e leggero, con una protezione antiforatura.

CST Tires Misano 2025
Lo stand di CST Tires all’ultimo IBF di Misano
CST Tires Misano 2025
Lo stand di CST Tires all’ultimo IBF di Misano

Protezione e carcassa 120 TPI

Il Machvolt Pro G5 è un copertoncino da gara, leggero e performante, non a caso presentato in un’unica dimensione da 28 mm. Ma a cosa servono leggerezza e prestazioni senza protezione dalle forature? Per ovviare a questo possibile inconveniente, sotto il battistrada è stato inserito il Defender Cobweb, uno strato di fibre leggere ma molto resistenti che promette di poter pedalare senza il pensiero della gomma a terra.

La carcassa ha una costruzione a 120 TPI (Threads Per Inch, fili per pollice), tra quelle di maggiore qualità disponibile sul mercato. La trama molto fitta e sottile fa in modo che il copertone sia leggero e flessibile, capace quindi di adattarsi al meglio alle irregolarità del terreno.

Machvolt Pro G5 copertoncini CST 2025
I Machvolt Pro G5 sono dei prodotti da competizione su strada, ottimi anche per le cronometro o il triathlon
Machvolt Pro G5 copertoncini CST 2025
I Machvolt Pro G5 sono dei prodotti da competizione su strada, ottimi anche per le cronometro o il triathlon

Tubeless ready, mescola e design racing

Come quasi tutti i copertoncini di nuova concezione, anche i Machvolt Pro G5 sono tubeless ready. Questa tecnologia, ormai consolidata anche su strada, permette di gonfiare le gomme ad una minor pressione, cosa che garantisce maggior comfort e grip senza andare a discapito delle prestazioni. La possibilità di utilizzarli senza camera d’aria riduce anche il rischio, spesso frequente, di pizzicature.

Come abbiamo detto fin dall’inizio questo è un prodotto pensato per le competizioni. Quest’anima è confermata anche dal disegno del battistrada quasi completamente liscio, con solo delle leggere scanalature per migliorare l’aderenza sul bagnato.
Anche la mescola segue l’ottica della velocità, con la Dual Compound che è il massimo dei ritrovati dell’azienda per quanto riguarda il comparto racing.

Machvolt Pro G5 copertoncini CST 2025
Sotto il battistrada slick è presente una protezione antiforatura: il Defender Cobweb
Machvolt Pro G5 copertoncini CST 2025
Sotto il battistrada slick è presente una protezione antiforatura: il Defender Cobweb

Altri dettagli, peso e prezzo

I copertoncini Machvolt Pro G5 sono, come già accennato, presentati nell’unica misura da 28 mm e in versione pieghevole, per un peso di 310 grammi.
Il colore è il classico nero e sono disponibili nei negozi autorizzati al prezzo consigliato al pubblico è di 45 euro.

CST Tires

Continental lancia Archetype, lo pneumatico per il Tour di Pogacar

26.06.2025
3 min
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Dopo mesi di progettazione, test e collaudi, oggi Continental lancia Archetype, il nuovo pneumatico sviluppato con la UAE Team Emirates, che vedremo in azione nel prossimo Tour de France.

Archetype è nato proprio dalle esigenze di Pogacar e compagni, che hanno chiesto al brand tedesco uno pneumatico da 30 millimetri che assicurasse le massime prestazioni possibili. In termini di velocità, leggerezza e tenuta.

Archetype arriva direttamente dalla richiesta di Pogacar e compagni di avere un nuovo pneumatico da 30 mm super performante
Archetype arriva direttamente dalla richiesta di Pogacar e compagni di avere un nuovo pneumatico da 30 mm super performante

Dai fondamentali al futuro

Il nome stesso, Archetype, testimonia il lavoro che è stato fatto dall’azienda: un prototipo reso reale, e un modello per il futuro degli pneumatici da gara. Come ha detto Hannah Ferle, Road Product Manager di Continental: «La UAE Emirates – XRG ci ha chiesto uno pneumatico che offrisse prestazioni ancora più veloci con una larghezza di 30 millimetri. E’ stata una grande sfida, quindi siamo tornati ai fondamentali».

Continua Ferle: «Il risultato è l’Archetype: un pneumatico che distilla i nostri decenni di esperienza nelle corse in un prodotto puro e specifico. È minimale, veloce e fatto per coloro che vivono per competere».

Il disegno del battistrada richiama quello del modello Grand Prix 5000, ma il peso è di 35 grammi inferiore
Il disegno del battistrada richiama quello del modello Grand Prix 5000, ma il peso è di 35 grammi inferiore

Leggerezza, velocità, comfort

Dovendo rispondere agli altissimi standard richiesti dalla squadra che domina il World Tour, molta attenzione è stata rivolta al peso. Infatti Archetype pesa 35 grammi in meno rispetto ad un modello molto apprezzato dai professionisti, il Grand Prix 5000 S TR (di cui richiama anche il disegno del battistrada). 

La sua carcassa è ultra-morbida e garantisce la massima reattività e un grande livello comfort. Lavora assieme alla mescola BlackChili di Continental, che riduce la resistenza al rotolamento pur mantenendo un’aderenza che è – e non potrebbe essere altrimenti – ai massimi livelli disponibili.

Inoltre si avvale della lavorazione LazerGrip, il trattamento micro-profilato di Continental sulla spalla del copertoncino, che permette di affrontare le curve in modo sicuro anche ad alte velocità. L’Archetype integra infine anche Active Comfort, una tecnologia che assorbe le vibrazioni della strada. Questo garantisce una guida più fluida e controllata, caratteristica fondamentale per chi deve stare molte ore in sella. 

Archetype è in versione limitata, e un prodotto ufficiale del Tour de France 2025
Archetype è in versione limitata, e un prodotto ufficiale del Tour de France 2025

Dettagli e prezzo

In linea con l’ormai consolidata tendenza tra i professionisti (e non solo) gli Archetype sono naturalmente tubeless ready e compatibili con i cerchi hookless. Il nuovo, anzi nuovissimo, Continental Archetype è disponibile da oggi, in edizione limitata, in tutti i rivenditori ufficiali Continental al prezzo di 105,95 euro.

Continental Tyres

Michelin Pro5 tubeless ready, super scorrevole e immediato

23.05.2025
5 min
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Abbiamo provato il nuovo tubeless ready Michelin Pro5, ovvero l’ultima evoluzione del tubeless più versatile dell’azienda francese. Rispetto alla versione precedente è migliorato (è cambiato completamente) nelle differenti sfaccettature tecniche.

E’ più scorrevole e veloce, lo si percepisce fin dalle prime pedalate. E’ più comodo, un comfort che arriva principalmente dalla capacità di adattarsi alle differenti tipologie di asfalto.

Il test completo del tubeless ready Michelin Pro5
Il test completo del tubeless ready Michelin Pro5

I punti chiave del nuovo Michelin Pro5

Adotta la mescola Michelin Gum-X, opportunamente riprogettata per adeguarsi al meglio ed essere ancora più efficace nel contesto tubeless ready road. Ha una carcassa da 3×120 Tpi, una sorta di scheletro con 3 strati diversi e 120 fili di nylon per pollice quadrato.

Michelin Pro5 è pieghevole. Risponde perfettamente alle nuove richieste dello standard ETRTO in merito alla compatibilità con cerchi hook e hookless (fattore dimostrato anche dal design squadrato del tallone, che si ancora perfettamente sui cerchi senza uncino). Sono cinque le larghezze disponibili: 28 e 30, 32 e 35 millimetri. Il prezzo di listino è di 64 euro, a nostro parere ottimo.

Pneumatico tubeless tanto veloce

Fin dai primi chilometri emerge un carattere brioso, diretto e perentorio nelle risposte. A tratti sembra un tubeless ready da crono montato con la camera d’aria in TPU. E’ un lato della performance non comune nella categoria dei tubeless ready sviluppati per il mondo road/training che, a nostro parere, contestualizza il nuovo Michelin Pro5 in un segmento racing dove però è necessario avere uno pneumatico robusto.

Competizione, ma anche endurance e questo secondo aspetto è da interpretare come longevità tecnica dello pneumatico. Pro5 tubeless ready fa parte del segmento Competition Line di Michelin (non un dettaglio).

Pressioni di esercizio da gestire

L’estrema reattività di questo tubeless comporta anche una gestione oculata delle pressioni di esercizio, il tutto per sfruttare le caratteristiche tecniche del binomio pneumatico/ruota. Non solo, perché il Pro5 ha una struttura compatta, sostenuta e robusta e necessita di un range ottimale di pressioni per dare modo alla stessa gomma di lavorare in maniera corretta.

Un esempio: siamo partiti da pressioni di 5,2 e 5,5, rispettivamente per anteriore e posteriore, trovando in 4,6 e 5 bar il setting ottimale (il nostro peso è di 66 chilogrammi e lo stile di guida è aggressivo), nell’ottica di sfruttare una buona scorrevolezza abbinata ad un buon grado di comfort. Queste pressioni ci hanno permesso di avere a disposizione un tubeless molto preciso anche in curva e su asfalti con consistenza differente. Il range consigliato da Michelin, considerando il nostro peso corporeo ed il canale da 21 millimetri, è 4,4/4,6 atmosfere.

In conclusione

Michelin torna a proporre un tubeless ready completo, prestazionale sotto diversi punti di vista e per differenti tipologie di utenza/interpretazione. Ad un eccellente blend di caratteristiche tecniche (nell’ottica della performance) viene abbinata una durata non secondaria dello pneumatico. E poi non costa una follia, il che permette di sfruttare un tubeless vantaggioso anche per il rapporto qualità/prezzo/longevità.

Michelin Pro5 è molto più che un tubeless da allenamento, è uno pneumatico che si spinge ad uno step successivo, in termini di resa tecnica, affidabilità e piena sfruttabilità del prodotto.

Michelin

CST Energia EPS, adesso è anche tubeless ready

25.04.2025
2 min
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Per CST la rivoluzione tubeless ready parte da uno degli pneumatici più rappresentativi, ovvero l’Energia EPS. La nuova versione 2025 punta inoltre alla leggerezza e alla resistenza.

Davvero buono il rapporto tra qualità/prezzo/performance, per uno pneumatico tubeless ready che ha un listino di 45 euro iva inclusa. Ecco le caratteristiche tecniche principali.

Pneumatico prestazionale della gamma CST
Pneumatico prestazionale della gamma CST

CST Energia EPS, i plus dello pneumatico

120 Tpi (fili per pollice quadrato) con carcassa in nylon. E’ il primo pneumatico tubeless ready votato alla performance del marchio taiwanese e adotta una strato interno in butile, impermeabile e capace di aumentare la robustezza della gomma. Ovviamente è compatibile con la camera d’aria.

E’ disponibile nella larghezza di 28 millimetri ed è pieghevole, ha un valore dichiarato alla bilancia di 310 grammi. La mescola del battistrada è a doppia densità. Come accennato in precedenza, CST Energia EPS ha un prezzo di listino di 45 euro.

Ben visibile l’integrazione dello strato EPS in verde
Ben visibile l’integrazione dello strato EPS in verde

Cosa significa l’acronimo EPS?

E’ una tecnologia CST applicata alle coperture, abbreviativo di Exceptional Punctures Safety. Consiste in uno strato in poliestere perfettamente integrato tra la carcassa ed il battistrada. E’ molto più che una membrana e presenta una trama fittissima che diventa un vero e proprio scudo contro gli oggetti esterni. Il posizionamento di questa bandella protettiva segue la doppia mescola, che è più resistente nella parte centrale della gomma, più morbida ai lati.

CST